Una grande insegna colorata illuminava la palazzina a due piani "Benvenuti alla casa delle lucciole cinese" . Solitamente per entrare bisognava sempre suonare un campanello . Chi apriva dava sempre prima un'occhiata all'esterno per controllare. Quel giorno però non ci fu bisogno di suonare, la porta era aperta e l'edificio protetto dal nastro giallo.
Entrammo presentandoci senza troppi convenevoli:"Dipartimento di Polizia di Manhattan." Tutto l'ambiente era ispirato alla filosofie asiatiche che puntavano a eliminare le tensioni esterne con un utilizzo smodato dei colori accesi e dell'oro. Ogni particolare era studiato con meticolosa accuratezza. La selezione del tè di benvenuto, tipicamente cinese, gli aromi, le fragranze , la melodia di sottofondo, le atmosfere zen e calde delle lanterne e dei ramages rossi, un lungo viaggio tra il lusso e il fasto, lo squallore e il baratro, che accende i sensi mediante tecniche di massaggio tutt'altro che spirituali.
La donna alla cassa ci guardò per un attimo poi rivolse lo sguardo di nuovo al computer acceso. Dietro di lei su un divanetto francese in penombra delle ragazze impegnate a leggere delle riviste. Una di queste si alzò. Indossava un abito corto nero e parlava correttamente l'inglese. "Benvenuti nella casa delle lucciole cinese."- Incrociai lo sguardo della ragazza soffermandomi sui suoi occhi a mandorla verdi biancastri ."Una cinese dagli occhi verdi. Aggiunsi."-"Dottoressa Cékova qui tutte le ragazze hanno gli occhi verdi."-Chi è la proprietaria della Casa delle lucciole cinese ?".-"Lady Zàn zhā lā, ma non è qui al momento e non lo era quando è avvenuto l'omicidio.Sono giorni che manca..."
Un bordello di ragazze cinesi apposta selezionate forse per soddisfare la lussuria di un particolare cliente tra gli assidui della casa del piacere. Evidentemente qualcuno doveva esercitare una certa influenza e controllo sulla attività della palazzina rossa. Pensai.- "Rilasci pure le sue dichiarazioni agli agenti e ci conduca nella stanza dove è avvenuto il crimine..."
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Le storie di Vladlena Cékova
Science Fiction"...La mia pelle era diafana, le mie gote rosse purpuree , i miei capelli nero ebano. So a chi starete pensando. E in effetti come la fanciulla dalla mela avvelenata anche io parlavo agli animali. Ma dimenticate pure la scena del bosco incantato, d...
