Capitolo 68

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L'umidità nella stanza mi soffoca. Sto sudando come non mai nonostante l'aria condizionata sia accesa. Raccolgo i capelli in una coda alta e mi tolgo le coperte di dosso, senza sapere cos'altro fare. Stringo forte la giacca di pelle che Justin mi aveva lasciato la prima volta che ci siamo baciati. Strano che Alicia non l'abbia rubata, bruciata o fatta a pezzettini.

È mattina presto ed io non riesco a smettere fissare il soffitto e pensare a Justin. Starà bene? L'avranno picchiato a sangue? Sarà...vivo? Il solo pensiero mi fa rabbrividire. Sento il fruscio delle foglie e istintivamente mi volto verso la finestra aperta, che però è un po' diversa rispetto a come la ricordavo. Ci sono delle sbarre e un grande lucchetto. Sembra una prigione. Beh, questo non è poi così diverso.

Da quando sono tornata a casa faccio ogni notte lo stesso incubo e mi sveglio sudata e di soprassalto. Vorrei tanto avere notizie di Justin. Sapere che sta bene mi aiuterebbe a sopportare questo inferno. Sicuramente non mi aiuta pensare a quello che mi ha detto il mostro di mia madre qualche giorno fa e ancora di più quello che mi ha detto ieri quando ero troppo stanca per fare i miei esercizi: "Pensa al peggio, Cassidy. Noi gli faremo molto di più." Ne sarebbe stata capace veramente, lo leggevo nel suo sguardo.

Non è facile pensare ad altro ed occupare il tempo quando immagini di Justin steso per terra, svenuto, con qualche osso rotto, frustato, graffiato e torturato in mille altri modi mi riempiono la mente ad ogni ora del giorno. E come se non bastasse mi sento terribilmente in colpa. Gli avrebbero fatto del male per colpa mia ed io non posso permetterlo. È proprio per questo motivo che faccio tutto quello che mi dice Alicia. Mangio quel poco che prevede la mia dieta, più rigida della precedente, faccio i miei esercizi due volte al giorno, cerco di mantenere la schiena dritta e di non respirare troppo rumorosamente. Ah e sì, lucido il mio anello di fidanzamento quando capita.

Alicia me l'aveva ridato e mi aveva detto di prestarci molta attenzione. Le avevo chiesto di restituirmi anche la macchina fotografica ed il disegno di Justin ma ha rifiutato. Ho ottenuto un anello di fidanzamento in cambio della mia dignità. Chiudo gli occhi cercando di fermare le lacrime. Ho le mani legate. Potrei ribellarmi ma non servirebbe a niente. Quella donna orribile ha sempre governato la mia vita e sempre lo farà. Non posso essere felice. Mi sto lentamente abituando all'idea. Devo smettere di rimuginare tanto sulle cose e accettare il mio destino di merda. Il fato è ingiusto e per quanto vorrei che le cose fossero migliori e che tutto si sistemasse, devo cercare di essere realista.

Sto per rimettermi a dormire quando sento qualcosa rompersi: sembrerebbe essere un bicchiere o un vaso, ma sono le quattro del mattino e non abbiamo animali domestici, quindi o mia madre ha deciso di iniziare a fare cose cattive troppo presto questa mattina oppure un ladro ha fatto irruzione in casa. Non so quale delle due alternative mi terrorizzi di più.

Mi aggrappo all'idea che forse mio padre è andato a prendere un po' d'acqua e ha accidentalmente fatto cadere il bicchiere sul pavimento, ma poi sento qualcos'altro cadere. Questa volta non è vetro ma qualcosa di più duro che emette un suono sordo, come se avesse colpito il tappeto. Mi alzo incerta su cosa fare, ma poi esco dalla mia stanza. Pensavo ci fosse qualche ragazzone alto due metri fuori dalla mia porta che mi impedisse di scappare. Wow, ho sopravvalutato mia madre. Scendo le scale con attenzione e per alcuni secondi ho la sensazione che sto per fare un errore. Cammino in punta di piedi e respiro in modo superficiale e veloce.

Continuo a scendere le scale e una volta arrivata al primo piano non vedo nulla nel mio perimetro. Sto per andare in cucina quando un'ombra veloce cammina accanto a me. Non mi ha visto, quindi mi scendo qualche altro scalino, sperando che non mi noti. Un uomo arrabbiato sta parlando con qualcuno ma non noto alcun telefono. Sarà un pazzo maniaco?

"Questo non era nei piani." Ringhia. La sua voce mi sembra alquanto familiare, ma ho troppa paura per prestare attenzione. "Hai davvero superato il limite." Mi avvicino ancora. "Non hai intenzione di dire niente?" Insiste.

Con chi stai parlando? Non riesco a vedere nessun altro con lui.

"Non ci posso credere!" Continua ed io indietreggio di qualche scalino. "Loro non c'entravano niente nella nostra relazione, non avresti dovuto fare un tale casino con lui." Abbassa la vocde di qualche tono. "Almeno hai capito quello che hai fatto?"

"Sì."

Mi mordo il labbro per non urlare quando finalmente riesco a vederli dall'alto. La persona che ha appena detto "sì" è mia madre, e l'uomo... è Jeremy.

"Hai detto che non gli avresti fatto nulla di grave, Ali, mi fidavo di te."

Stringo il passamano della scala con forza e reprimo un conato di vomito. Ali? Oh, andiamo.

"Era compito mio occuparmi di lui. Tu di tua figlia ed io del mio: questi erano i patti." Continua ma Alicia non risponde. "Avresti potuto ucciderlo!" Detto ciò, lancia un altro bicchiere sul pavimento.

"Non era mia intenzione." Risponde semplicemente.

"I tuoi uomini l'hanno lasciato per terra mentre si stava dissanguando. Se il suo migliore amico non l'avesse trovato, e l'ha trovato solo perché Justin è riuscito a chiamarlo dopo che l'hanno pugnalato... dannazione, Alicia, pugnalare? Non era assolutamente nei piani!"

Mi porto una mano davanti alla bocca mente sento le lacrime sgorgare dai miei occhi. Hanno pugnalato Justin. Mia madre ha fatto sì che lo pugnalassero.

"Cosa vuoi che dica?" Il tono di voce freddo e distaccato, tipico di quella donna senza cuore.

"Hai dei sentimenti per me, vero? Non hai pensato che ferire mio figlio, il mio sangue, in quel modo, avrebbe ferito anche me?" Domanda Jeremy.

"Non volevo ferirti."

"Cosa sarebbe successo se avessi fatto lo stesso con Cassidy?"

"Sono così arrabbiato con Cassidy adesso che non so esattamente cosa proverei."

Mi da il voltastomaco. Dio, come può esistere qualcuno di così ignobile.

"Alicia!" Esclama sorpreso.

"Che c'è, Jeremy? Tu non hai mai lavorato per rendere Justin un bravo ragazzo, io l'ho fatto, e quella maledetta ingrata non smette di comportarsi come una fottuta puttanella, tuo figlio l'ha resa così."

"Ed è per questo che hai cercato di ucciderlo?" È confuso.

"Se avessi voluto ucciderlo, sarebbe morto."

"Santo cielo, Ali, non riesco a credere a quello che sto ascoltando. Ti amo, ma non posso... Justin è mio figlio."

"Non hai mai pensato a lui in questi due anni. Non ci hai pensato nemmeno per un momento mentre pianificavamo di scappare. Il tuo caro figlio ha rubato il nostro piano e lo ha reso più infantile, solo che invece di usare i soldi degli Styles, ha usato i suoi. Cassidy si sposerà questo fine settimana, amore, siamo più vicini alla fine di quanto pensi." Rimango scioccata. Non per gli insulti, a quello sono abituata, ma per il piano e perché l'ha chiamato 'amore'.

"Non so se dovremmo farlo."

"Non puoi dire così, Jeremy, lo stiamo pianificando da due anni!" Lo rimprovera Alicia.

"Prima di aver saputo che stavi per uccidere mio figlio."

"Smetti di parlare di questo, Jeremy!" Gli prendi il mento con la mano destra e lo costringe a guardarla negli occhi. "Ti amo, okay? Sei l'unica persona che mi ha fatto sentire così, non puoi deludermi ora."

"Ma..." Sta per dire qualcosa lo interrompe.

"Niente ma." Gli accarezza la guancia.

"Prometti che non mi nasconderai più nulla." La implora. "È stato molto spiacevole scoprirlo attraverso Pattie. Lei vuole addirittura che Justin venga trasferito qui in modo da poter stare con lui..." Nega con il capo. "Ali" La chiama nuovamente.

"Uhm?"

"Non vedo l'ora di scappare con te."

"Anch'io, amore mio, anch'io."

Chiudo gli occhi quando iniziano a baciarsi. Li sento sbaciucchiarsi per circa cinque minuti, finché non li vedo uscire di casa. E così faccio anch'io. Non per seguirli, no. Se Justin è in Carolina del Nord, devo assolutamente vederlo. E dirgli, Dio, dovrò dirgli che suo padre e mia madre sono... amanti.

Teach me how to be imperfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora