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«Ti prego dimmi che hai un l'accendino» disse Frank frugando tra le sue tasche con già una sigaretta stretta tra le labbra e fermandosi un attimo.
«Ce l'ho... Ma non ridere...» rispose nervoso.
«Neanche guarderò il tuo stupido accendino, stamattina non ho potuto fumare perché quel merda di bus è arrivato in anticipo, quindi dammi qui Gee».
Per un momento Gerard si dimenticò dell'accendino per concentrarsi su quel "Gee", possibile che sembrasse musica ogni volta che lo sentiva pronunciato da lui? Che problemi aveva? O forse era il nano ad avere qualche problema? Tipo, uno a caso, troppa perfezione...
Cercò nelle tasche del giubbotto, e ancora ammaliato, porse l'oggetto incriminato al ragazzo, che fortunatamente non lo notò, per i primi cinque secondi però.
«Perché hai l'accendino di Hello Kitty?!» rise Frank piegandosi quasi in due.
«Avevano solo questi al tabacchino! E poi lo sfondo è nero e il disegno è piccolo!» rispose strappandoglielo di mano con la voglia di sotterrarsi fino al centro della terra.
«Sei fantastico! Mi fai morire dal ridere!» continuò a ridere con le lacrime.
Gerard perse un battito, ringraziò mentalmente chi fosse tanto malato da fare accendini con Hello Kitty.

Arrivarono quasi vicino scuola in silenzio, Gerard avrebbe voluto spendere tutto il suo tempo fissando lo spettacolare ragazzo che aveva accanto, ma sapeva di non potere, era fin troppo stalker con lui, così decise di perdersi con lo sguardo tra i palazzi antichi, si ricordava quando, prima di conoscere Ray, girava tra quelle architettura ammirandole e fotografandole, da qualche parte doveva ancora avere quelle foto, prima o poi ci avrebbe fatto un poster da mettere in camera, inoltre avrebbe voluto comprare un libro per saperne di più, chissà quante persone erano state lì ad intonacare, magari con utensili arcaici e...
«Ti piacciono proprio, eh?».
Il piccolo interruppe il suo flusso di pensieri e quasi non capì la domanda, ci vollero dei secondi prima di rispondere.
«Ehm... Sì, sono belli...».
Improvvisamente si vergognò di sé stesso, Frank non poteva essere il tipo che trovava figa quella roba, Frank era... Era lui figo! Sicuramente adesso pensava che lui fosse uno sfigato, non che effettivamente non lo fosse davvero, ma... Se si era mostrato interessante a lui, lo aveva sicuramente fatto ricredere.
«Anche a me, sai? Da piccolo chiedevo sempre ai miei di mettermi sulle spalle per farmi vedere più in alto e puntualmente bussavo ai portoni» rise con un po' di amarezza.
«Dovevi essere terribile» rise ancora l'altro.
«Un miniterremoto» puntualizzò.
«Ti dispiace saltare la scuola? Voglio farti vedere qualcosa che ti piacerà».
La risposta del ragazzo a quell'invito la conosciamo già tutti...

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