Capitolo 50

688 35 7
                                    

Justin's Point Of View*

«Tornerai?» Scherzo.

Vorrei soltanto prendere Cassidy e sbatterla sul letto insieme a me, impedendole di allontanarsi neanche di qualche metro. Il pensiero di non rivederla più e la sensazione provata, non è facile da mandare via.

«Prestissimo» Mi risponde aprendo la porta e guardarmi, un attimo prima di dire le due parole che non mi sarei mai aspettato di sentire. «Ti amo.» Detto ciò, chiude le porte alle sue spalle.

Mi dice che mi ama e poi scappa, lasciandomi sul punto di avere un altro shock respiratorio e con un sorriso stupido stampato sul viso.

Dimentico il dolore e tutto quello che ho appena passato, voglio solo alzarmi, rincorrerla e baciarla. Stacco tutti i macchinarli ai quali sono attaccata e mi alzo, provocando che un dolore lancinante mi attraversi il corpo.

«Cassidy!» Cerco di urlare, ma dalla mia gola esce solo un grugnito.

Cado sul letto e gemo, iniziando a contorcermi. Non passa molto tempo prima che io sia circondato da dottori e infermieri. Mi iniettano una quale sostanza nel corpo e non so cosa sia, ma funziona.

«Non può succedere di nuovo. Mi ascolta signor Bieber?» Una donna, sfocata alla mia vista, mi osserva con un bicchiere d'acqua in mano. «Non è nelle condizioni di fare ciò che vuole, se vuole uscire presto da qui, deve comportarsi bene.»

«Devo parlare con lei.» Bisbiglio sbattendo le palpebre in modo tale da schiarirmi la vista e notare che nella stanza ci siamo solo io e lei.

«Lei?» Nega con il capo. «L'orario di visita è finito, chiunque sia "lei" dovrà aspettare a domani mattina.»

«È importante.» Insisto.

«Proprio come la sua salute.»

Mi lamento e vedo la donna sorridere. «Lei» sottolinea. «è la tua ragazza?»

Annuisco ottenendo un altro sorriso. «Credo di sapere chi è» mi dice. «ha dato di matto quando ha saputo che sei stato male di nuovo.»

«Si chiama Cassidy» Mormoro. «La nostra storia è abbastanza complicata, lei mi ha detto che mi ama ed io non ho avuto l'opportunità di rispondere.»

«Per questo ti sei alzato e hai scollegato le macchine?»

«Sì» Annuisco. «Sono stato abbastanza lento e lei se n'è andata.»

«E credi che lei sia arrabbiata.»

«Sono sicuro che lo è.»

«Farò in modo che domani sia la prima a venirti a trovare.» Dice scrivendo qualcosa sulla mia cartella.

«Grazie.»

«Però tu» continua. «Devi rendermi il lavoro più facile. Non agitarti e non cercare di alzarti senza comunicarcelo.»

Le faccio l'occhiolino e la sento ridacchiare, un attimo prima di uscire dalla camera negando con il capo.

[•••]

Quattro giorni dopo.

Mi tolgo le scarpe e mi distendo sul letto di fianco a Cassidy. Mi mordo il labbro per evitare di cantare Hallelujah quando il mio corpo tocca il materasso ed io cuscino. Dopo quattro giorni su quel letto dell'ospedale, mi sento quasi in paradiso.

«Ciao» Mi dice freddamente. È stata gelida con me nei due giorni successivi al "Ti amo" e nonostante volessi che smettesse di esserlo, ho preferito non dirle che la amo.

«Domani ho una sorpresa per te.» Mi posiziono su un fianco per guardarla meglio.

«Davvero?» Sorride. «Che cosa?»

«L'ultima volta che ho controllato, una sorpresa doveva essere segreta.»

«Per favore» Fa il broncio avvicinandosi a me e inizia a baciarmi lentamente il collo, la mandibola e quando si sofferma sul lobo del mio orecchio, devo allontanarla. «No, ferma»

Mi fissa divertita alzando un sopracciglio. «Dammi un indizio o continuo...»

Si avvicina nuovamente ma io la fermo. «Non ti conviene, Cassidy.» Si libera dalla mia presa e continua a baciarmi il collo, facendomi chiudere gli occhi per qualche secondo.

«Perché?» Sospiro profondamente un attimo prima di posizionarmi sopra di lei impedendole di continuare il suo lavoro.

«Fermati se non vuoi che ti scopi in questo momento, piccola.» La devo arrossire. È così tenera.

«Hai vinto» Sbuffa.

«Peccato» Dico a voce bassa e lei alza un sopracciglio. Sta per parlare ma la interrompo. «Ti darò un indizio.»

«Sì!» Esulta sotto di me. «Dai, spara.»

«Ti amo.» Ha un'espressione confusa e contenta allo stesso tempo. Non s'aspettava che glielo dicessi una questo momento e a dire il vero, neanche io. «Vorrei poter essere un uomo migliore, non avere preoccupazioni o essere ancorato al mio passato di merda. Per troppo tempo sono stato convinto di non poter essere felice o di non potermi innamorare. Ma per fortuna...» Avvisino il viso al suo. «sei arrivata tu. Sono quasi morto al pensiero di non rivederti più e ti prometto che un giorno ti spiegherò com'è iniziato tutto questo, perché a te, perché sono diventato il tuo maestro, perché siamo scappati insieme e spero soltanto che dopo che saprai la verità, non mi odierai. Io ti amo, Cassidy. Sono tuo.»

«Justin...» Prova a parlare ma la interrompo.

«Fammi finire, ti prego.» Le chiedo. «Ho avuto paura di dirti che ti amo perché non sapevo come sarebbe potuto andare a finire tutto questo, non mi sono mai aperto con una persona in questo modo, non sono mai stato così legato con qualcuno...» La mia voce trema. «Cassidy, voglio che tu sia pronta per sentire quello che voglio dire.» Annuisce. «Liam ha ricevuto un messaggio strano oggi.»

«Cosa diceva?»

«"Dì ai tuoi amichetti che la loro felicità finirà presto. Sappiamo dove sono"...» Cito e la vedo rabbrividire.

Teach me how to be imperfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora