2.16

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Il bello addormentato rinvenne dal lungo sonno spalancando gli occhi e aggrottando le sopracciglia. "Swann riesce a sentirmi? Va tutto bene ora è libero. "Le sue pupille scrutarono me e Matthew con dispetto. -"Chi è questa donna? Cosa vuole da me Zanny? Perchè mi ha slegato?"Cercò lo sguardo della sua Padrona come per tranquillizzarsi, evidentemente infastidito.-"  Dottoressa Cékova Dipartimento di Polizia di Manhattan. Stava perdendo sangue era mio dovere intervenire . Conosce questa donna?"-" Sì, Zanny è la mia padrona."

Considerata la profondità delle aperture sul collo" Zanny "mi sembrò un eufemismo.-"Zanny le stava trapanando il collo Signor Swann. Lei è consapevole dei rischi e dei pericoli che corre partecipando a queste sessioni di feticismo estremo?"-" Io soddisfo la sua fame di sangue lei soddisfa la mia fame di sesso. Noi ci amiamo dottoressa Cékova. "La donna si avvicinò al giovane che  divaricò  leggermente le ginocchia, si distese in avanti con la schiena toccando con la fronte il letto. Poi posò le braccia lungo i fianchi in segno di sottomissione. "Sei stato bravo mio bel cagnetto". "Puoi rivestirti adesso. Io accompagno di là i detective." -" Sì, mia Signora. Come mia Signora desidera. "Il giovane si prostrò ai suoi piedi in segno di adorazione. La donna lo accarezzò. 

"Tutto questo fluido rosso mi ha messo sete. Non le dispiace se prendo dell'acqua dal suo frigo vero?"Matthew si voltò verso di me con aria sospettosa. Sapeva che stavo mentendo. "Certo che no. L'accompagno in cucina."La donna annuì  tornando a essere gentile.  

Come immaginavo  solo acqua niente cibo. Pensai richiudendo lo sportello."Non troverà quello che sta cercando qui dottoressa Cékova."-" E nemmeno nella videocassetta .Non si fidava della ragazza e ha rotto la telecamera. La registrazione sulla parete audio video è  oscurata."Aggiunse Matthew. 

Lasciammo l'appartamento e i due amanti facendo ritorno a Manhattan. L'appetito mi ricordò che era ora di cena. Comprai del pane francese e finalmente fui nel mio stabile. Entrai nell'atrio e attraversai il cortile che portava all'ascensore. Pressai il bottone per l'apertura delle porte quando tutt'a un tratto una mano  tirò  con decisione verso il basso una ciocca dei miei capelli sussurrandomi all'orecchio :" Buonasera Vladlena..."






Le storie di Vladlena CékovaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora