L'amore ha il tuo nome. Capitolo 34

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Tanzania. Giugno.

Ludovic.

Occhio che guarda dietro, l'anziano capo tribù masai, mi attende seduto in una raduna poco distante dal suo villaggio, a gambe incrociate. Lo raggiungo, mi siedo accanto a lui e gli chiedo <<da quel che vedo sei riuscito nella missione di cui ti avevo fatto carico>> <<non mi è stato difficile, era solo questione di tempo. L'ho messa io stesso sulla corriera a quest'ora dovrebbe essere già in viaggio. Piccola donna bianca, mi mancherà!>>. Annuisco, percependo nel suo tono un velato senso di liberazione e nel suo odore la paura per la mia presenza. Lo ignoro e gli dico <<bene! A questo punto il nostro accordo è giunto a termine>> <<manterrai la parola?>> <<Certo>>. Ci alziamo e nel silenzio della notte insieme raggiungiamo il villaggio. Occhio che guarda dietro, mi apre la tenda del suo kraal, una capanna circolare con tettoie in ramaglia e fango, e si sposta per farmi entrare. Il giovane guerriero è disteso sul giaciglio di paglia affetto da spasmi dolorosi. Caleb alle mie spalle lo solleva tra le braccia e lo porta via. Mi volto verso l'anziano dicendogli per rassicurarlo <<tuo figlio avrà lunga vita>> poi faccio segno a Isse. Nel villaggio le urla si alzano in un crescendo di toni. Afferro il vecchio rugoso e affondo le zanne nel suo collo. Mi nutro del suo sangue, bevo fino a prosciugarlo poi lo lascio e lui si affloscia sulle esili gambe. Esco dalla kraal e gli do fuoco. Ho mantenuto la mia parola, lui aveva dato ospitalità e cure alla figlia della luna di sangue, in cambio io avrei dato l'eternità a suo figlio che si era fratturato delle vertebre tuffandosi nell'oceano, ma non avevo mai accennato al fatto di lasciare gli altri abitanti del villaggio in vita. Adesso gli eventi stavano di nuovo andando nella giusta direzione!

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