L'appuntamento era a Washington Square Park, non molto lontano dal mio attico, proprio di fronte alla fontana. Non avevo avvisato Parker della visita che avevo ricevuto né dell'appuntamento, conoscendolo si sarebbe allarmato. Quando arrivai un mucchio di gente sedeva ai bordi delle fontane tra il verde, le panchine e le statue che addobbavano il parco pubblico. Una donna alta e snella in piedi fissava con una certa impazienza l'Arco di Washington. Indossava un cappotto verde fluorescente stretto in vita , collant color crema, un paio di decoltè nere e grandi occhiali scuri. Mi avvicinai con aria sicura.
Avevo imparato sulla mia pelle che dimostrare di avere paura faceva vittime prima ancora di esserlo. Portava a tracolla una mini pochette , la sua pelle era bianchissima. I capelli liscissimi formavano un perfetto caschetto colore champagne sotto a un voluminoso cappello rosso a falda larga. Continuava a guardare l'orologio al polso mentre avanzavo verso di lei.
Le mani e le dita congiunte reggevano stretto un rosario nero di osso."Wanda Fletcher ?"Chiesi. Raddrizzò la nuca avvicinando, molto leggermente, il mento al collo. Il viso triangolare pronunciava spigolature sottili e appuntite.
-"Dottoressa Vladlena Cékova le andrebbe una partita a scacchi?"- Cosa? Qualcuno era venuto a fare visita al mio appartamento, soltanto per invitarmi a una partita a scacchi? Pensai tra me. "Venga , si sieda." La sua insistenza e il suo sorriso carico di lusinghe mi spiazzarono. Obbedii prendendole posto proprio di fronte. Lasciò cadere liberamente le braccia portando le mani sulle cosce con le palme orientate verso l'alto scaricò il peso del suo corpo sui talloni.
"La prima mossa spetta sempre al bianco.""-Tocca a lei." Aggiunsi. Tirò fuori il porta sigarette dalla pochette e ne accese una." Veda dottoressa Cekòva questa è solo una partita, ma io se volessi potrei benissimo mettere qualcuno di sua conoscenza al posto del re e fare scaccomatto ." Il fumo passò velocemente dalla bocca all'esterno. "Che cosa intende?"-Portò il mento ancora più vicino al collo lasciando scivolare le lenti sul naso. Il verde arlecchino degli enormi occhi a palla strabuzzati quasi mi accecò. "Dica a Parker di ficcare meno il naso nei miei affari o gli faccio saltare la testa."
Capii che mi trovavo davanti al colpevole che stavamo cercando con la sensazione che il mio corpo si frantumasse in infiniti brandelli di vetro.
Quando infilai il braccio nella giacca per estrarre la fondina qualcosa stava puntando dritta alla mia vagina, qualcosa di abbastanza contundente. "Non ci provi dottoressa Cékova. Non ci provi nemmeno. A lei la prossima mossa. "Fece come per alzarsi e in un attimo si mimetizzò in mezzo alla folla.Fantastico! Così avrei avuto due notizie per Parker. La buona notizia era che avevo finalmente trovato il mostro mangiatesta , o meglio lui aveva trovato me. La cattiva invece che eravamo appena stati minacciati entrambi, mica male come compleanno.
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Le storie di Vladlena Cékova
Science Fiction"...La mia pelle era diafana, le mie gote rosse purpuree , i miei capelli nero ebano. So a chi starete pensando. E in effetti come la fanciulla dalla mela avvelenata anche io parlavo agli animali. Ma dimenticate pure la scena del bosco incantato, d...