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Non appena la porta della sua stanza fu aperta mollò la mano del ragazzo come a rendersi conto solo in quel momento di ciò che aveva fatto e si preparò mentalmente a ricevere qualche insulto, invece Frank non lo fece.
Per l'occasione aveva rifatto il letto, ordinato cd e libri e aperto il balcone, non che fosse disordinato come suo fratello, da lui il pavimento si vedeva e i mucchi di vestiti non prendevano vita, solo che non faceva entrare mai la luce non aprendo con la conseguenza che quella stanza puzzava di fumo (di sigaretta), ma considerando che il nano fumava un minuto sì e l'altro pure non era un grosso problema.
«La tua stanza è strafiga cazzo! La parete nera è wow!» esclamò guardandola.
Gerard sorrise inconsciamente, si era sciolto vedendolo così.
«Grazie... Vorrei farci un disegno sopra» rispose felice anche lui.
«Tipo cosa?».
«Pensavo di farci tipo un vicolo, con i palazzi come quelli vicino scuola, però non so... Vorrei che avesse un'aria romantica e gotica... Li farei con il rosso... Sono così belli... So che è un'idea stupida, ma mi piacciono...».
In effetti quella era la verità, anche se tra le tante opzioni, un giorno particolarmente gioioso, aveva aggiunto alla sua lista mentale "Frank nudo in stile Venere di Botticelli", ma pensando alla reazioni di suo fratello o peggio dei suoi, decise per i palazzi, che avevano comunque tutto il suo amore malato.
«Mi sembra una cosa molto figa! Non pensavo sapessi disegnare» esclamò guardando ancora la parete come pensieroso.
«Sai che ho il posto perfetto da dove potresti prendere ispirazione? Ci andremo domani» continuò.
«Spero che non siano stati commessi omicidi o suicidi in questo posto e che a Mikey e Ray non vengano strane idee...».
«Che coglione! Andremo solo io e te comunque» rise di gusto Frank.
«Uh... Bene» si trattenne dallo sclerare.
«A proposito, hai vinto la scommessa» gli ricordò.
Panico.
Era troppo impegnato a farsi seghe, mentali eh, su tutto per rendersi conto che doveva ancora scegliere cosa far fare a Frank, e sapeva che "sposiamoci e facciamo una famiglia con Macchia e altri quattro cani che chiameremo Freddie, John, Roger e Brian" purtroppo non valeva. Doveva trovare qualcosa di normale che non lo facesse sembrare un folle.
«Offrimi una pizza» buttò la prima cosa logica che gli venne in testa.
«Bene, allora domani sera ti porterò in pizzeria e bada che niente carne!» ribattè con tono minaccioso.
Gerard non osò contraddirlo.

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