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Gerard si svegliò alle sette in punto, non voleva arrivare di nuovo in ritardo e infatti andò subito in camera di Mikey per svegliarlo.
«Mikes muovi il culo» disse togliendogli il cuscino da sotto la testa sgarbatamente e gettandolo a terra.
«Non rompere le palle Gee!».
«Non gridare! E poi non possiamo essere sempre in ritardo per te!» sussurrò il maggiore.
Non ricevette risposta, solo qualche lamento, così andò verso la finestra cercando di schivare i mucchi di vestiti e cose non identificate a terra, spalancò le persiane, la stanza fu inondata di luce e Mikey si coprì la faccia con il cuscino che aveva recuperato.
«Bene, stamattina ti lascio qui e non mi importa se entri alla seconda o resti a casa!».
Il minore fece un altro lamento alzandosi dal letto.

Stavano finalmente per uscire da casa ad un orario decente, quando il suo telefono squillò, un messaggio di Frank.
"Ho dovuto prendere l'autobus e sono già qui, vengo vicino casa tua e andiamo a scuola insieme?"
Gerard sorrise davanti a quel messaggio.
«E' il tuo nano, Biancaneve?» chiese Mikey trattenendo le risate.
Il maggiore gli diede una leggera spinta arrossendo.
«Mi ha chiesto di andare a scuola insieme, aspettiamolo qui».
«No, no! IO vado a scuola, TU resti qui» alzò subito le mani Mikey.
«Ma lo conosci! Puoi benissimo venire con noi, a scuola stiamo andando e poi non stiamo insieme» insistette Gerard nonostante l'ultima frase gli facesse venire un piccolo bruciore allo stomaco.
«Preferisco lasciarvi soli, se arrivo prima posso ripassare e sperare di vedere per cinque minuti Kristin e poi non voglio vedere cose che non dovrei...».
Gerard avrebbe voluto ridere tra sé e sé, cercò di trattenersi, se solo lui sapesse che c'era davvero quel rischio.

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