L'amore ha il tuo nome. Capitolo 78

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Dalila.

Mi fa male tutto, le ossa, i muscoli ed ho freddo ma nello stesso tempo il corpo mi sta andando a fuoco e soffoco ed è tremendo. Non riesco a respirare, l'acqua gelida mi ha riempito i polmoni ed è buio. Sto morendo e sono sola e la cosa peggiore è che non ho detto per l'ultima volta ad Alex quanto lo amassi, il pensiero che lui debba soffrire la mia perdita mi strazia sino a togliermi le forze. Dio che male! Il mio corpo riempito d'acqua sta esplodendo, lo sento crepare pezzo dopo pezzo e il dolore è insopportabile. Vago nell'abisso inseguita dalle ombre, ma il dolore che sto provando supera la paura e spero solo che finisca presto. L'ultima esplosione è il mio cuore. Il dolore mi rende folle e vorrei urlare, contorcermi, dimenarmi ma qualcosa, forse una presa, mi tiene immobile ancorata alla sofferenza.

Alex.

Le tolgo dal corpo il terreno sacro dei Carpazi e la chiamo dolcemente <<Dalila, svegliati! Vieni da me>> le accarezzo il volto e le do il comando <<Dalila, apri gli occhi! Adesso>>. Li spalanca, poi salta via dal sarcofago e atterra con le ginocchia al suolo. Tossisce convulsamente vomitando ciò che l'ha uccisa, l'acqua! Le vado vicino per aiutarla e le sposto i capelli dal volto, ma lei al mio tocco si gira di scatto sibilandomi poi scatta nell'angolo della stanza fissandoci come un'animale ferito e disorientato. Muovo un passo verso di lei per tranquillizzarla ma Eric mi avvisa <<fai attenzione>> mentre Dalila continua a sibilare minacciosa con le zanne allungate in tutte le direzioni sentendosi braccata da me e dalla mia famiglia. Poi in un attimo con un balzo mi è addosso, mi afferra i capelli, mi tira la testa indietro e affonda con ferocia le zanne nel mio collo. Succhia, affonda più volte strappandomi pezzi di carne. Eric tenta di afferrarla per farla smettere, ma lei senza staccarsi da me gli sfugge spingendomi contro la parete con tale forza da sentire il mio cranio fratturarsi. Alzo una mano verso il mio creatore <<no! Lasciala fare>>. Stringo i denti e mi abbandono nelle sue mani lasciando che si nutra di me per saziare la sua brama di sangue e se è necessario che mi faccia anche a pezzi. Di scatto si stacca dal mio collo martoriato ma l'arteria straziata continua a zampillare sangue facendomi perdere le forze, lei mi fissa sconvolta poi emette un urlo feroce e sparisce dai nostri occhi. Matteo mi afferra mentre mi accascio nello stesso tempo noto che Eric prende un pugnale e capendo le sue intenzioni lo supplico <<padre non ucciderla. Ha solo sete>> <<spero tu abbia ragione>>. Albert gli ordina <<trovala>> e lui sparisce dando la caccia al mio amore mentre io gli urlo <<paaadreee>>.

Dalila.

