Capitolo 53

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Quando vedo la luna farsi spazio tra le nuvole, mi lascio scappare un sospiro profondo. La notte è fresca ed io sono coperta soltanto da una maglia larga e dai capelli che mi svolazzano sul viso.

Justin è in cucina che prepara la cena e da fuori lo sento canticchiare qualche canzone, mentre io mi fermo a ricordare cos'è successo qualche ora fa: ho cantato davanti una moltitudine di persone ed è stato pazzesco!

Non sembravo neanche io. Ero tutto fuorché perfetta e mi sono divertita da pazzi.

Mi mordo il labbro ed entro in casa, chiudendo la portafinestra del balcone alle mie spalle e cammino verso Justin che sta tagliando abilmente delle verdure mente Liam lo guarda come se fosse una specie di mago.

Ridacchio ripensando a Liam che si è tagliato il dito qualche giorno fa. «Hai bisogno di aiuto?» Chiedo a Justin salutando Liam con la mano, il quale mi risponde con un cenno di capo.

«Nah» Risponde. «è quasi pronto, siediti piccola.»

Faccio come mi dice e mi metto a sedere notando che il tavolo è apparecchiato solo per due, alzo un sopracciglio e poi noto Liam alzarsi e andarsene.

Justin gli ha dato indicazioni chiare. Sorrido e mi godo il profumo di ciò che Justin sta cucinando. Mi posiziono al mio posto e lo guardo cucinare per altri cinque minuti, finché non mi si piazza davanti con due piatti dalla coreografia tale da fare invidia ai più grandi chef.

Si tratta soltanto di carne e quale verdura, ma ha un sapore paradisiaco. Lo guardo sorridendo e lui ricambia, rivolgendomi uno sguardo soddisfatto. Si china in avanti per versare un liquido rosso in un calice di vetro.

«Vuoi farmi ubriacare?» Domando divertita.

«Nessuno si è mai ubriacato con un succo di frutta.» Risponde sulla difensiva facendomi ridacchiare.

Mangiamo in silenzio. Un silenzio per niente imbarazzante per mia sorpresa. Ogni tanto ci scambiamo qualche sorriso e Justin mi fa arrossire per via di qualche battuta.
Quando finiamo la cena, Justin propone di fare un giro fuori ed io accetto.

Il clima è fresco e nonostante non senta particolarmente freddo, appoggio il capo sulla spalla di Justin e stringo il suo braccio destro, mentre mi nascondo nel suo petto. Mi bacia il capo e mi avvolge con il braccio sinistro, stringendomi ancora di più a lui.

Il momento romantico é però interrotto dal mio stomaco, che nonostante abbiamo appena mangiato, continua a brontolare.
Justin scoppia a ridere e mi bacia nuovamente il capo. «Vieni con me.»

«Dove?» Domando.

«Nella mia pasticceria preferita.» Mi prende per mano e mi trascina verso un piccolo negozio tutto rosa. Alzo un sopracciglio.

La pasticceria sta per chiudere ma Justin scambia qualche battuta con il proprietario, un uomo di circa sessant'anni chiamato Tony, che ci fa entrare fingendo di essere scocciato. Mary, sua moglie, ci accoglie con un grande sorriso e dopo aver abbracciato Justin e avermi fatto qualche complimento, ci serve l'ultima torta al cioccolato rimasta. Justin si allontana per pagare, ma la coppia rifiuta ed io non posso fare a meno di notare quanto Justin sia benvoluto da tutti.

Mangiamo la squisita torta e dopo aver salutato Tony e Mary, usciamo dalla pasticceria.

«Sei piena adesso?» Mi chiede Justin stringendomi la mano.

«Assolutamente sì.» Sorrido.

«Sapevo che non eri sazia.» Dice ed inarco le sopracciglia. «Ricordi che sono uno psicologo e che leggo il linguaggio del corpo?»

Teach me how to be imperfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora