3.1

41 1 0
                                    

Il venerdì sera aveva sempre quel sapore dolce e insieme amaro per un single. La maggior parte della gente comune aspettava questo giorno per sostituire gli impegni lavorativi con quelli affettivi generalmente. Parker portava al cinema i ragazzi , Julliette prenotava spesso una camera con il suo fidanzato in qualche hotel negli Hamptons , Matthew prendeva parte ai tornei di scacchi organizzati in casa dalle amiche della madre, Charles infine si dedicava interamente al suo hobby preferito, la falegnameria.Sembrava quasi che tutti avessero qualcosa da fare durante il fine settimana, che tutti avessero un posto dove andare, tutti, all'infuori di me, una giovane ragazza russa adottata dall'America. Se non ci fossero state emergenze perciò il venerdì sarebbe stato il giorno ideale per ordinare indiano a domicilio e spararmi uno dei miei film preferiti, commedia o azione , niente scene d'amore strazianti , niente drammi , solo risate, tante risate in tv.

Sollevai entrambe le gambe e mi distesi completamente sul mio divanetto a L , abbassai le luci e infilai il cucchiaio nella mia vaschetta di gelato alla vaniglia. Dovevano essere le 23 30 , stavano dando il mio film preferito , quello in cui magia e combattimenti cinesi si mescolavano insieme nella piccola Cina newyorkese, quando lo specchietto dei desideri di Boston s'illuminò di rosso. Chiamata di emergenza. Aprì lo specchietto, il localizzatore segnalava la sua precisa posizione. Si trovava esattamente all'uscita del mio residence. "Boston. Boston puoi sentirmi? Che succede?"-" Ascolta esattamente ciò che sto per dirti. Devi obbedire senza fare nessuna domanda. Nell'atrio del tuo palazzo c'è un mantello, indossalo. -"D'accordo Boston. "-"Assicurati di coprire bene il tuo viso con il cappuccio prima di uscire e raggiungimi in fretta alla mia auto."

Il suo tono di voce era severo e deciso. Era la prima volta che Boston mi pregava di coprirmi, questo significava che in ballo c'era davvero qualcosa di molto grande e molto pericoloso ai suoi occhi e non solo. Richiusi lo specchietto infilai la mia calibro 32 nella fondina e lo raggiunsi.Trovai il sacco con il mantello giù nell'atrio, lo indossai preoccupandomi di nascondere bene il viso. Quando fui finalmente fuori dal mio palazzo avvolto nella sua oscurità scorsi un uomo al fianco di una Vugatti Sangue Nero. Il volto per metà scoperto rivelava appena le labbra, le labbra di Boston. Avrei riconosciuto quelle labbra ovunque e in qualunque circostanza. Mi porse la sua mano invitandomi a salire e serrò in fretta la portiera.

Era mezzanotte ed io mi trovavo a bordo di un auto che sfrecciava i 400km/h. "Che diavolo sta succedendo. ?"Continuavo a domandarmi. "E'un sequestro Boston"-Gli chiesi."No. "Rispose- Il tono risoluto e incazzato mi impedì di sollevare altre domande. Sentii le pulsazioni della mia giugulare aumentare , Boston mi faceva sempre questo strano effetto, cosi mi adagiai in silenzio sul sedile di pelle reclinandolo quasi del tutto. Più volte lo sorpresi guardarmi dallo specchietto retrovisore.

La sua mano si posò su di me e allontanò  i capelli dal mio viso. "Voglio che tu veda una cosa Kyonyū". Usava quel nomignolo tutte le volte che voleva lo sentissi vicino a me, tutte le volte che voleva sapessi che potevo contare su lui, che lui c'era. Avvicinai al petto la pistola e la strinsi forte come a confortarmi e ci avviammo avvolti dall'oscurità della notte...









Le storie di Vladlena CékovaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora