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Mitakuye Oyasin "tutto è mio parente", il popolo dei Lakota confidava che l'origine unica di esseri e cose, la loro interconnessione e l'interdipendenza, su tutti i livelli della Creazione, sul piano spirituale come su quello materiale, Mondo manifesto e Mondo non manifesto, fosse Wakan Tanka, il Grande Spirito.

Gli anziani delle tribù indiane avevano sempre una risposta per tutto. Questo mi aveva spinto ad affrontare quel lungo viaggio verso la terra delle aquile rosse, verso quel popolo nativo, capire chi fossi attraverso le parole di qualcuno disposto a percorrere i sentieri più tortuosi esistenti all'interno di me.

Le mie visioni erano iniziate all'età di due anni quando a occhi aperti cominciai a vedere animali come tigri e serpenti  prendere forma di esseri viventi, avanzare e avvinghiarsi completamente a me. Da quel momento il mio legame tra psiche e animale divenne indissolubile sia in stato allucinatorio che nel sonno. Ancora prima di entrare nella mia vita uomo o donna che fosse violando i cancelli della mia mente rivelava la propria anima animale varcando la soglia dei miei sogni.

Ma i segni del mio destino giunsero molto prima, quando mia madre trovò uno scarafaggio agitarsi sul mio ombelico nei miei primi giorni di vita. Nessuno mai avrebbe creduto che quello scarafaggio che tanto l'aveva terrorizzata fosse in realtà una blatta che insieme ai suoi neanidi aveva adottato anche me, la nuova arrivata nell'appartamento e che con le sue secrezioni stava volontariamente accelerando , e così facendo favorendo, il processo di cicatrizzazione. Pochi animali sulla terra avevano tanto istinto materno e tanta cura dei propri cuccioli la blatta era una di questi. Appena schiusa le uova raccoglieva sotto le proprie ali tutti i suoi neanidi e li teneva con sè fino a quando non sarebbero stati abbastanza autosufficienti. E così fece anche con me. 

Come accadde al famoso bimbo della giungla crebbi allevata dalla mia famiglia di blatte insieme a quella umana naturalmente. Molto presto scoprì che c'era negli scarafaggi molto più di me che negli uomini. Vivevamo entrambi ai margini dell'uomo, amavamo allo stesso modo gli zuccheri e difendevamo a spada tratta i più piccoli.

Mamma blatta mi cantava sempre una canzone prima di dormire e i miei fratelli blatte così numerosi e veloci divennero presto le più spassose delle macchinine a cui dare il via nella corsa. I più divertenti amici e compagni con cui parlare , giocare. Avevano tutti un nome e uno specifico ruolo all'interno della famiglia. I più adulti procacciavano il cibo, i più piccoli imparavano a leggere e a scrivere pur mantenendo integro il loro istinto.

Era incredibile come l'incidente all'Entomology Bio Center avesse donato agli androinsetti l'istinto di animali rendendoli più umani e agli insetti la ragione rendendoli più persone. Era incredibile come quell'incidente avesse creato in entrambi i casi una specie migliore costretta a mimetizzarsi nella società e a nascondersi da quell'essere a due zampe chiamato uomo.

Ed entrambi avevano scelto me o forse ci scegliemmo a vicenda.  Nessuno poteva sentirli e vederli  come me. I miei sensi erano ancora umani ma sviluppati come i loro. Potevo sapere con largo anticipo l'arrivo del temporale, potevo conoscere la direzione in cui si spostava il vento, prevenire fatti ed eventi ancora prima che accadessero, un animale a metà fra due mondi, quello umano e quello degli insetti.

Qualunque fosse stata la verità era tra le oscure colline del Dakota era nei rituali e nelle usanze degli Shamani che doveva trovarsi ,e fu proprio in quel lungo viaggio alla scoperta di me che conobbi Kohana un piccolo Lakota che sarebbe diventato il mio spirito guida.

Le storie di Vladlena CékovaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora