Capitolo 6

1.3K 88 10
                                    

Justin's Pov*

Mi sveglio a causa del mio stomaco.
Stava ruggendo come se ci fosse un mostro dentro. Mi alzo con gli occhi ancora chiusi, sposando con i piedi qualsiasi oggetto mi si trovi davanti finchè non arrivo in cucina.

Mamma sta preparando i pancakes.

"Buongiorno bellissima" dico dandole un bacio sulla guancia odorando l'ambiente.

"Buongiorno Justin" risponde con un sorriso forzato. Mi viene voglia di andare a svegliare quel bastardo di mio padre e picchiarlo finchè non perde conoscenza. Jeremy merita molto di più che essere picchiato per far infelice mia madre.

"Mamma..."

"Vai a tavola Justin. Il tuo piatto è servito."

"Però-"

Mi interrompe. "Per favore. Non voglio fare sempre gli stessi discorsi."

"Voglio raccontarti una cosa."

Lei smette subito di cucinare e si volta a guardarmi. "Ti ascolto."

"Ieri sono andato da Cassidy-" Comincio ma lei mi interrompe nuovamente.

"Ti ho già detto cosa ne penso."

"Sarò un beneficio per lei, mamma. Alicia non fa altro che opprimerla." Spiego.

Noto come diventa tesa sentendo il nome della madre di Cassidy e decido che è meglio stare zitto.

"Voglio solo farti sapere che se lei accetta, ce ne andremo in Georgia."

"Justin, sei un adulto e sai quello che fai ma essendo tua madre devo dirti che non devi portare quella ragazzina lontano da casa sua. Cassidy è ancora minorenne."

"Voglio aiutarla. "

"Vuoi solo la vendetta." Sussurra guardandomi negli occhi.

"E se volessi solo questo? Cosa c'è? Sarebbe colpa sua per essere così ingenua!"

"Non puoi abusare della sua ingenuità Justin! Pensavo che volessi aiutarla veramente ma vuoi soltanto giocare con i suoi sentimenti ed io non ti permetterò di farlo."

"Non voglio fare del male a Cassidy!"

"No. Vuoi fare del male a sua madre però questo non ti da il diritto di mettere lei in mezzo. Cassidy non è colpevole deigli errori di Alicia."

"Quella puttana ti ha fatto soffrire ed io ho bisogno di farle capire che nessuno si mette contro mia madre." Dico a denti stretti.

"Se tu e Cassidy sparirete, io stessa parlerò con la polizia, dirò loro dove siete e se vorranno portarti in prigione non mi opporró."

"Ma mamma!" Mi lamentai.

"Justin non sei un ragazzo cattivo. Anch'io mi sono resa conto dei problemi di insicurezza di Cassidy l'altra sera. Quella ragazza è tremendamente dolce e sì, ha bisogno di aiuto ma può essere che tu non sia colui che debba darglielo. Non quando l'unica cosa che vuoi è la vendetta per un delitto che lei non ha commesso."

Sento il fuoco bruciare in me. Sono arrabbiato, lo sono vermante. Stringo i pugni e lancio un pugno alla parete.
Avevo sentito mia madre piangere tutte le notte da quel giorno. Tutte. Le. Fottute. Notti. Senza eccezioni. Mi svegliavo al sorgere del sole e sentivo i suoi singhiozzi. Dimentico la mia fame e corro nella mia stanza.

Cerco tra i cassetti e inizio a fare tutto ciò che so fare a parte distruggere cose o distruggere me stesso.

Dipingere.

È stupido ma non mi importa. Stringo il carboncino tra le dita cercando di non romperlo e inizio a disegnare linee e cerchi di qua e di là. Presto l'immagine incomincia ad avere una figura comprensibile e mi spavento di quello che vedo.

Ho disegnato una donna con un vestito largo senza spalline e con uno spacco che lascia intravedere due bellissime gambe. La ragazza ha i capelli lunghi e ondulati lungo le spalle fine e poi il suo viso...il bellissimo viso di Cassidy.

Perché ho disegnato lei?

Accartoccio il foglio con rabbia e lo lancio dall'altro lato della stanza mentre nascondo la mia testa sulle ginocchia.

'Non puoi innamorarti della figlia dell'amante di tuo padre. Non puoi, cazzo.'

Ripeto più volte cercando di convincermi.

Teach me how to be imperfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora