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Raccontò una palla, che sarebbe andato a mangiare una pizza con dei compagni di classe, mentre suo padre restò impassibile, gli occhi di Donna e Mikey si illuminarono di sorpresa, cercando di essere più convincente e vago possibile, spiegò che sarebbero andati in un paese vicino, e prontamente schiavò le domande perplesse del fratello con un "non li conosci e adesso sono in ritardo, ciao!" il tutto poco prima di sbattersi la porta alle spalle, sapeva che non avrebbero trattenuto chiedendo altro, un esemplare di Gerard Way che esce da casa non solo per la scuola o per comprarsi le sigarette, era uno di quegli eventi più unici che rari, che andava protetto in tutti i modi!
Ovviamente non doveva andare da nessuna parte con i suoi compagni, a stento li salutava e nemmeno si ricordava i loro nomi, per sicurezza nella sua testa chiamava tutti "Paul" come quello che veniva subito prima di lui nell'appello e che teoricamente era seduto dietro e al quale ogni tanto prestava dei fogli o delle penne.
Con poca sicurezza si addentrò nell'oscurità dei vicoli, c'era uno strano odore di piscio di cane, effettivamente la mattina ne vedeva parecchi scorrazzare in giro, per cui non si sorprese. Stavolta venne attrezzato di macchina fotografica, ad ogni singolo palazzo doveva fare la foto, con la luce fioca dei lampioni venivano molto bene, avevano un che di romantico e tetro, perfetti per finire dentro qualche opera di Foscolo o di Wadsworth. Non aveva messo il flash di proposito, se qualcuno l'avesse visto sarebbe sembrato un emerito coglione che tentava di fare il turista. Ogni tanto vedeva dei gruppetti di ragazzi seduti su qualche scalino o sentiva strani rumori che lo portavano a pensare che qualcuno ci stesse dando dentro e prontamente si nascondeva da qualche parte sgattaiolando poi via senza essere visto. Quel posto era figo.
Durante il suo giro panoramico notò che c'era un numero incredibile di chiese, non le amava come posti e sua madre aveva rinunciato a trascinarlo lì più o meno, quando aveva quattordici anni e se ne uscì dicendo "Dio è morto" e cominciando a dire di come la vita fosse solo fatta di illusioni e parlando di morale religiosa, lasciando la sua povera prozia zitella, che quel giorno era invitata a pranzo da loro, senza parole e con gli occhi sgranati. Così, nacque un patto molto chiaro e preciso, niente Nietzsche o Schopenhauer o qualsiasi altro filosofo davanti a parenti strani e niente chiesa o rito religioso in sua presenza.
Avvicinandosi a queste chiese si rese conto che erano tutte chiuse con dei lucchetti e le finestre sbarrate con travi inchiodate e filo di ferro, quella erano senza dubbio sconsacrate, Mikey gli rivelò che anche l'edificio accanto alla loro scuola era una chiesa e che tipo c'è un collegamento con la scuola perché ci hanno fatto un'uscita di sicurezza, voleva assolutamente entrare dentro a qualcuna, sia per ammirare come fossero fatte, perché non aveva alcun dubbio che l'architettura dentro era da vedere, ma anche per fare qualcosa di divertente, non succedeva niente di interessante da quelle parte se non Mikey che diventava ogni giorno più popolare e lui sempre più sfigato, ovviamente rifletté su queste cose mentre era seduto sotto il suo albero preferito e con una sigaretta da accende tra i denti, ma improvvisamente, un odore gli fece alzare la testa e togliendosi una cuffia e lasciando le note di Morning Glory fluttuare nell'aria. Aspirò profondamente, gli sembrò di esserselo immaginato, perché non era troppo forte, ma quanto gli era mancato cazzo... oltre al sesso, non fumava erba da un po', sia perché non aveva grandi risorse economiche e sia perché non sapeva proprio come procurarsela, i suoi compagni non gli sembravano esattamente tipi da "canne", praticamente nessuno fumava tabacco, figuriamoci erba! E poi non aveva voglia di passare come il fattone della classe, quei ragazzi si conoscevano tra loro da quattro anni, lui era il nuovo arrivato in mezzo ad amici e certamente si sarebbe sparsa subito la voce, non che gli importasse perché sapeva benissimo quali fossero le sue etichette, tipo "emo", "vampiro" o "fratello strano di Mikey Way", a lui andava bene così, ma se a sua madre o peggio a suo padre, fossero arrivate voci come quelle si sarebbe giocato per sempre la sua "immunità da pazzoide" così suo fratello la definiva, qualsiasi cosa facesse, agli occhi dei suoi, era giustificata dal fatto che fosse depresso e disturbato, quindi, per ciò che potevano, gli accordavano tutto, e risultare l'anello debole per lui non era un problema.
«Amico, così fai capire tutto ai professori» lo interruppe una voce alla sua destra che si stava avvicinando.
Non era reso conto di aver chiuso gli occhi andando praticamente in catalessi alla dispera ricerca di inalare il più possibile.
Qualcuno gli aveva parlato, proprio con lui.
Fosse stata un'altra volta, avrebbe approfittato di una cuffia ancora nel suo orecchio, per fingere di non aver sentito, ma era in astinenza da troppo tempo per cui poteva fare un'eccezione, e poi quel ragazzo era solo e non sembrava minaccioso.
«Oh scusa, ma non è rischioso, qui?» disse cercando di nascondere l'imbarazzo dato che era stato almeno un minuto a studiarlo prima di rispondere, ma il ragazzo non si accorse di nulla.
Aveva dei capelli ricci e lunghi, un cespuglio in testa praticamente, ma a Gerard sembrarono simpatici, avevano il suo perché diciamo. Una maglia dei Queen coperta da un giubbotto di pelle e considerando che quella band fu il suo primo grande amore, decise che poteva valere la pena parlare con lui.
«Nah, l'ho fatto così tante volte che credo che lo sappiano già o non lo riescano a distinguere».
«Ti lascio due tiri» aggiunse sorridente l'afro.
«Cosa?» rispose incredulo.
«Non te la passo subito perché sembrerebbe strano» disse abbassando la voce e alzando lo sguardo verso la finestra dove una professoressa era affacciata vigile sui ragazzi.
«Salve prof, ci vediamo alla quarta! Mi raccomando, non mi interroghi!» sorrise alzando la mano libera, facendo un occhiolino e cacciando del fumo.
La donna lo ignorò facendo un ghigno e tornando dentro, Gerard rise leggermente.
«Anche se ha sessant'anni, sono sicuro che mi ama, lo so e basta»
Quel ragazzo era un po' testa di cazzo, ma era divertente!
Come promesso lasciò al ragazzo seduto due tiri e prima che Gerard potesse ringraziarlo stava già tornando dentro.
«Comunque sono Gerard!» quasi gridò alzandosi in piedi.
«Ray» rispose l'altro chiudendosi la porta alle spalle.
Sapere che esisteva un ragazzo che sapeva dove trovare dell'erba in città gli migliorò la giornata rendendolo quasi felice.

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