1

3.6K 195 103
                                    

Odiava già quella città, era arrivato solamente da tre giorni, ma il caldo micidiale lo aveva steso, era diventato una sorta di bradipo inchiodato al letto, e nessuna posizione, neanche stare appicciato al muro come una cozza gli dava refrigerio. E poi la sua stanza non gli piaceva era troppo, ehm... Luminosa, non che fosse un vampiro o cose del genere, anche se per un certo periodo... No, okay, non era un vampiro, ma la luce non gli piaceva, pensava semplicemente che mostrasse troppo e il sole lo accecava. Avrebbe senza dubbio verniciato le pareti di nero e fatto qualche disegno sopra, magari con un bel rosso sangue, sì, questo avrebbe reso le cose un po' meno di merda.
Resisti, siamo al 23 agosto.
Pensò chiudendo le persiane che sua madre, come una specie di ninja, aveva aperto approfittando del momento in cui era sotto doccia, la centesima doccia, d'altronde stava là sotto praticamente per mezz'ora, quindi non era poi così ninja, ovviamente prima che Mikey irrompesse pregandolo di cedergli il posto, e lì ovviamente partivano le suppliche a cui alla fine cedeva sempre. Si chiedeva come facessero quelli che lì ci abitavano da una vita, ma sua madre gli diede la risposta, il mare.
Affacciarsi dal balcone o dalla finestra e vedere quell'infinito blu non era poi così male, ti potevi perdere là dentro, ma andare sulla spiaggia, che da un momento all'altro incontri Dante e Virgilio, i bambini che ti tiravano sabbia addosso, il piscio nell'acqua, le vecchie flaccide e rugose in topless e gli stronzetti che ti prendevano per il culo, non era esattamente il massimo. E poi si sarebbe sicuramente bruciato, aveva la pelle troppo bianca e delicata, ci sarebbero voluti almeno due litri di crema solare e non voleva certamente fare il mino o il pupazzo di neve, non avrebbe mai mostrato il suo corpo a nessuno, neanche sotto tortura, già era in imbarazzo davanti a suo fratello, che era praticamente il suo unico amico, figuriamoci davanti a centinaia di persone pronte a osservare ogni tuo difetto, assolutamente NO. Sua madre poteva fare tutti i discorsi di incoraggiamento che voleva, ma lo avrebbe fatto mai e Mikey era dalla sua parte fortunatamente, per cui doveva stringere i denti e pregare qualche strana divinità marina, che quel caldo finisse lasciando spazio al meraviglioso e soprattutto fresco autunno.

Non aveva mai affrontato il ritorno a scuola con particolare entusiasmo, e questo non avrebbe fatto eccezione, alla fine quel giorno di metà settembre era solo più schifoso rispetto agli altri, ma considerando che tutto poteva andare peggio, non sarebbe stato poi così male, non voleva illudersi, sapeva che non avrebbe trovato né un amico e né persone gentili, né altro, almeno non subito, lui aveva degli amici, e purtroppo non erano con lui.
Non era particolarmente bravo a socializzare e se ne ebbe la conferma quando, nella sua aula, dove faceva ancora un caldo infernale, nessuno si sedette con lui e per giunta era in prima fila, si passò le mani sugli occhi assonnati, quello sarebbe stato un lungo anno.

L'unico aspetto positivo di quella scuola decadente che puzzava di muffa praticamente in tutti gli angoli, era il cortile interno, un rettangolo, dove, nei dieci minuti di intervallo si poteva fumare in santa pace, al centro c'era una specie di pozzo coperto ed un lampione, che rappresentavano l'inutilità assoluta, ma il gigantesco albero di lato era la cosa che dava un senso al tutto, faceva tanta ombra e lui adorava sedersi là sotto, molti ragazzi lo facevano discutendo amabilmente tra loro a ma a lui non importava, gli bastavano l'ombra, un paio di cuffie ed una sigaretta per creare un piccolo paradiso.

Ovviamente suo fratello si era già fatto degli amici e il sabato della prima settimana di scuola era già stato invitato ad uscire, glieli aveva addirittura presentati, due tizi che si chiamavano Pete, Brendon e Kristin, o qualcosa così, e sembrano già amici da una vita e una di loro era una ragazza che era già cotta di lui! Si chiedeva come Mikey facesse ad essere tanto socievole e ad avere successo con le donne, con quegli occhialoni e i capelli appiccicati alla faccia, ma era contento per il fratellino.
Lui diciamo che... Insomma... Era in un periodo di carestia, un lungo periodo, ad essere diretti, non scopava da un bel po', si era dimentico l'ultima volta che lui e il suo amichetto avevano visto una ragazza da vicino, ma era impegnato... Sì, con il trasloco, ad essere depresso, a fumare e ancora con il trasloco! Era così... Perché sì. Sapeva che a quelle scuse non ci credeva nessuno, ma doveva pur inventare qualcosa, no?
Ad ogni modo aveva tempo per lavorarci, a catturare la sua attenzione fu altro, un giorno decise di andare a scuola a piedi, per il semplice gusto di camminare e godersi il freddo silenzio delle strada di mattina presto, non si era mai reso conto del numero infinito di viuzze dalle quali si doveva passare per arrivare in quel posto puzzolente, sembrano un labirinto. In macchina non badava molto alla strada, preferiva massacrarsi le unghie e la pelle circostante facendosi prendere dall'ansia di dover stare in mezzo alle persone per i due minuti circa, in cui avrebbe dovuto fare le scale storte per arrivare il classe, non gli piacevano i posti affollati. La sua aula era al primo piano, quella di Mikey al piano terra, per cui si ritrovava a fare quelle fottute scale senza nessuno con cui parlare, con la testa bassa e facendo attenzione a non rompersi l'osso del collo. Tornando a noi, solo in quella specie di "passeggiata" anche se sarebbe stato più corretto definirla "caccia al tesoro" considerando che praticamente andava alla cieca sperando di non perdersi, si rese conto di quanto quella città fosse... Arte. I balconi, i portoni, gli archi, le pietre per terra, gli affacci panoramici, erano meravigliosi. Era senza dubbio tutto antico, a tratti decadente, ma era questo che gli piaceva, quelle decorazioni storte, regali, alcune a frammenti, ma che un tempo, chissà quanti anni prima, dovevano essere lisce e perfette. Già solo il piccolo spazio tra un palazzo ed un altro erano uno spettacolo, perché si vedeva una striscia orizzontale blu collegare i muri.
Era troppo fantastico per essere lasciato lì senza che nessuno lo vedesse, quando si rese conto che stava per fare ritardo con la conseguenza che sua madre gli avrebbe rotto il setto nasale, si mise a correre verso la scuola, con in testa l'idea di tornare e guardare tutto con calma.

SkinsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora