Capitolo 57

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Justin's Point Of View*

Rispondi, fottuto idiota, rispondi.

Chiedo a me stesso rendendomi conto che rimanendo in silenzio sembro un coglione. Ha davvero detto quello che credo di aver sentito?

Cerco i suoi grandi occhi che evitano i miei con vergogna. Questa donna è così bella e...  potrebbe addirittura essere la donna della mia vita, ma non posso farle questo, non posso scoparla senza prima dirle la verità.

Ho provato a dirle tutto, ma ogni volta qualcosa sembra interromperci e questo non è di certo il momento adatto.

Invece è il momento di farla mia?

Non è che io non ci abbia pensato prima... Dio, voglio farla mia dal nostro primo bacio.

Mi passo le mani tra i capelli umidi e inconsapevolmente noto che anche i suoi vestiti lo sono. Noto i suoi capezzoli turgidi attraverso il reggiseno e immediatamente un'altra parte del mio corpo inizia a reagire.

Mi lecco le labbra, le prendo il viso tra le mani e la bacio. Avvicino il suo viso al mio, prendendola per la nuca e la coperta che ci copre cade a terra. Solleva le braccia e mi cinge forte il collo come se avesse paura di cadere. Posso quasi sentirla tremare, anche se spero che non sia per paura.

«Ti amo.» Mormoro, lasciandole piccoli baci umidi sul mento, scendendo poi sul collo.

«Anch'io.» Sussurra di rimando. «Justin...» Sospira. «qual è il primo passo?»

Rimango un po' sconcertato dalla sua domanda: avevo dimenticato che fosse una lezione.

Le lecco il collo e succhio un po' prima di rispondere. «Dobbiamo spogliarci.» Le sussurro all'orecchio.
Il suo corpicino rabbrividisce al mio tocco e annuisce piano.

Mi allontano dal suo corpo, lasciandoci seduti faccia a faccia e prendo le sue mani per portarle alla mia maglietta. È il mio corpo a rabbrividire sotto le sue mani adesso. Le sue lunghe dita cercano il modo più veloce per sfilarmi la maglietta e mi lasciano a petto nudo.

Deglutisco lentamente e mi inumidisco le labbra, intravedendo il suo seno dalla scollatura.

È il mio turno. Cerco il bordo della sua maglia e gliela alzo fino alle spalle e poi sopra la testa, prendendomi tutto il tempo di ammirare il suo seno coperto soltanto dalla tela sottile del reggiseno.

Rimango bloccato a fissarla come se fosse la prima volta che vedo una donna mezza nuda. Non voglio dimenticare nessun dettaglio del suo corpo.

Le sue mani vanno velocemente ai miei pantaloni e me li sbottonano. Mi alzo accarezzandole la guancia e mi sbarazzo dei pantaloni, mentre lei, davanti a me si toglie i suoi pantaloncini corti.

Dio, che corpo che ha. Il cuore mi batte all'impazzata, lo sento battere persino nelle orecchie. Ah e sì, anche il mio membro sta battendo.

Le curve delle sue gambe lunghe sono morbide, generose e perfetta, proprio come la sua pancia piatta e il suo seno tondo, coperto dai suoi lunghi capelli. La prendo per il retro del collo e la avvicino a me, unendo le nostre labbra in un bacio appassionato e bisognoso. Ho bisogno di sentire la sua bocca e ho bisogno di sentire lei. Le stringo i fianchi e premo il mio corpo sul suo, mentre continuo a baciarla.

Quando mi separo per mancanza d'aria, ciò che dice mi spiazza di nuovo. «Sto andando bene?» Domanda a voce bassa, mentre mi bacia il collo lentamente.

Gemo. Mi piace quello che fa, ma non è quello che voglio, non voglio che sia così.

«Cassidy» La chiamo ansimando. «Non voglio che tu sia un robot a letto, voglio che sia fluido, voglio quella ragazza che ho scoperto essere nascosta dietro la facciata della donna perfetta. Io voglio te. Io voglio la vera te.» Le sussurro. «Non lasciarti guidare dalle mie istruzioni. Non trasformarlo in una lezione. Non questo.»

Teach me how to be imperfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora