Le lampade scialitiche di una sala operatoria infransero ogni minima parte del mio corpo disteso su un lettino operatorio. Un medico m'intimava di stare calma e di addolcire la parte sulla quale stava per intervenire. "Qualcosa è andato storto durante l'ultimo intervento , è necessario riaprire. E vedrà domani con l'ultima operazione che Rosario le reciteranno i miei colleghi." Aggiunse. Poi afferrò il bisturi, lo puntò sul mio fianco e affondò lo strumento nella pelle non anestetizzata spezzando il mio sogno in guazzo di sangue e in un grido di dolore.
Mi svegliai di soprassalto, sudata , con la frequenza accelerata , un altro incubo , l'ennesimo. Cercai conforto nel buffo aspetto dei miei adorati Hypostumus plecustomus. Le labbra fuse formavano una grossa ventosa circolare al centro della quale appariva la bocca. Mi soffermai sulla livrea marezzata da macchie e strisce più chiare. Adoravo la loro straordinaria capacità di cambiare colore. Li avevo scelti perchè sembrava essere l'unica specie di pesci che potesse convivere con dei piranha e per la sembianza di piccoli squali maculati. Quando allargai tutte e due le braccia verso l'acquario capì che andava ancora tutto bene, che era stato solo un brutto sogno, che potevo acconciarmi ed andare a lavoro non senza avere fatto prima colazione e guardato l'edizione del tg della mattina.
Intinsi due fette biscottate al malto d'orzo nel mio caffè macchiato e tirai fuori dalla cabina armadio che occupava uno degli angoli della stanza padronale il mio giubbotto in pelle, i miei jeans e i miei scarponcini. Portai sù i capelli e passai un filo di rossetto sulle labbra quando la notitia criminis annunciata dal giornalista durante i titoli di lancio mi colse alla sprovvista:
"Trovato corpo di anziano signore senza vita avvolto da abbondante melma bianca e insanguinato sulla dondola del suo porticato!"
il maniaco della Casa delle lucciole cinese era tornato a colpire ancora....
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Le storie di Vladlena Cékova
Science Fiction"...La mia pelle era diafana, le mie gote rosse purpuree , i miei capelli nero ebano. So a chi starete pensando. E in effetti come la fanciulla dalla mela avvelenata anche io parlavo agli animali. Ma dimenticate pure la scena del bosco incantato, d...