L'amore ha il tuo nome. Capitolo 37

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Eric.

La belva si acquatta in un angolo, siappisola. Il passato ritorna, il grigiore sparisce. I ricordi sonovividi: lei è la mia compagna, la mia Emily, mia moglie. La belva sirisveglia e ruggisce tradita e ferita scatta affamata sui forisanguinanti sul collo della preda. La donna nella stanza sussurra infrancese poi man mano alza il tono e nel mio corpo arrivano scarichedi dolore, avverto come se mi stessero strappando gli organi, ma nonè nulla al confronto a quello che ho patito finora e il sangue caldodella preda mi placa, mi rigenera e bevo con ingordigia. Le personesaltano minacciose su di me, inferocito interrompo il mio nutrimentoe li respingo mandandoli a sbattere ovunque nella stanza. <<Fermi!>>urla imperioso l'uomo più anziano. Trascinandomi l'umana in unangolo della stanza, la sistemo tra le mie gambe e mi attacco dinuovo al suo collo tenendo d'occhio gli esseri che voglionosottrarmi la preda. Il suo sangue è mio e scende giù per la golalasciandomi in bocca un sapore dolce, sembra quasi che mi stessinutrendo di miele. L'umana ha uno spasmo, solleva una mano e chiudele dita intorno al mio polso. Una strana sensazione mi pervade.Dentro di me si scatena una tempesta, la bestia ulula poi impauritascappa e si nasconde. L'umana si dimena tra le mie braccia e quelledita fredde prive di forza scivolano via dal mio polso. <<Ha leconvulsioni. Sta morendo!>> urla disperata la donna delmaleficio. Anche se la mia brama di sangue non è appagata, ritraggole zanne dalla carne dell'umana perché non c'è più nulla daprendere e punto la donna afflitta, la prossima con cui banchettare.Improvvisamente un uomo giovane, con una velocità sorprendente, misottrae la preda agonizzante e scappa. La tempesta dentro di mediventa un uragano devastante e sibilando con furia scatto peracciuffarlo, ma l'uomo anziano mi agguanta dicendomi <<figliomio torna in te>>. La sua voce calma è una melodia, incanta.Catturo il suo sguardo e non vi trovo alcun giudizio solo sapienza,speranza, fiducia, lui mi scuote un po' <<ti è stata dataun'altra opportunità. Accettala, con essa puoi lenire i dolori delpassato>> <<non ci riesco. Hai visto anche tu la suacondizione>> gli dico stupendomi di poter usare la voce senzaprovare dolore alle corde vocali. <<Certo che ho visto, ma sefossi io al tuo posto adesso starei facendo i salti di gioia>>e mi stringe in un abbraccio confortante.

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