Dove sono. Come ho fatto ad arrivare qui. Cosa ho fatto! Cosa sono diventata. Mi brucia la gola. Ho sete. Ho fame. Il suono dello scorrere della Senna e il soffio del vento mi assordano e mi copro le orecchie con le mani appiattandomi al muro ma non basta. I suoni sono troppo rumorosi mi stanno rimbombando nel cervello. Cosa ho fatto! Ho ucciso un uomo. Dei goccioloni rosati mi cadono sulle ginocchia. Oddio! Piango sangue. Tiro su con il naso e mi investe una carovana di odori nauseabondi di cibi avariati ed escrementi. Un ubriacone cammina barcollando sull'altro lato bel fiume e il suo odore mi solletica le narici scatenandomi ulteriore sete, fame. La gola mi arde e non riesco a distogliere gli occhi dalla mia preda. Lo voglio. Ho bisogno del suo sangue. Mi acquatto e con un balzo arrivo sull'altra estremità del fiume. Allungo una mano, lo afferro e lo scaravento per terra. Sorrido, sei mio. L'uomo batte la testa ferendosi sulla tempia e un rivolo di sangue gli scende lungo il volto. L'odore del suo sangue intriso di alcol è un invito a saziarmi e mentre scatto spalancando le fauci lui mi guarda terrorizzato ed io mi blocco. Non posso farlo. Non posso uccidere ancora. Mi muovo nella direzione opposta della mia preda sparendo dai suoi occhi, ma la gola continua a bruciarmi dolorosamente e non faccio altro che pensare al sangue. Sulla mia strada scappa un topo squittendo ed io lesta lo afferro e affondo i denti nella sua carne pelosa. Succhio fino a prosciugarlo e quando non sento più battere il suo cuore lo getto via come spazzatura ma per nulla dissetata. Guardo il corpo della bestiolina che giace esamine e mi assale il senso di colpa e la nausea per l'assassina che sono diventata. Un fruscio alle mie spalle attira la mia attenzione e nell'attimo in cui mi giro restando esterrefatta sento un tessuto di cotone poggiarsi sulla mia pelle <<è d'obbligo mantenere un profilo basso>>. Solo adesso mi rendo conto di essere nuda come un verme e lurida dinanzi ad Eric e perché mi ricordo di lui e della sua famiglia mentre di quell'uomo che ho attaccato non rammento nulla. Infilo la sua camicia e fissando il suo petto nudo gli dico <<non voglio essere così>> <<come? Un Vampiro?>> Cosa? Sono diventata un Vampiro? Com'è successo! Mi scoppia la testa. Stizzita dico <<sono un assassina>> <<beh! Hai eliminato un topo per nutrirti. Ti confesso un segreto, Parigi è infestata di topi quindi non hai fatto altro che rendere un servizio alla città>>. Lo stomaco mi si rivolta per il disgusto, ho mangiato l'animale di cui ho la fobia, <<non scherzare. Stavo per uccidere un uomo per il suo sangue>> gli urlo, <<ma non l'hai fatto. E questo è un bene per te. Brava>>. Ancora più alterata gli urlo <<BRAVA! E di quell'altro che mi dici. L'ho ucciso>> <<è messo male ma non è morto. Ti svelo un altro segreto, nessun Vampiro è capace di uccidere il suo creatore. E credimi so di che parlo>>. Lui è vivo! Il mio creatore è vivo! Questa notizia mi da gioia ma comunque sono stata capace di fargli del male! Ho impresso nella mente l'immagine del suo sangue che gli zampillava dalla gola squartata e il ricordo del suo sapore mi scatena una sete incontenibile. Sento le vene andarmi a fuoco e la gola mi arde per la sete. Il corpo inizia a dolermi e il cervello non fa altro che pensare al sangue. Guardo Eric che mi fissa con un pugnale stretto in una mano mentre sento il desiderio di nutrirmi diventare incontenibile ma il solo pensiero di uccidere un umano oppure di leggere nei suoi occhi il terrore per un essere come me mi strazia. Il dolore per la sete mi fa cadere ai piedi di Eric e prima di cedere all'istinto di uccidere afferro la sua mano con il pugnale e me la porto al petto <<ti supplico, uccidimi. Metti fine a questa sete insopportabile>> <<passerà se ti nutri a dovere>> <<e come? Nessun umano sopravviverà alla mia ferocia>>. I rumori della città si amplificano, diventano minacciosi, sono così alti che mi rimbombano nelle orecchie e nel cervello che abbinato all'arsura della gola mi manda fuori di testa e urlo dimenandomi disperata nella speranza che la mia voce sovrasti tutto quello che sento. Due braccia mi stringono e mi cullano <<tranquilla! Ti aiuterò io>>. Singhiozzo con il volto premuto sul suo petto, il suo odore, il suo calore mi tranquillizzano e il suo corpo possente premuto contro il mio mi trasmette protezione. Mi abbandono tra le sue braccia beandomi di queste sensazioni piacevoli. Una mano si poggia sulla mia spalla e quel tocco nuovo allerta i miei sensi e mi svincolo dalle braccia di Eric e indietreggio fissando due magnifici