Capitolo 77

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È passata quasi una settimana da quando Michael mi ha annunciato della sua partenza, che avverrà domani. È stata comunque una settimana bellissima, siamo tornati a Milano ed abbiamo trascorso le giornate nei luoghi in cui eravamo già andati a settembre. Ho ricominciato la scuola e non vedo l'ora che finisca. Domani finalmente ritorneranno i miei genitori, ma questo non mi rallegrerà più di tanto. I due ragazzi mi hanno riempita di attenzioni, anche a loro dispiace molto lasciarmi. Probabilmente domani, quando partiranno, sarà la giornata più brutta della mia vita, e non so neanche se piangerò, perché ormai non ci saranno più lacrime da versare. Adesso é quasi ora di cena, ed il mio cuore è a pezzi. Tra qualche ora dovrò andare a dormire, e quando mi sveglierò, i ragazzi staranno per partire. Odio le partenze, non riesco mai ad assistere ad esse, il mio cuore diventa troppo fragile in certe situazioni, e non riesce a reggere tutto il peso della tristezza. Nonostante questo, domani voglio assolutamente esserci alla loro partenza, sarà triste sì, ma devo salutarli come si deve. La cena é pronta, e Michael mi chiama a tavola. Vado in cucina e mi siedo con i ragazzi. Iniziamo a mangiare, e nessuno pronuncia una parola, c'è un'atmosfera un po' triste.
M:"Allora Torta, come va?"
S:"Come vuoi che vada?"
M:"Hai ragione, scusami..."
S:"No scusami tu, non dovevo risponderti così, scusa."
A:"Ehi Torta, non agitarti così,non è successo niente."
M:"Andy ha ragione, stai calma."
Tutta la tensione che sto trattenendo si tramuta in un pianto improvviso. Copro la faccia con le mani, ma le lacrime non si fermano. Michael si alza velocemente dalla sedia e mi raggiunge. Anche Andy si avvicina a me per capire il motivo del mio pianto. Meeks mi avvolge le spalle con il braccio e si avvicina al mio viso per guardarmi negli occhi. Io mi giro verso di lui e lo abbraccio. Appoggio la testa sul suo petto, bagnandogli la maglietta a causa delle lacrime.
{Mika's pov }
Nel bel mezzo della cena, Silvia è scoppiata in un improvviso pianto. Sembra come quando l'avevo appena conosciuta, che scoppiava a piangere per delle sciocchezze, perché aveva troppe cose dentro di sé e sentiva il bisogno di sfogarsi. Mi fa stare malissimo vederla così, ma devo essere forte, per dimostrarle che ci sono. Devo tranquillizzarla il più che posso, anche se so che per lei non sarà facile. Le accarezzo la testa e le do un bacio sulla guancia. La sollevo e mi siedo sulla sedia tenendo Silvia sulle mie gambe. Ha gli occhi gonfi e bagnati, la faccia distrutta ed il cuore anche.
M:"Torta, domani appena arriviamo ti chiamo e facciamo una chiamata di 3 ore, e frega niente del credito, chiamo io così spendo io. Okay?"
S:"Ahahah I-io ne sarei molto felice."
M:"Esatto piccola, vederti felice e ciò che vorrei di più. Però intendo chiamate così ogni giorno eh!"
S:"Te lo ripeto, p-per me va bene, anzi benissimo!"
M:"Alla fine non saremo poi così lontani, ci sentiremo sempre, saremo lontani solo fisicamente."
S:"Sì, hai ragione *sorride*"
Finalmente le lacrime di Silvia smettono di scendere, e inizia a fare qualche sorriso.


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