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«Ma che rottura di coglioni è dividere tutto per cazzo di quattro terzi? Fanculo».
«Dai, non è poi così difficile, resta qua».
Era da circa un'oretta che stavano studiando, anche se più che studiare era tenere Frank concentrato sul fottutissimo foglio, quel piccolo terremoto aveva la soglia di attenzione di una mosca e poi aveva sempre bisogno di muoversi. Anche se a Gerard non dispiaceva, con la scusa lo poteva tenere ancorato alla sedia abbracciandolo. E okay è una cosa molto sdolcinata, ma ormai il nostro diciassettenne era malato di Frankite in forma acuta e non poteva evitare di stare attaccato a quel nano.
Nell'ennesimo tentativo di farlo stare buono gli cadde il cappuccio dalla testa, mostrando i suoi nuovi capelli, Frank che si era alzato in quel secondo di distrazione ammutolì, mentre Gerard divenne dello stesso colore dei capelli.
Pensò alla svelta di dire di essersi fatto lo shampoo con la candeggina per sbaglio, ma chi è così idiota da farlo? Forse la risposta "lui" era più azzeccata del previsto.
«Hai cambiato colore! Ti stanno fottutamente bene in questo modo!».
Gli passò una mano tra i capelli morbidi avvicinandosi con la sedia e il ragazzo pensò seriamente di mettersi a fare la fangirl o di svenire.
«E poi lo sai il detto...».
Gerard aggrottò le sopracciglia, quale "detto"?
«Rossa di capelli vogliosa di uccelli!».
Gerard spalancò gli occhi e non proferì parola, ma Frank lo sguardò con i suoi occhioni da cucciolo tutto divertito da quell'imbarazzo, era come se ci prendesse gusto, anzi come se si eccitasse a vedere Gerard in difficoltà. Il nano allungò un dito verso il bottone dei suoi pantaloni, facendoci un giro con il polpastrello come a giocare, scavò leggermente sotto l'elastico della felpa, qualche pelo uscì fuori e il dito sfiorò la sua pelle provocando un brivido bollente e la bocca secca da parte del ragazzo, prima che potesse deglutire, posò le labbra sulle sue ficcandogli la lingua in gola in maniera quasi famelica, Gerard rispose immediatamente, come se nel suo cervello si fosse acceso qualcosa, ma probabilmente anche sotto si stava accendendo qualcosa, Frank era più agitato del solito, sarà che forse doveva sfogare il tempo in cui era stato fermo. Senza freno mordeva e succhiava le sue labbra, la presa ai capelli divenne più salda stringendo le ciocche corte come a volerle possedere, l'altra mano aveva smesso di giocare e basta e si stava già allungando sotto la sua felpa partendo dall'accarezzare l'ombelico e poi il petto facendo tremare il ragazzo tra le sue labbra. I suoi tocchi erano decisi ed esperti, andavano da un capezzolo all'altro, Gerard pensò che in quel modo Frank avrebbe toccato i suoi rotolini di ciccia cosí esposti, eppure il nano non sembrava farci caso, anzi, accarezzava il tutto con passione, Frank spostò la testa verso lo zigomo, Gerard avrebbe voluto continuare in quel modo per un tempo infinito e fece un versetto di disapprovazione quando quel calore umido era andato via, anche se ormai il corpo del nano era praticamente appiccicato a suo, quindi il calore non mancava, anzi era pure troppo. Il piccolo cominciò a baciargli il collo, non solo a farci di tutto, si divertiva a pensare di marchiare si rosso quella pelle lattea, passava da una zona all'altra, senza mai fermarsi troppo, questo fece impazzire ancora di più Gerard, che voleva qualcosa di più. Ovviamente lo scopo del nano malefico era molto chiaro e quella mano tatuata terribilmente fantatstica aveva smesso di muoversi sopra facendo intendere di voler andare più in basso.
«Dillo che è vero...» sussurrò al suo orecchio con il respiro affannoso e lasciando una scia di baci umidi sulla mascella.
«Uno... Uno in particolare» ebbe il coraggio di rispondere Gerard approfittando del momento per tornare sulle sue fantastiche labbra ormai arrossate da quel contatto tanto prepotente. Frank dal canto suo sorrise nel bacio e Gerard capí quanto spontaneo fosse quel sorriso e gli si scaldò il cuore.
Inutile dire che la matematica andò a gaylandia insieme a loro, per quel pomeriggio non studiarono più nulla.


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