Capitolo 60

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«Voi due siete le persone più sfortunate del mondo.» Carly incrocia i piedi, appoggiandosi allo schienale del divano per guardarci meglio. La testa di Justin appoggiata sul mio grembo, mentre faceva qualche strano gioco con il sole e le dita aprendo e chiudendo i pugni come se volesse coprire la luce.

Gli chiedo se vuole che chiuda, ma mi fa cenno di no, quindi continuo ad accarezzargli i capelli, che sembrano ancora più leggeri grazie all'illuminazione naturale.

«Conoscete la legge di Murphy?» Carly si appoggia il gomito sul ginocchio, premendosi il mento contro il palmo.

Sto per rispondere di no quando Justin mi precede. «Tutto ciò che può andare storto, andrà storto e lo farà nel peggior momento possibile.» Cita in un sussurro. «Che cosa c'entra qui?»

«Che tu sei la legge di Murphy.» Ride.

«Molto divertente, Caroline.» Risponde, facendo accigliare la bruna.

«Si chiama Carly.» La voce rauca di Liam ci fa sussultare. «Non tentarla a chiamarti per cognome, Justin.»

«Oh dio!» Carly si copre la bocca. «Ti abbiamo svegliato?»

«No, dormo ancora.» Alza gli occhi al cielo con evidente sarcasmo. «Potresti dirmi cosa fate tutti qui?»

Justin inclina la testa verso Carly in silenzio per chiedere una spiegazione.

«Deve essere disorientato...»

«No.» Alza la mano, calmandola. «So chi sono e dove sono, ma ogni volta che mi sono svegliato eri solo tu.»

«Anche tu mi sei mancato, Liam.» Justin da una pacca sulla schiena del suo amico.

«Sul serio» Liam arriccia il naso. «Dov'eravate?»

«Qui e lì.» Risponde Justin con nonchalance. Non aveva intenzione di dirgli che ci avevano seguito, non c'era motivo di preoccupare Liam ora.

«Ti hanno tagliato la lingua?» Mi chiede quando si rende conto che non avevo ancora detto una parola.

«Ciao.» Sussurro.

«Ciao.» Sorride.

«Come stai?» Gli chiedo.

«Ho sete.» Risponde e guarda la sua fidanzata.

«Dì per favore.» Liam sospira facendo ridere Justin.

«Per favore, puoi portarmi dell'acqua, cara fidanzata? Ovviamente se il tuo ragazzo quasi morto non disturba troppo.» Continua sarcastico.

«Signor sono-quasi-morto, le buone maniere valgono sempre e in qualsiasi caso.» Lo rimprovero.

«Ha imparato il sarcasmo e ha dimenticato le maniere da quando si è svegliato.» Si lamenta Carly, sostenendomi.

«Due contro uno, vuoi unirti per rendere questo dibattito più giusto, Justin?»  Liam tocca la spalla del mio ragazzo.

«Non mettermi in mezzo.» Si lecca le labbra. «Avresti dovuto dire per favore e basta.»

«Venduto.» Risponde.

Carly, Justin ed io scoppiamo in una fragorosa risata, lasciando Liam a brontolare mentre riceve il suo bicchiere pieno d'acqua.

«Ora, lasciandoci alle spalle la nostra grande amicizia...» Justin ride per l'ultima volta prima di allontanarsi dalle mie gambe e sedersi accanto a me, posandomi il braccio sulle mie spalle. «Ricordi qualcosa di quella notte?»

«Della notte in cui mi hanno picchiato?» Io e Justin annuiamo in sincronia. «Sono arrivato dopo l'orario che mi avevi detto, non volevi essere interrotto mentre stavate cenando, quindi cercato di ritardare il più possibile.» Si stringe nelle spalle. «Durante la mia camminata non ho notato nulla di insolito, ma ora che ho avuto il tempo di riviverlo, almeno nella mia mente, penso che qualcuno mi stesse guardando.»

Teach me how to be imperfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora