Capitolo 54

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Dopo un'ora che sembra la più lunga di tutta la mia vita, Justin entra nell'appartamento ansimando. È sudato, agitato e impreca a bassa voce tra sé e sé.

«Quell'uomo... ha preso... ha preso il mio zaino... » Riesce a dire nonostante la respirazione agitata. «Ha preso tutti i soldi!»

Si guarda attorno e si passa le mani sul viso stropicciandosi gli occhi per la disperazione. «C'entra mio padre...» Sputa. «Posso scommettere che c'entra lui.» Si inginocchia davanti al suo migliore amico e mi rivolge un'occhiata triste.

«Lui starà bene, vero?» Domando indicando Liam con lo sguardo.

«Sì, ma questo è solo un altro avvertimento.» Sospira.

«Il cellulare di Liam, ora il suo corpo, perché se la stanno prendendo con lui?» Mi mordo il labbro, cercando di trattenere le lacrime che stanno affiorando.

Un altro giorno perfetto rovinato.
Un'altra minaccia.
Un altro avvertimento.

Tutto questo non finirà finché non ci avranno spezzati entrambi e portati all'esasperazione.  Finché non riusciranno a prenderci, se la prenderanno con i nostri amici, sottomettendosi alle loro indicazioni.

«Penso sia opera di mia madre» Commento. «e tu pensi sia opera di Jeremy. Forse sono una squadra.» Suppongo.

Justin si irrigidisce e mi fissa senza parlare per un tempo che sembra interminabile, finché la sua espressione cupa viene interrotta dai paramedici e dalla polizia.

Mentre uomini in uniforme bianca prendono Liam e cominciano a fare avanti e indietro nell'appartamento, tre ufficiali di polizia mi circondarono. Deglutisco lentamente. Per favore non riconoscermi, per favore non riconoscere Justin. Ripeto in mente quando noto che uno dei poliziotti è lo stesso che ha interrotto me e Justin quando ci stavamo baciando in strada.

«James Balmer» Ci saluta. Come non detto. «Potrebbe dirci cosa è successo qui?»

Justin annuisce sommessamente e inizia a spiegare tutto, dalla cena fino al momento del suo ritorno. Gli uomini attorno a lui prendono nota di ciò che dice e ci chiedono se controllando l'appartamento, abbiamo notato che manca qualcosa di importante.

È difficile notare la mancanza di qualcosa in questa moltitudine di oggetti. All'improvviso ricordo ciò che è davvero importante per me è mi dirigo alla stanza di Justin. Nella scatola rosa non c'è niente. Impreco, forse per la prima volta nella mia vita. Non c'è niente.

«James» Lo chiamo e lui entra in camera, un po' sorpreso dal nome. Si avvicina a me e abbracciandomi da dietro, sospirando vicino al mio orecchio. «Hanno rubato il disegno, la macchina fotografica, l'anello di Harry e persino le orecchie di Minnie.»

«Signor Robison» Chiama l'ufficiale. «hanno preso l'anello di fidanzamento della mia fidanzata.»

Se non fossimo in questa situazione avrei fatto i salti di gioia per il "fidanzata", ma non è proprio il caso di pensare a Justin che si inginocchia chiedendomi di sposarlo, a noi che ci sposiamo e...

«C'è altro, signorina...?» Spalanco gli occhi non ricordando il mio cognome.

«Mi chiami pure Balmer, tra non molto ci sposeremo.» Forzo un sorriso e lui annuisce. «Hanno preso una macchina fotografica e materiali per la pittura.» Rispondo e aspetto che Justin parli dei soldi che hanno rubato, ma lui non apre bocca. Cerco di non mostrare alcuna confusione per via del furto, i vari incidenti e le nostre false identità.

«Avete idea di chi possa aver fatto tutto questo.» Rivolgo uno sguardo  silenzioso a Justin.

«Non ne abbiamo idea.» Risponde fermo.

«Ne siete sicuri?» L'ufficiale mi guarda ed io deglutisco.

«Lo siamo, non è vero Cas-» Si interrompe, ma si riprende subito. «Castorina?»

