Skins

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Arrivati al terribile e oscuro ultimo piano, ci fu un momento di silenzio generale ad osservare le grandi ragnatele e le porte chiuse e logore lungo il corridoio principale. Nonostante lo scenario da film horror, tutti, tranne uno, non avevano paura.
«Come le buttiamo giù?» chiese Ray.
Frank si mise davanti ad una di essere e ci butto un calcio, scalfendo il legno vecchio.
«Direi così» intervenne Mikey.
Tutti si misero a calciare quella porta nella speranza di farci un buco, ma quando furono a metà del lavoro, Ray urlò stile film horror, gli altri si fermarono per guardarlo.
«Qualcosa… Qualcosa mi sono bagnato le scarpe, è sangue, è uscito dalla porta! SCAPPIAMO!» gridò sconvolto.
I suoi amici guardarono verso le sue scarpe ed effettivamente era bagnate da una pozza vicino alla porta e quello sembrava proprio sangue.
Non passarono cinque secondi che tutti gridarono dirigendosi verso le scale.
Ma Gerard, che si girò un attimo verso la porta, si fermò di scatto, mentre gli altri erano in preda al panico giù per le scale.
Quello non era sangue uscita dalla porta, ma pipì di un cagnolino che si era visto tutta la scena e aveva scambiato Ray per un albero. Era nero e si distingueva al buio solo per la macchia bianca che aveva sul petto, aveva un’aria un po’ spaventata, sicuramente per tutto il casino fatto da quegli idioti. Gerard si abbassò vicino a lui, ma il piccolo si scansò, ma Gerard tenne ancora la mano sospesa alla sua altezza, dopo qualche minuto, il cane si fece sfiorare e da là, si fece toccare e accarezzare, era veramente simpatico e dolce e soprattutto aveva la targhetta con il nome, quindi era di qualcuno, solo che al buio non si leggeva, il ragazzo lo prese in braccio e scese le scale per uscire fuori a recuperare la sua banda.