Capitolo 34

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Mi volto velocemente aspettandomi di vedere Justin dietro di me ma trovo solo Carly che mi guarda con le labbra socchiuse e un'espressione sorpresa.

«Hai sentito lo stesso che ho sentito io?» Chiedo.

Annuisce lentamente con il capo ed io, senza dubitare un secondo di più, comincio a camminare a passo svelto verso il giardino. Mi guardo attorno cercando Justin con lo sguardo, aspettandomi di trovarlo sorridente e con le braccia aperte, ma quando finalmente lo trovo, lo vedo seduto per terra con la testa tra le mani.

«Justin?» Lo chiamo, posizionandomi al suo fianco e imitando la sua posizione.
Alza il viso dalle sue braccia e mi guarda sorpreso.

«Pensavo che te ne fossi andata.» Sussurra.

«Ti ho detto che dovevi darmi una buona ragione per non farlo.» Faccio un mezzo sorriso.

«Io...» Si inumidisce le labbra cercando di rilassare i muscoli del suo viso. «pensavo che non avresti sentito, pensavo che te ne fossi già andata.»

«Non volevi che ti sentissi?» Chiedo confusa.

«In realtà sì.»

Spalanco gli occhi, un po' per la sua risposta e un po' perché vedo le sue guance colorarsi di rosa.

«Non volevi che sapessi che ci tieni a me?» Mi mordo il labbro e mi avvicino un po' di più.

«Credo che tu lo sapessi già che...» Si passa una mano tra i capelli. «non ti odio.»

«Grazie?» Ridacchio.

«Non sono capace di odiarti, Cassidy. Non ci riesco.» Dice a voce bassa, mentre sospira profondamente.

«Nessuno ti sta chiedendo di odiarmi, Justin.» Inizio a dire confusa ma lui mi interrompe.

«Possiamo semplicemente dimenticarlo?» Chiede.

«No, assolutamente no.» Lo guardo incredula.

«Non è stato niente.»

«Hai detto che non immagini una vita senza di me e che vuoi che io sia solo tua, Justin!» Ripeto la sua frase con disperazione, mentre sento la rabbia crescere dentro di me.

Che problemi ha questo ragazzo?

«Sono solo parole.»

«Di' quello che vuoi, manda tutto a puttane» Mi alzo, sorpresa di aver imprecato. «ma io so qual è la verità.»

Detto questo mi allontano e prendendo Carly per mano, la trascino fuori.

[•••]

"La pioggia colpiva la finestra forte e furiosamente, come se esigesse la sua attenzione o volesse farla arrabbiare tanto da costringerla a gettarsi giù dal balcone.

Si passò la spazzola tra i lunghi capelli neri, mente guardava la più bella opera d'arte che aveva mai visto.
Nonostante fosse solo un quadro, gli occhi azzurri del suo Trevor sembravano brillanti e allegri come sempre.

Trevor. Quanto le mancava il suo Trevor.

Le due settimane che avevano passato insieme erano state le settimane più belle della sua vita. E adesso, non poteva smettere di desiderare di aprire la finestra e trovarlo sotto la pioggia, aspettandola e gridandole che la amava e che non gli importava nulla se non di stare con lei.
Sperava che le chiedesse di scappare insieme e di sposarsi, senza pensare alle conseguenze e a cosa avrebbero potuto fare i loro genitori."

«Posso entrare? Mi servono i vestiti.» La voce di Justin mi distrae dalla mia lettura così appassionante.

Sono arrivata all'appartamento un paio d'ore fa e dopo essermi fatta una doccia, ho cercato qualcosa con cui intrattenermi. Nella libreria della sua stanza ho trovato un libro dalla copertina strappata, ma che mi è subito sembrato molto interessante.

Teach me how to be imperfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora