Capitolo 33

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Sono distesa per terra con il corpo di Justin sul mio, mentre lui mi sta baciando con necessità e disperazione.
Mi ha colto di sorpresa perché non pensavo che mi avrebbe baciato davanti a tutti i suoi amici, ma non ho perso tempo a ricambiare il bacio.

All'improvviso qualcuno ci butta dell'acqua addosso, facendoci separare.
Siamo circondati da tutti i ragazzi, compresa Carly che ha una pistola ad acqua in mano e ci guarda con un enorme sorriso.

«La coppietta felice si sta scaldando» Mormora Christian. «Perché non li rinfreschiamo un po'?»

E prima che qualcuno di noi possa rispondere, tutti iniziano a schizzarci e Justin si posiziona davanti a me cercando di farmi da scudo. I ragazzi stanno ridendo come matti mentre io strizzo la mia maglia che è completamente fradicia.

«Molto divertente.» Sbuffa Justin, tirandosi i capelli all'indietro. «Perché cazzo l'avete fatto?»

«Non diventare violento, fratello.» Liam ride nel vedere Justin bagnato fradicio. «Abbiamo solo visto che la tua temperatura corporea stava salendo, e volevamo aiutarti ad abbassarla.»

«La stavo solo baciando, cazzo!» Continua a dire con lo stesso tono infastidito di prima.

«Calmati.» Gli sussurro mentre gli prendo il braccio con un movimento delicato. «Si stavano solo divertendo, niente di più.»

Lui si volta verso di me con un'espressione dolce e mi sposta i capelli bagnati all'indietro, mentre si inumidisce le labbra. Il suo sguardo su abbassa sulla mia maglia che lascia intravedere il mio reggiseno nero e lo vedo serrare la mascella.

Con un movimento veloce, si sfila la maglietta e me la porge. «Mettitela.»

«È bagnata.» Mi lamento.

«Non mi interessa, mettila Cassidy.» Grugnisce mettendosi davanti a me.

«Perché?» Chiedo alquanto distratta dalle goccioline d'acqua che scendono dalla sua schiena. Lo vedo serrare la mascella e voltarsi verso di me, con cautela a non far vedere il mio corpo ai suoi amici.

«Sei così innocente.» Quasi sbuffa. Sto per rispondergli quando Zack si posiziona al mio fianco, con un maglia e una canottiera in mano.

«La maglia per te» Me la passa bruscamente. «e la canottiera per Bieber.» La lancia a Justin, il quale lo guarda male.

«Non chiamarmi così.» Sibila. «Lo sai che non mi piace.»

«Ti chiamo come voglio e poi è il tuo fottuto cognome. Che problema c'è?» Grugnisce Zack.

«Che problema c'è?» Ripete lui. «Lo sai qual è il mio fottuto problema!» Urla. «La vera domanda è: quale è il tuo di problema?»

Zack mi sta fissando cercando di tranquillizzare la respirazione e quando Justin lo nota, si gira verso di me e mi guarda male. «Devo metterti la fottuta maglietta con la forza?» Poi si rivolge all'amico e lo spinge di qualche centimetro. «Tu smetti di fissarla, cazzo.»

«Vuoi sapere qual è mio problema, Justin?» Scoppia Zack indicandolo con un dito. «Sei arrivato con questa splendida ragazza e ce l'hai presentata come tua amica, ma quando hai capito che ero interessato a lei, hai voluto marcare il territorio e l'hai baciata davanti a tutti!» Gli urla contro.

«Io-» Justin prova a parlare ma Zack lo interrompe.

«Tutte scelgono te e non so nemmeno il perché, visto quanto sei coglione.» Dice a denti stretti.

«Stai facendo questa scenata per una ragazza che conosci da ieri?» Justin riduce gli occhi a due fessure.

«Possono succedere tante cose in ventiquattro ore, come il fatto che ieri eravate solo amici e adesso non lo siete più.» Esclama ironicamente.

«È stato solo un bacio.» Si giustifica lui facendomi abbassare lo sguardo per la delusione.

«Stai ammettendo che la stai solo usando?» Zack muove le braccia in aria senza distogliere lo sguardo da Justin e da me.

«Non sto ammettendo proprio niente.» Serra la mascella e i pugni, dandomi l'idea che picchierà Zack da un momento all'altro. «Non voglio che ti avvicini a lei. Non mi importa che sia mia amica, la mia ragazza o la mia amante. Devi solo starle lontano, lei è mia.»

«Ieri non era tua, cosa è cambiato?» Zack si avvicina. «Non ti permetterò di approfittarti di lei.»

«Non sei nessuno per impedirmelo.» Contrattacca Justin avvicinandosi a lui.

«Ed io?» Chiedo. «La mia opinione non conta? E i miei sentimenti? State litigando per una cosa che non appartiene a nessuno dei due, perché tu-» Indico Justin con un dito. «non mi possiedi, va bene? Non sono tua e non hai il diritto di decidere chi deve avvicinarsi a me o no.»

«Ti ho portato qui io.» Sibila a denti stretti.

«Sì, e ti ringrazio.» Sospiro. «Ma non hai nessun potere su di me.»

«Cassidy, io-» Lo interrompo.

«Tu niente, Justin.» Sussurro frustrata. «Zack ha ragione: non puoi presentarmi come tua amica e poi baciarmi davanti a tutti. Non puoi pretendere che io sia tua, senza darmi nessuna sicurezza. Non sarò una tua amica di letto, non sono quel genere di ragazza.»

«Non ho mai detto che-» Lo interrompo nuovamente.

«Carly, puoi portarmi a casa?» Respiro profondamente cercando di non scoppiare a piangere davanti a tutti.

Lei annuisce e mi prende per il braccio, trascinandomi verso la porta, ma un corpo si posiziona davanti a me.

«Ti ci porto io a casa.» Mi guarda negli occhi.

«Non capisci che non vuole vederti in questo momento, stupido?» Dice Carly alterata.

«Cassidy, io...» Adesso è Zack a parlare.

«Non sono arrabbiata con te, Zack. Davvero.» Lui annuisce abbassando il capo e si allontana, mentre io cerco di fare qualche passo in avanti ma Justin mi prende per il braccio.

Tutti gli altri ragazzi ci stanno guardando senza proferire parola, come se stessero guardando un film.

«Non te ne andare.» Mi supplica guardandomi negli occhi.

«Non sto tornando nel North Carolina, sto andando a casa, Justin.» Sospiro e lui fa qualche passo in avanti.

«Rimani e parliamone.» Si inumidisce le labbra senza smettere di guardarmi.

Liam cammina verso di noi e prendendo Justin per le spalle, lo allontana un po' e gli fa allentare la presa sul mio braccio, ma lui lo spinge e si avvicina di nuovo.

«Lasciala stare, Justin. Parlerete dopo.» Gli da una pacca sulla spalla, ma lui lo ignora e continua a rivolgersi solo a me.

«Ho fatto tutto questo per te, cazzo.» Alza la voce. «Ho preparato tutto questo solo per te e tu ti arrabbi perché dico che sei mia?»

Mi sento rabbrividire a quelle parole, un po' per il freddo e un po' per la rabbia. «Non sono un oggetto, Justin. Non sono qualcosa che possiedi, non puoi parlarmi, guardarmi o toccarmi solo tu e comportarti come un pazzo se lo fa qualcun altro.»

Socchiude gli occhi. «Non te ne andare.» Ripete un'altra volta.

«Dammi una buona ragione per non farlo...» Sussurro e aspetto per qualche secondo che mi sembra interminabile, ma lui rimane zitto. «bene, possiamo andare.» Mi rivolgo a Carly.

Quando io e Carly siamo quasi arrivate alla porta, sento Justin mormorare delle cose. Il cuore mi si ferma e credo di stare per svenire, quando mi volto sorpresa verso Carly.

«Rimani!» Gli sento dire in un singhiozzo. «Rimani perché ci tengo a te e non immagino una vita senza di te. Rimani perché non ti sto usando.»

Teach me how to be imperfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora