Gli ritornarono in testa quelle sere passate da solo a fare foto ai palazzi girovagando e forse tra quegli quegli scatti c'era anche questa casa, doveva assolutamente controllare, ma non sapeva esattamente dove fosse andata a finire la sua macchina fotografica, probabilmente seppellita tra le montagne di vestiti che prima o poi avrebbero preso vita.
«Sono passato tante volte qui davanti e non avrei mai immaginato...» si bloccò rendendosi conto che stava parlando troppo.
«Non immaginavi che questa potesse essere mia» ridacchiò Frank.
«Aspetta! Non volevo dire questo! O meglio sì... Ma non in quel senso! In un altro... Ma non nell'altro altro... Voglio dire... Qui non sei mai tornato la sera... Io...» farfugliò nel panico totale.
«Tranquillo ho capito cosa intendi» continuò ridendo.
Ci fu silenzio e Gerard pensò che sarebbe stato molto meglio farsi vedere con le mutande rosa di Hello Kitty! Anche se alla fine quell'accendino era piaciuto al nano, per cui che gli piacesse il rosa? dopo un brutto lavaggio fatto, non si sa perché, da Mikey, si era ritrovato dei boxer bianchi, magicamente rosa, chissà se a Frankie sarebbero piaciute anche quelle... Magari poteva provare...
Mandò via quelle riflessioni malsane con un sonoro "Okay, abbiamo che capito che sei gay, ma adesso smettila".
«Piuttosto ti va una pizza?».
«Ma sono solo le 9:30... Non sarebbe più orario da tipo una cosa chiamata "colazione"?» domandò cercando di sembrare naturale scacciando l'imbarazzo di prima.
«Chissene, il tizio del panificio è amico di mia nonna, fa le pizze la mattina e se chiamiamo ce le porta qui e poi è sempre ora della pizza!».
Gerard era sempre un po' restio a mangiare davanti al suo nanetto, non voleva sembrare un ciccione, anche se effettivamente lo era, che poi Frank non lo aveva mai visto senza vestiti, si erano spesso appartati, ma oltre a guardare ehm... gli universi, (e quello di Frank era un grande universo), non avevano visto niente altro, però gli aveva intravisto un tatuaggio al ventre, che non era riuscito ad identificare bene e la sua prima reazione fu quasi un orgasmo, gli sarebbe piaciuto da morire scoprire cosa fosse e se su quel corpo ci fosse stato altro inchiostro, ma questo avrebbe implicato spogliarsi e vicenda e mostrare la sua ciccia era assolutamente fuori discussione.
«Va bene dai, hai ragione, chissene».
«Bene, ora sono felice CiccioGee, come la vuoi?» chiese estraendo il telefono dalla tasca.
«Facciamo capricciosa».
«SEI FORSE PAZZO?».
Gerard spalancò gli occhi fermando bruscamente il dondolio dell'altalena e rischiando di cadere con la faccia per terra e chiedendosi cosa avesse fatto stavolta.

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Skins
FanficCosa succede se un esemplare diciassettenne di Gerard Way, meglio noto come CiccioGee, si trasferisce in un nuovo paese e incontra un nano spacciatore di erba ed un afro spettinato con la passione per la matematica? Attenzione, altamente demenziale...