Soffoco una risata, annuendo. Quando gli ufficiali lasciano l'appartamento, io e Justin ci lanciamo sul divano.

«Andiamo a vedere come sta Liam, Castorina?» Chiede. Cerca di alleggerire la tensione con un sorriso.

«Andiamo, James.» Stringo la mano che mi ha teso.

Arriviamo in ospedale e vediamo Carly camminare come una forsennata per il corridoio davanti alla stanza di Liam. Quando incrocia i nostri sguardi, prende Justin per la maglia e lo porta più là. La vedo sgridarlo, stanno discutendo e Justin sembra rassegnato.

Rimango lì a guardarli per un po', finché non mi giro verso Liam e noto che sta riposando.
Justin e Carly si avvicinano e la mia amica mi stringe in un abbraccio.

La cosa mi coglie di sorpresa, ma ricambio. «Cosa hanno detto i dottori?» Le chiedo.

«Sta bene. Non è nulla di grave e uscirà tra un paio di giorni, siamo stati fortunati.» Risponde stringendomi.

Quando ci separiamo, noto che ha pianto molto e ha i capelli in disordine. Le sistemo una ciocca dietro l'orecchio e le stringo la mano in segno di conforto.

[•••]

Justin sta già bevendo la sua quarta tazza di caffè e gli effetti della caffeina iniziano a farsi evidenti. Gli leggo l'ansia sul viso. È preoccupato e un pesante fardello lo sta schiacciando.

«Tutti intorno a me si fanno alle o fanno male agli altri.» Sussurra quasi impercettibilmente. Mi avvicino a lui e mi siedo sulle sue gambe, per poi accarezzargli la guancia. «Non voglio farti del male e non voglio che qualcun altro te ne faccia...»

Gli accarezzo il mento e lui coglie l'occasione per baciare le mie nocche. «Justin...»

«Ho fatto male a Liam.»

«Justin, guardami» Gli prendo il viso in modo tale che mi guardi. «Questa non è colpa tua.»

«Ma se-» Lo interrompo.

«No, basta. Smettila di fare la vittima per una volta nella tua vita. Liam ti vuole bene e anch'io te ne voglio. Non ci fai del male, capito?» Gli spiego.

Lui annuisce, mi avvolge con le braccia e mi spinge contro il suo petto. Il suo profumo mi invade le narici e mi sento immediatamente più tranquilla.

«Non ho intenzione di ferirti.» Sussurra. «Lo sapevo da molto tempo, ma non volevo ammetterlo. Non sarei in grado di farti soffrire.»

Senza capire le sue parole, mi stringo più forte a lui. Nonostante tutto mi sento sicuro. Sotto il suo caldo abbraccio, sentendo i suoi muscoli dadi intorno alla mia vita, mi sento come se nessuno potesse farmi del male.

Il mio corpo è stretto al suo e provo una serie di sensazioni indescrivibili. È la cosa più bella del mondo quando sei lì, stretto ad un'altra persona e condividete la temperatura corporea, ascoltate il battito cardiaco dell'altro e vi sentite un tutt'uno.

Justin stringe ancora di più la stretta attorno a me e lo sento sospirare ripetutamente, finché non inizia a piangere. Mi sciolgo come neve al sole.

«Amore...» Mi lascio scappare mentre lo stringo più forte, lasciandolo singhiozzare nell'incavo del mio collo. Gli accarezzo la schiena e i capelli mentre sento la sua maschera da "sono forte e nessuno può farmi male" si distrugge in mille pezzi.

Finalmente si è reso conto di essere umano. Finalmente ha capito di poter provare dolore, felicità, tristezza e amore.

Il mio Justin che nonostante sia tremendamente rotto, cerca di sistemare me.

Il mio ragazzo che crede che tutti quelli che sono al suo fianco soffrano, quando invece mi ha reso più felice che mai.

Il mio maestro che mi fa sentire protetta anche quando so che corro il rischio più grande di tutti.

Sento la sua respirazione tranquillizzarsi e quando si addormenta, mi riprometto di godermi ogni minuto che ci rimane insieme...

Anche se non avrei mai immaginato che fossero così pochi.

Teach me how to be imperfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora