Arrivarono al locale e appena messo piede dentro furono travolti dal profumo di pizza e dal calore del posto, che per le mani congelate di entrambi fu un sollievo.
Frank andò diritto verso un tavolo alla fine della sala, a Gerard dava fastidio stare al centro in qualsiasi posto entrasse, quindi era più che felice di quella scelta e magari sarebbe volato qualche bacio innocente che non guastava mai.
Per un attimo sperò che il suo accompagnatore gli tirasse la sedia per farlo accomodare, ma non erano mica in un romanzo rosa o in una fanfiction…
Non poteva fare a meno di sognare, ormai lo sappiamo, anche se la realtà era già fantastica stavolta, per rendere tutto perfetto c’era bisogno di sole due cose, lui e Frank e con la pizza era solo meglio.
«Devo andare un attimo al cesso Gee, tu?» disse il nano con ancora in piedi e con il cappotto mentre Gerard lo aveva già tolto dopo essersi seduto.
«Sto bene così» rispose semplicemente pensando a quanto fosse fortunato per il fatto di non sfogare la sua perenne ansia facendo pipì come spesso succedeva a suo fratello.
Frank sorrise e si voltò sembrava conoscere bene quel posto, ma tanto meglio.
Poggiò i gomiti sul tavolo e cominciò a guardarsi le dita, le scrutava alla ricerca di qualche pellicina da togliere, era un ottimo modo per abbassare la tensione, anche se spesso arrivava a farsi uscire il sangue e non era un bello spettacolo.
«Posso, sei solo?».
Sentì una voce di fronte a lui e alzò lo sguardo, gli ci volle qualche secondo per elaborare quella domanda visto la persona che aveva davanti, la fissò come se gli avesse chiesto di risolvere un problema di trigonometria che manco Ray sapeva risolvere.
«Tutto bene?».
«Ehm… Sì, sto bene, sono solo… Tipo solo adesso… Nel senso, siamo io e un ragazzo… Cioè siamo in due» deglutì nervoso, in quel momento avrebbe preferito andare a fare la dannata pipì.
«Hey Jam!» disse il nano sbucando dal nulla aprendo le braccia e stringendo la ragazza a sé.
Jamia ricambiò l’abbraccio con un grande sorriso.
Che cazzo stava succedendo?
Si prese qualche secondo per respirare.
Era un semplice abbraccio, non significava che ci fosse una rapporto speciale, giusto? Non voleva dire nulla, anche lui abbracciava la gente… No okay lui non abbracciava nessuno… o meglio solo alcune persone, insomma, quelle importanti, ma magari era una cosa soggettiva! Frank poteva essere abbracciofilo! Magari se non abbracciava un certo numero di persone random ogni giorno si sentiva male e magari oggi gliene mancava una per arrivare al suo numero e aveva scelto Jamia! Però avrebbe potuto abbracciare lui…
«Mi ricordavo che oggi avessi il turno» continuò il ragazzo ancora con un sorriso stampato in faccia.
«Che memoria Frankie» rise la ragazza toccandogli una spalla.
Frankie?! Frankie un gran cazzo fritto!
Okay quella nanetta del cazzo, sì, era più bassa di Frank, doveva togliere le sue luride zampacce da quell’esserino tatuato e nessuno si sarebbe fatto male. Come cazzo si permetteva, chi gli aveva dato tutta quella confidenza?
Avrebbe voluto alzarsi e far partire una rissa, che poi le risse tra ragazze consistevano nel tirare i capelli, almeno dalle poche a cui aveva assistito, quindi lui era in vantaggio per averli più corti, non che Jamia li avesse lunghissimi effettivamente… Okay non era in vantaggio proprio per niente e lei aveva delle unghie belle lunghe… Gli avrebbe potuto togliere un fottuto occhio e lui dalla sua parte aveva delle dita insanguinate…
Si sentì solo patetico…
«Ovviamente ti inviterei a sederti se non dovessi lavorare» replicò il piccolo sedendosi.
«Magari un’altra volta» rispose lei sorridendo ancora, poggiò due menù tra loro e andò via.
Gerard le avrebbe voluto tirare quei cosi in testa.
Frank si limitò a sfogliarne uno come se nulla fosse, da canto suo il maggiore era un misto di delusione, tristezza e rabbia.
«Ehm… Vado a fumare, tipo subito, solo» farfugliò alzandosi alla velocità della luce per andare via un momento.
Una sigaretta gli avrebbe calmato i nervi, per la fretta si dimenticò il giubbotto, ma poteva sopportare un po’ di freddo.L'aria gelida lo travolse, c'era solo la luce dei campioni a fargli compagnia, chiuse le palpebre ed estrasse il pacchetto dalla tasca e senza pensarci si portò un tubicino tra le labbra, cercò nell'altra tasca l'accendino, ma non c'era niente, provò nell'altra, forse aveva solo cambiato lato...
Niente anche qui...
Sospirò e il suo alito si dissolse diventando bianco, si strinse le braccia intorno alle spalle e poi ficcò le mani sotto le ascelle, metodo poco ortodosso, ma sperava di mantenerle calde, faceva forse più freddo di quanto immaginasse. Avrebbe scommesso la testa che nel giubbotto c'era il suo accendino.
«Fanculo...» disse a fior di labbra chiudendo di nuovo gli occhi.
Si doveva calmare.
Poteva rovinare tutto in una stupida serata? NO!
Poteva una gatta morta megera rubargli il suo nano? NO!
Poteva farsi scoraggiare da un insulso abbraccio? NO!
Poteva morire assiderato se non fosse subito tornato dentro? SI CAZZO!
Spinto dalla positività, per la prima volta nella sua lunga carriera da pessimista leopardiano, e dal gelo, si levò quella sigaretta dalla bocca mettendola in tasca disornatamene e con un sorriso si voltò per entrare, le sue mani erano ancora calde, stava ancora bene, era ancora vivo.
Fu soddisfatto di sé stesso, era riuscito a superare in poco tempo un momento da attacco di panico.
Entrò guardandosi i piedi ma continuando a sorridere, ad un certo punto alzò lo sguardo, ciò che vide fece capovolgere quel sorriso.
Jamia si appena era seduta al suo posto e Frank aveva appena finito di tirarla per un braccio intimandola appunto a sedersi come se fosse vitale, la ragazza disse qualcosa ed entrambi scoppiarono a ridere come se quella fosse la cosa più naturale del mondo, come se lo avessero sempre fatto.
Respirò, sapeva cosa fare stavolta.
Molto velocemente arrivò dai due che smisero di parlare per guardarlo, Jamia leggermente imbarazzata si alzò come se quella sedia fosse bollente, prima che potesse dire qualcosa Gerard prese la parola.
«Mi ha chiamato... Mikey, devo tornare a casa, mi dispiace» disse recuperando il suo giubbotto messo sulla sua sedia.
«Oh... E' successo qualcosa?» chiese Frank dispiaciuto.
«Credo di stare male» rispose semplicemente.
Il piccolo lo guardò perplesso.
«Ci si vede, ciao».
Gerard non diede il tempo neanche di replicare che subito tornò alla porta, questa volta non avrebbe alzato lo sguardo per niente al mondo.
Solo una volta arrivato fuori si infilò il giubbino.
Le sue guance bruciavano, si mise a camminare veloce senza neanche rendersi conto di stare quasi correndo.
In un momento di lucidità mise la mano in tasca e tastò l'accendino che tanto aveva desiderato, gli venne voglia di saraventarlo a terra, ma non lo fece, invece prese il cellulare, il display si illuminò davanti al suo viso, c'erano dieci chiamate perse e quattro messaggi di Mikey, si fermò di scatto rischiando di cadere, quella scusa era improvvisamente diventata vera, avrebbe visto prima se solo non avesse dimenticato il maldetto giubbotto, subito richiamò suo fratello.
Appena sentì il respiro dall'altra parte parlò.
«Mikes va tutto di merda».
«Lo so Gee... Ho provato ad avvertirti prima... Non rispondevi...».
«Aspetta, che è successo?».
«Hanno portato via.... Macchia... I suoi padroni...».
Fu in quel momento che veramente andò tutto di merda.Salve!
Non odiatemi pls 🙈🙈🙈🙈
Questo capitolo ha un valore speciale per me e niente volevo ringraziare SassyVampire per tutto quanto ❤
E ricordare che senza di lei non esisterebbe questo seguito della os originale u.u ❤❤
Alla fine ho aggiornato presto, boh, ero ispirita 😂🙈
Prometto che mi farò perdonare per questa sofferenza 🌈
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Skins
FanfictionCosa succede se un esemplare diciassettenne di Gerard Way, meglio noto come CiccioGee, si trasferisce in un nuovo paese e incontra un nano spacciatore di erba ed un afro spettinato con la passione per la matematica? Attenzione, altamente demenziale...