Capitolo 75

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Una sbarra. Negativo. Non sono incinta.

Faccio un enorme sospiro di sollievo gettando il test di gravidanza nella spazzatura.

«Probabilmente sarà un'infezione o qualcosa del genere.» Mi dice Harry facendo spallucce.

«Sono solo stanca, è stata una lunga giornata.» Sussurro. «A proposito... grazie, di tutto. Ti voglio bene.»

«Anch'io mogliettina cara.» Scherza dandomi un bacio sulla guancia, dopodiché legge un messaggio sul suo telefono. «Louis mi ha invitato a cena, gli dico che non posso.»

«Non fare lo stupido, vai. Io sto bene.» Gli dico.

«Ti ho già detto che non ho intenzione di lasciarti da sola qui.» Ribatte facendomi sbuffare.

«Harry, davvero. Mi sento bene, ho solo bisogno di dormire un po'.» Lo spingo verso la porta. «Vai e goditi la tua prima notte di non nozze.» Cerco di convincerlo forzando un sorriso.

«Dici sul serio?» Domanda alzando un sopracciglio.

Sbadiglio per finta e sorrido nuovamente. «Visto? Ho sonno, lasciami dormire. Vai via!» Lui ridacchia al mio pessimo tentativo di recita.

«Sei una pessima attrice, Cass.»

«Harry, ti prego. Sono seria, voglio che tu vada. Hai già fatto tanto per me e te ne sono grata. Ti voglio bene.» Lo spingo nuovamente verso la porta. «Ora via.» Gli do un bacio sulla guancia e chiudo la porta davanti alla sua faccia.

«Ahi!» Urla da dietro la porta ed io scoppio a ridere. «Vedi che rimango qui.»

Apro la porta e me lo ritrovo davanti con le braccia incrociate. «Ti uccido.» Nego con il capo. «Vai a scopare con il tuo ragazzo. Siete liberi ormai!»

Harry arrossisce e poi scoppia a ridere., ed io insieme a lui.  «Sei spudorata ragazzina!» Mi bacia nuovamente la guancia, scrive qualcosa sul suo telefono e poi si reca davanti alla porta. «Allora vado, però se hai bisogno di me chiamami. Non sono lontano.» Annuisco. «Stai attenta, ci sentiamo.»

Lo saluto con la mano un attimo prima che lui chiuda la porta. È proprio un bravo ragazzo e merita di passare una bella serata.
Se solo ci fossimo aperti l'uno all'altro prima, saremmo stati ottimi amici da subito.

Beh, l'unica cosa che mi resta da fare è dormire, quindi mi metto a letto e chiudo gli occhi, sperando di non sognare Justin.

Ed ecco che il rumore incestante di qualcuno che bussa alla mia porta interrompe la mia apparente tranquillità. Allora mi alzo dal letto e vado ad aprire. Davanti a me però non c'è nessuno. Abbasso lo sguardo sul pavimento e trovo non un biglietto.

"Vieni a casa mia, dobbiamo parlare. Ti posso spiegare. Ti prego.
-Justin"

Mi mordo il labbro. Poche parole ma esaustive.
Che diavolo devo fare?

[•••]

Esco dal taxi con la mente ancora annebbiata. Non so come abbia fatto a convincermi che venire qui fosse la scelta giusta. Eppure sono stata una settimana a pensarci.

Sto per fare un passo avanti quando il suono del clacson mi ferma. «Mi scusi signorina, ma non ha pagato!» Esclama infastidito il calvo signore dentro l'auto.

«Oh» Dico soltanto infilando le mani dentro le mie tasche. «può aspettare un attimo? Pagherà il mio-» Mi interrompo. Ragazzo? Non più Cassidy.

Fortunatamente il tassista non sembra necessitare di sapere chi lo pagherà. Fa un gesto svogliato con la mano e sbuffa. «La aspetto qui. Il tassametro corre. Tarda quanto vuoi.»

Teach me how to be imperfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora