Emily.
Appena apre la porta, crollo nelle sue braccia e scoppio in un pianto liberatorio, ma la mia anima resta pesante oppressa dalla delusione e dal dolore. Mi culla con il volto affondato nei miei capelli mentre io ripeto come un mantra e tra i singhiozzi <<mi ha tradito>>. Lui tenendomi stretta mi porta in cucina e mi fa sedere alla sedia del tavolo, mi copro il viso con le mani per nascondere la mia disperazione, e lo sento armeggiare tra le stoviglie. Ritorna da me si accomoda sull'altra sedia, mi poggia una tazza di camomilla davanti e mi chiede <<immagino che ti riferisci al tuo maschione, giusto?>>. Annuisco tirando su col naso e tamponandomi gli occhi con un fazzoletto già zuppo gli dico <<se dovesse venire qui non farlo entrare. Devi dirgli esattamente che non è il benvenuto in casa tua. Hai capito?>> <<E credi che mi darà ascolto?>> <<Sì! Giuramelo che qualsiasi cosa accadrà tu lo caccerai dicendogli che non è il benvenuto. Ti prego Matteo, non voglio vederlo>> urlo carica di dolore e con una punta d'isterismo. <<Va bene! Ho capito, ma tu cerca di calmarti farfallina perché stai facendo agitare pure me>>. Resto in silenzio per diversi minuti per riorganizzare i pensieri e Matteo attende ammutolito. Lui, anche se è un chiacchierone per natura, non fa domande e diventa la persona più discreta del mondo, e questa è una delle sue qualità che apprezzo ed anche uno dei motivi per cui mi sono rifugiata qui. Traggo un respiro e alzo gli occhi sul mio amico, ha le braccia incrociate sul petto e mi fissa, poi mi chiede <<non è che ti sei sbagliata oppure hai dato retta a qualche pettegolezzo di troppo?>>. Scuoto la testa dicendo <<no, me l'ha confessato lui, è successo in primavera la sera che ci siamo sposati e poi anche dopo sempre con la stessa persona>> <<aspetta! Ti stai confondendo coi tempi perché sono appena due mesi che siete sposati>>. Ingoio un sorso di camomilla, poggio la tazza sul tavolo e fissando il suo contenuto giallo chiaro, dico <<ci sposammo in segreto per motivi familiari con un rito civile con solo i testimoni>>. Ovviamente, per non essere considerata pazza, non posso dirgli che lui lo fece per evitare l'ordine che gli diede Albert di trasformarmi in Vampiro. Matteo annuisce poi mi dice <<conosco delle donne che per qualche soldo farebbero di tutto. Dimmi il nome di questa troia così le mando a farle una scenata>> <<no! Sarebbe inutile perché lei è morta>>. Sentiamo bussare il campanello, ci fissiamo, io supplicandolo di non aprire e lui rassicurante, poi si dirige alla porta ed io lo seguo perché mi rendo conto solo adesso nella situazione di pericolo in cui l'ho messo e spero che lui non gli faccia del male. Matteo spalanca la porta, gli si para davanti dicendogli <<prima che tu pretenda di entrare sappi che non sei il ben venuto>>. Lui resta sull'uscio senza degnare il mio amico di uno sguardo ma tenendo gli occhi fissi su di me mi tende la mano dicendo <<questa non è casa tua! Casa tua è ovunque sto io. Per favore vieni via con me>>. Il legame che abbiamo mi spinge verso di lui, ma è tutto finto, non è reale, non è la mia volontà a volerlo. Con un atto di forza, indietreggio urlando tra le lacrime <<vattene>>. Matteo gli chiude la porta in faccia e si affretta verso di me. Mi afferra mentre mi cedono le gambe dicendomi <<dai farfallina, se devi stare così male perdonalo, tanto lei non esiste più>> <<non posso perché lei era Adriana>> gli dico tutto d'un fiato pervasa dal dolore facendolo restare a bocca aperta.
Emily.
Una settimana dopo.
Fisso la tv accesa con la testa poggiata sulla spalla di Matteo seduto al mio fianco sul divano. Ho trascorso una notte orrenda, i ricordi belli si sono mescolati a quelli brutti, le lacrime si alternavano a crampi dolorosi in tutto il corpo e mi sono disperata pensando che fossero dovuti al fatto che mi stessi trasformando poiché ho un'ingente dose di sangue di Vampiro nelle vene e per questo non ho quasi chiuso occhio e quel poco che ci sono riuscita ho avuto un incubo: ho sognato una piramide di cadaveri. I pensieri mi si affollano nel cervello creando un caos rumoroso ma poi uno dopo l'altro prendono forma ed io sento il bisogno di sfogarmi per non impazzire, <<sono stata adottata e Adriana era davvero mia sorella, la mia gemella>> le parole mi escono con tale freddezza che nemmeno io mi riconosco, sembra che la questione non mi riguardi. Matteo mi stringe una mano nella sua e quel contatto umano mi procura un dolore nel petto e tra le lacrime gli dico <<io sono figlia dei Gherardi, metà ebrea, metà cristiana>> <<certo farfallina>> e mi culla per confortarmi ma sento l'effetto contrario: mi perdo nel vuoto e nel totale mutismo. I giorni passano tutti uguali è come se seguissi uno schema. Matteo mi sveglia, mi aiuta a lavarmi, si siede sul divano accanto a me, ascolta il mio mantra su chi sono figlia, mando più volte Eric a quel paese sbattendogli la porta in faccia e la notte, soffro nel corpo, sudo e poi mi dispero tra le braccia del mio amico sentendo anche le sue lacrime colarmi sui capelli.
Non puoi continuare così, reagisci! Mi sveglio con questa voce nel cervello e quella minima parte del buon senso che mi è rimasta le da' ragione. Resto distesa nel letto fissando il soffitto e faccio il resoconto della mia vita: sono figlia biologica di una prostituta e un drogato senza scrupoli deceduti da poco di cui non provo compassione. Sono stata allevata e ho amato due genitori che ho creduto onesti e con dei principi saldi invece anche loro avevano gli scheletri nell'armadio. Ho voluto bene e ho trattato Adriana come una sorella non sapendo che lo fosse davvero, mentre lei era a conoscenza di tutto, e come risultato ho ottenuto, per come la vedo io, il più alto dei tradimenti. Ho conosciuto e frequentato Pietro credendolo un essere normale, invece era un pervertito. Ho incontrato Eric credendolo un uomo con le sue sfumature di follia invece si è rivelato un Vampiro e qui sono esplose le mie pene per non parlare del resto della sua famiglia, da cui discendo, che è stata una catapulta di guai. A conti fatti, praticamente, da quando sono nata è stato tutto un inganno, e mi fa rabbia. Fin'ora, ho vissuto secondo le scelte degli altri, mentre le decisioni prese da me sono state sempre a beneficio altrui, ma adesso le cose devono cambiare. Adesso vedranno veramente chi sono! Mi alzo dal letto e guardo in strada dalla finestra: la Ferrari di Eric non è più parcheggiata dove l'avevo lasciata. Una macchina come quella lasciata incustodita per diversi giorni sicuramente ha fatto gola a qualche ladro e a me poco importa di che fine abbia fatto, tanto sono sicura che il suo proprietario riuscirà a trovarla il men che non si dica, spero solo che non faccia del male a qualcuno, data la sua natura. Mi preparo poi chiedo a Matteo se può accompagnarmi in libreria <<perché?>> mi domanda passandosi le dita nel ciuffo biondo, <<da oggi riprendo le redini della mia vita e per prima cosa vado a fare il culo ai Bilmar>> lui alza un braccio con la mano aperta dicendomi <<così mi piaci farfallina, batti il cinque>>. La mia decisione gioverà anche a lui. Matteo si è chiuso in casa con me e mi ha offerto una spalla su cui piangere e di questo gliene sarò sempre grata, ma adesso basta. Appena svoltiamo l'angolo di via Giulia, spalanco gli occhi vedendo una fila di persone lungo tutto il marciapiede fino al mio negozio. Matteo mi lascia all'ingresso <<stasera, mi devi raccontare tutto>> <<contaci>> gli dico uscendo dall'auto. La prima che avvisto entrando in libreria è Tania e mi vieni incontro dicendomi con un gran sorriso <<finalmente ti sei decisa a ritornare a lavorare>> <<sì! Riprendo il mio posto>> le rispondo recandomi nel mio ufficio. Chiudo la porta, mi siedo alla scrivania e chiamo un'agenzia per l'impianto di sicurezza. Il primo passo è fatto! Trascorro alcune ore controllando tutte le scartoffie della contabilità e ritenendole tutte in ordine esco dall'ufficio e faccio un giro per i reparti e allo scaffale di letteratura c'è un gruppo di sei donne che circondano il mio così detto marito che fa il cretino con loro. Le cognate l'hanno sicuramente avvisato della mia presenza oppure mi ha seguito senza che me ne accorgessi. Sento il sangue fluirmi con violenza alla testa e arrabbiata gli chiedo <<che stai facendo?>> <<Vendo libri>> mi risponde rivolgendomi uno dei suoi sorrisi ammazza respiro. Stringo i pugni lungo il corpo e cerco di calmare il respiro accelerato e di resistere al suo fascino ammaliante. Lui si fa largo tra il gruppetto di donne mi raggiunge facendo due passi e sfiorandomi la guancia con un dito mi dice <<sei accaldata. Forse hai la febbre>>. Una scia infuocata mi attraversa la pelle già accaldata che mi ha sfiorato ed io riconoscendo questa sensazione faccio un passo indietro e furiosa gli domando <<quale parte della frase tra noi è finita non hai capito>> e rifugiandomi nel mio ufficio gli urlo <<e non toccarmi più, vattene>>. Mi segue, sento la sua presenza alle mie spalle, infatti, me lo ritrovo davanti alla scrivania appena mi siedo ed io mi preparo allo scontro. Mi guarda per alcuni lunghi secondi poi con tono calmo mi dice <<non credo che tu lo voglia davvero. Torna a casa da me e parliamo>> <<e di cosa? Di mia sorella e dei vostri amplessi? Oppure vuoi confessarmi il desiderio di averci entrambe nel tuo letto per scoparci a turno?>> <<Io desidero solo te. Amo solo te>> <<balle! Io per te sono una sfida, un capriccio, nulla di più>> <<non è vero>>. Incrocio le braccia sul petto per nascondere il tremore delle mie mani e gli dico <<parlando di verità, per caso mi dirai che quella Vampira era Adriana?>> <<Si chiama Mary>>. Scatto dalla sedia e davanti a questa menzogna gli dico con tutta la determinazione di cui sono capace <<voglio il divorzio e adesso vattene>>. Esce a testa bassa e mentre traggo un respiro riapre la porta e mi fissa arrabbiato poi la richiude. Lo conosco troppo bene, si sta trattenendo per non cedere alla furia, ma il tempo di contare fino a tre che lui rientra dicendomi con rabbia <<nel mio mondo non esistite che un Vampiro divorzi>> <<tu sarai il primo, non lo trovi esilarante?>> <<No!>> mi volta le spalle e mentre va via mi dice <<per sempre mia, ricordatelo, perché in un modo o nell'altro sarà così>>.
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L'amore ha il tuo nome.
VampireDopo il loro incontro, la vita non è più quella di prima, ma cosa accade quando la passione si tramuta in amore. Eric il Vampiro spietato, prepotente e lussurioso per amore cambia ma ha ancora un segreto che lo tormenta e decide di confessare non as...