Capitolo 47 - 48

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«Non lo so, stavo dormendo!»

«Sembravi abbastanza sveglio.»

«Cassidy, ero in dormiveglia. Ti ho sentita dire qualcosa e ho pensato che fossi arrabbiata con me per qualcosa, tutto qua.»

«Cazzate.» Lo accuso. «Hai detto... hai detto...» Cerco di ricordare le parole esatte. «Hai detto che non merito quello che mi hai facendo.»

«Cassidy...»

«Cosa mi stai facendo?»

«Niente.» Sussurra a denti stretti.

«Allora perché dovresti sentirti in colpa?» Continuo.

«Cassidy, non è nulla.»

«Come posso crederti?» Alzo la voce.

«Sono stanco, cazzo! Non so quello che dico! Non ho saputo controllare ciò che usciva dalla mia bocca.» Replica.

«Allora era qualcosa che reprimevi!» Affermo.

«Stai esagerando, sarai stanca anche tu.»

«È solo un gioco per te?» Chiedo sforzandomi affinché la mia voce non cedesse. «Stai giocando?»

«No!» Urla. «Cassidy, fa' finta di niente!»

«Hai scommesso con qualcuno e una qualche sfida?» Continuo a domandare.

«Non mi stai ascoltando!»

«E tu non mi stai rispondendo!» Replico.

«Non sei un cazzo di gioco e nemmeno una scommessa.» Inala profondamente. «Sei solo una ragazza impulsiva ed io un ragazzo che parla nel sonno.»

«Non stavi dormendo.» Ripeto ma lui sembra non ascoltarmi.

Rimane zitto per qualche minuto cercando di farmi calmare, ma non serve a niente. La mia testa sta pulsando e non capisco se sia per via della mia insicurezza o del brutto presentimento che sento nello stomaco.

Sospiro e chiudo gli occhi, quando le braccia di Justin mi avvolgono il corpo. «Per favore, non lasciarmi.» Mi chiede in tono supplicante.

«Vorrei solo che tu mi dicessi la verità...» Sussurro.

«Penso che dovremmo dormire.» Mormora senza prestarmi attenzione.

«Bene» dico. «ma tu dormi fuori.» Mi libero dalla sua presa e con un autocontrollo che neanche sapevo di avere, cammino a passo sicuro fino alla porta e dopo averla aperta, aspetto lì che lui esca.

Justin stringe i pugni e sta per replicare, ma si interrompe ed esce senza proferire parola. Mi distendo sul letto e cerco di dormire, liberando la mente da tutti i miei pensieri.

Sono ferita. Sono delusa. Sono confusa.
Ho un mal di testa lancinante ed un dolore al petto che non mi permette di pensare ad altro se non a quanto Justin ha detto.

Ha rovinato la mia giornata perfetta e questa notte, sono sicura, che farò milioni di incubi.
Ed ognuno di questi, avrà Justin al centro.

[•••]

«Che giorno è oggi?» Chiede Carly dalla cucina.

«Il 9 maggio.» Rispondo automaticamente senza distogliere lo sguardo dalla mia colazione che non ho ancora toccato.

«Il compleanno di Liam è il 30, lo sai?» Dice mentre si versa un bicchiere di succo. «Non so cosa regalargli e sono disperata.»

«C'è ancora tempo per questo.»

«No, non è vero. Mancano» Fa il conto aiutandosi con le dita. «ventuno giorni.»

«Hai contato con le dita fino a ventuno?» Scherzo.

Teach me how to be imperfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora