Capitolo 43

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Vedo Justin irrigidirsi e avvicinarsi a me cautamente, quasi in punta di piedi, per non farsi notare da nessuno. Sento il suo respiro sul mio orecchio mentre mi detta delle istruzioni molto chiare e precise, come se si trattasse di una missione per disinnescare una bomba.

«Conosco questo posto» Sussurra. «c'è una porta sul retro. Dobbiamo andarcene da qui prima che lei ci veda.»

Rivolgo lo sguardo a Shelby e la vedo parlare con un uomo, proprio davanti alla porta d'ingresso. Non abbiamo altra scelta.

Justin mi prende la mano e mi trascina verso la fine del lungo corridoio. Non posso evitare di voltarmi, di tanto in tanto, con il cuore in gola per la paura che Shelby possa voltarsi e vedermi. Mi calmo un po' vedendo Justin cercare di aprire una porta enorme e apparentemente molto pesante. Mi fermo a guardare la scritta rossa su di essa. È una porta di emergenza.

«Justin, e se ci fosse un-» Non ho il tempo di concludere la frase che una sirena inizia a suonare.

«Allarme?» Conclude lui e mi prende per mano, iniziando a correre. Gli lascio la mano e cerco di correre il più veloce possibile, finché non mi trovo davanti un vicolo cieco. Siamo davanti ad un muro non troppo alto che da su una specie di fiume. «Salta.»

«Cosa?» Domando incredula.

«Salta.» Non ottenendo una risposta, mi prende per i fianchi e mi posiziona sul muretto. «Salta, Cassidy!»

«Ma sei pazzo? Non ci sta seguendo nessuno, io penso che non dovrem-» Non mi fa finire di parlare, di nuovo, e mi spinge giù insieme a lui. Mi lascio scappare un urlo, ma chiudo immediatamente la bocca quando il corpo entra in contatto con l'acqua gelida.

Quando salgo in superficie e apro gli occhi, Justin mi travolge stringendomi in un abbraccio fortissimo e ricoprendomi di baci sul capo e tra i capelli.

«Stai bene?» Chiede accarezzandomi la guancia destra.

«Sì.» Rispondo. «Non stavamo scappando da un assassino comunque e non ci stava seguendo nessuno!» Gli do un colpo sul braccio, facendolo ridacchiare.

«Oh, scusami se cercavo di non farti tornare in Carolina del Nord...» Finge di essere offeso.

«No, scusami tu.» Rispondo e lui sorride. «Grazie per avermi spinto dentro un lago e avermi fatta bagnar-» Non finisco la frase rendendomi conto del tremendo doppio senso. «Andiamo via da qui.»

Justin ride mentre camminiamo verso l'auto e quando saliamo su di essa, si volta verso di me e unisce le nostre labbra in un dolce bacio. Dopodiché, sorride e inizia a guidare verso casa.

Una volta scesi dall'auto e arrivati in ascensore, sono io che mi volto verso Justin e lo bacio, ma senza neanche un barlume di dolcezza. Quando arriviamo al nostro piano, mi spinge contro la parete e porta la mia coscia destra all'altezza del suo bacino, per poi farmi avvolgere le gambe attorno a lui. Cerca le chiavi dell'appartamento nella tasca dei suoi pantaloni e quando le trova, apre la porta e mi spinge sul divano. Inizia a baciarmi il collo, quando sentiamo qualcuno schiarirsi la gola.

«Immagino sia andata bene.» È Liam a parlare. Indossa dei pantaloni del pigiama, ha i capelli scombinati ed è senza maglietta. Sembra che si sia appena svegliato, ma quando Carly esce dalla sua camera con degli shorts e una canottiera, capisco che quei due non stavano affatto dormendo.

«Non è stata una bellissima giornata, in realtà.» Rispondo con Justin ancora sopra di me, ma quando mi sente parlare esce dalla trance e si mette seduto un po' più in là.

«La polizia mi sta cercando.» Esclama Justin. «I genitori di Cassidy mi hanno denunciato.»

«Ma perché?» Strilla Carly spalancando gli occhi.

«Pensano mi abbia sequestrata.» Mormoro.

«Per questo siamo vestiti da Topolino e Minnie.» Spiega Justin.

«Ti dona questo abbigliamento, amico.» Scherza Liam.

«Molto divertente.» Lo fulmina con lo sguardo.

«Per questo siete tutti bagnati?» Chiede Liam.

«Stavate scopando?» Cambia discorso Justin con un sorriso divertito, facendomi ridere.
Liam e Carly arrossiscono.

«Che te ne frega?» Sbotta la ragazza sulla difensiva.

«Ci dispiace avervi interrotti, ragazzi.» Continua a scherzare Justin.

«Tranquillo, fratello. Piuttosto, voi sareste dovuti andare in camera, il divano è scomodo.»
Sono io ad arrossire questa volta. Justin scoppia a ridere ed io lo imito, ottenendo due persone con le braccia incrociate al petto che ci guardano come due pazzi.

Decidiamo di raccontare il nostro disastroso appuntamento, dall'inizio alla fine, e le situazioni si invertono: loro stanno ridendo come due pazzi, mentre noi li guardiamo con le braccia incrociate al petto.

«James Balmer!» Urla Liam tra le risate.

«Chissà cosa succederà al secondo appuntamento!» Risponde Carly e il suo ragazzo ride ancora più forte.

«Lo organizzo io il prossimo.» Mi rivolgo a Justin, il quale mi sorride.

«Dovremmo rimanere a casa per un po'.» Mi dice. «Almeno per una settimana. Aspettiamo che le acque si calmino un po'.»

«Non possiamo nasconderci per sempre.» Ribatto.

«Una settimana non è "per sempre", Cassidy.» Mi spinge vicino a lui. «E poi staremo a casa, io e te, per sette giorni. Che dici?»

«Uhm...» Faccio finta di pensarci. «Ci sto.» Sorrido e poso le mie labbra sulle sue.

Ah, cosa mi stai facendo Justin Bieber?

Teach me how to be imperfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora