Un cerchio di fuoco all'orizzonte,una lama rossa, tremula sull'acqua increspata sfaldava il lembo di tenebre che racchiudeva l'atmosfera della notte passata in un usurato motel di Cincinnati, lavando con la luce della speranza le macchie e la polvere dello spirito vuoto del giorno trascorso.
A quell'ora fioca , l'alba con il suo leggero torpore iniziale , la sua misteriosa grandezza, mi sembrò che l'omicidio dell'anziano non fosse mai avvenuto.
Sorseggiai un goccio del mio caffè e mi recai alla stazione di servizio più vicina a Dayton Road nel West Chester. Il cartello della pensilina deserta riportava: "solo self service prima delle 7 del mattino." Inspirai profondamente, mi accostai al giusto erogatore e scesi dal mio fuoristrada per il rifornimento di carburante. Estrassi l'erogatore dal suo alloggio, svitai il tappo e lo inserii nel serbatoio.
Quando sollevai la leva di sicurezza vicino all'impugnatura un uomo uscì dai bagni dell'aria di sevizio a passo veloce. Una lunga chioma ruggine penzolava sulle spalle piuttosto ampie addobbando il lungo copriabito nero a tre quarti. Qualcosa di scuro cadde sull'asfalto dalla sua coscia. I suoi pantaloni erano lacerati dal cavallo e quello cascato sul pavimento doveva essere un pezzo di tessuto.
"Ehi Signore, va tutto bene? Ha Bisogno di aiuto." Pensando che avesse bisogno di aiuto mi rivolsi a lui."Chiesi per tre volte aumentando gradualmente il tono della voce. Ma l'uomo non rispose, affrettò ancora di più il passo e iniziò a correre come un colpevole appena colto in flagranza di reato.
Tirai fuori dalla fondina la mia calibro 39 e gli intimai di fermarsi. Lo rincorsi fino a quando il misterioso uomo non si trovò faccia a muro. "Fermo! Non si muova! Faccia a muro o sparo".Urlai.
Ero finalmente a un passo da lui quando esplodendo in una risata maligna si voltò come per guardarmi. Una grossa maschera da untore in stile cyberpunk stranamente inquietante vestiva interamente il suo viso.
Puntando i due fori luminosi che gli facevano da occhi verso di me appiattì il suo ventre in una misura che non si era mai vista prima e su un fianco, attraversando la lunga e stretta crepa che dall'alto verso il basso infrangeva il muro, scomparve inghiottito dall'oscurità.
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Le storie di Vladlena Cékova
Science Fiction"...La mia pelle era diafana, le mie gote rosse purpuree , i miei capelli nero ebano. So a chi starete pensando. E in effetti come la fanciulla dalla mela avvelenata anche io parlavo agli animali. Ma dimenticate pure la scena del bosco incantato, d...