Al bianco delle pareti, colore della serenità, si univano il suono rilassante della cascata di assenzio che sgorgava dalla bocca dei due dragoni di pietra posti su entrambi i comodini e delle musiche d'atmosfera di sottofondo. Al nero cobalto della notte si opponeva la luce soffusa di lampade in base di ceramica decorate da un reticolo di bambù.
Tutta la stanza era arredata con autentici motivi etnici: tappeti persiani, sete tailandesi, drappeggi dalle calde tonalità e mobili in legno teak dalle antiche tradizioni orientali.
Il fumo effuso dalla testa di un piccolo Buddha sul comò s'impregnava nell'aria addomesticando i sensi con il suo inconfondibile odore di Hashish pregiato proveniente dal Marocco.
Conoscevo bene le sue carezze, le sue adulazioni, le sue lusinghe e le sue tentazioni. Questo demone vestito di fascino e concupiscenza si rivolgeva a me con volto mascherato dalla bellezza di un innocente. Questo potente afrodisiaco dell'anima, sia in fase di inspirazione che di degustazione , risaliva nelle cavità nasali soggiogando e vincendo ogni mia resistenza, ogni mia ostentazione, ogni mia esitazione.
Con un fazzoletto sul viso cercai quindi di sfuggire ai suoi potenti effetti dissuasivi e avanzai verso i guardiani che sorvegliavano il letto al centro della stanza, due sculture conosciute come leoni imperiali dotati di forti poteri protettivi.
Mi spinsi oltre alla pedana verso il baldacchino rivestito in raso bottonato e avvolto da veli di tulle avorio intriso di sangue.
Qualunque fosse stato il segreto nascosto dalla Signora delle Casa delle lucciole cinese era solo oltrepassando quelle tende che si sarebbe potuto svelare.
STAI LEGGENDO
Le storie di Vladlena Cékova
Science Fiction"...La mia pelle era diafana, le mie gote rosse purpuree , i miei capelli nero ebano. So a chi starete pensando. E in effetti come la fanciulla dalla mela avvelenata anche io parlavo agli animali. Ma dimenticate pure la scena del bosco incantato, d...