e lucenti occhi azzurri. Mi allunga un braccio porgendomi la pano <<Dalia vieni da me>>. Scuoto la testa sentendo l'odore del suo sangue che è un richiamo incontenibile <<no! Non ti avvicinare>>. Piano, avanza di un passo <<non hai mai avuto paura di me e non ne devi avere adesso>>. Lui mi conosce! Ed io perché non riesco a ricordarlo, mi pulsano le tempie e per fermarlo gli dico <<non è quello il punto! Io ho paura di me stessa. Non voglio farti del male>> <<non me ne farai>> <<l'ho già fatto>> <<se credi che sia così, allora ti perdono. Adesso vieni da me>> <<non ti avvicinare>> gli urlo mentre lui continua ad avanzare. Il suo odore diventa più intenso e la gola mi va a fuoco mentre il corpo freme per scattare su di lui. <<Alzati e prendi il mio sangue>> mi ordina. Il comando mi scorre nelle vene come la sete che mi attanaglia il cervello ma il tono è imperioso ed anche se non voglio mi sollevo e muovo le gambe verso di lui. Lo guardo impaurita e l'immagine del suo collo squartato mi procura una fitta al cuore. Sento Eric dietro di me che mi poggia le meni sulle braccia <<coraggio ti sta offrendo il nutrimento che desideri>> <<non voglio. Fermami>> <<sì che lo vuoi. Devi solo imparare a farlo. Ti guiderò io>>. La voce suadente di Eric, mi incoraggia e il collo di occhi azzurri è una tentazione a cui non so più resistere. Premo il mio corpo contro il suo, e senza distogliere lo sguardo dalla sua arteria pulsante, butto la testa all'indietro e spalanco la bocca <<non ti avventare, puoi farlo dolcemente. Lui è qui per te, nessuno te lo porterà via>> mi sussurra Eric. Gli do ascolto, poggio le labbra sul collo di occhi azzurri e dolcemente lascio affondare i canini allungati nella sua carne. L'odore del suo sangue m'invade mi porta sull'orlo della follia per il desiderio di sentirlo scorrere nella mia gola. <<Adesso ritira i canini>> mi sussurra suadente Eric. <<Stai zitto Eric>> gli sbraita occhi azzurri, poi poggia le mani sui miei fianchi e mi attira di più a se dicendomi <<Dalila, l'hai già fatto tante volte. Segui l'istinto>>. Sconvolta mi stacco dal suo collo e lo guardo terrorizzata. Cosa sta dicendo! L'istinto mi suggerisce di ridurlo a brandelli e dissanguarlo per nutrirmi di quella delizia che gli cola lungo il collo. Mi lecco le labbra pregustando il momento mentre lui sale con una mano la mia schiena poi la ferma dietro la mia nuca, <<assaporami>> e mi spinge sui due fori sanguinanti. Il sangue mi bagna le labbra è qui tutto mio e non c'è fretta. Faccio resistenza sulla sua presa e lui mi lascia. Mi sposto e guardo il rivolo rosso che dal collo scorre lungo il petto e ne resto affascinata. Afferro i bordi della camicia e la spalanco facendo saltare i bottoni, lui mi guarda incuriosito, poi mi avvicino al suo petto e inizio a leccare quel rivolo caldo e invitante, nulla deve essere sprecato. Con la lingua risalgo il suo torace sentendo ogni muscolo cesellato e il sapore della sua pelle vellutata calda come il suo sangue, mi allungo sulle punte e per arrivare all'incavo del suo collo ma lui è troppo alto. Intelligentemente capisce che non ci arrivo e si piega verso di me ed io finalmente premo le labbra sui fori che gli ho fatto ed inizio a succhiare. L'odore intenso di ambra con note di terra e incenso della sua pelle mi sale alle narici e il sapore del suo sangue dolce e caldo mi scende giù per la gola riscaldandomi e sento ogni goccia scorrermi nelle vene come corde che mi legano e mi avvolgono a lui. Mi aggrappo alle sue spalle quando il suo sangue pompa nel mio cuore che batte premuto contro il suo allo stesso ritmo martellante per intensificare questa sensazione, lui mi stringe a se e accarezzandomi la schiena <<così amore prendine quanto ne vuoi>>. La parola amore mi destabilizza mi distrae dal sangue e dalle sensazioni che sento e mi riporta indietro. Noi due in hotel a Venezia mentre si rivela essere un Vampiro. Io distesa sul tavolo della cucina che succhio il sangue dal suo collo mentre lui mi fa sua. Le ore passate ad amarci e la caduta nel lago ghiacciato, la paura, il freddo e l'acqua che mi soffoca. Rabbrividisco e mi aggrappo di più a lui e per la prima volta in questa nottata mi sento veramente al sicuro. Un singhiozzo mi sale alla gola e quando mi accorgo che sto piangendo lecco i fori sul suo collo per farli chiudere come ha sempre fatto lui con me e lo guardo. Mi perdo nell'azzurro dei suoi occhi che sembra rischiarare la notte mentre lui abbozzando un sorriso mi domanda <<adesso ti ricordi di me?>> Annuisco e tra i singhiozzi <<perdonami non volevo farti del male>> <<lo so e ti assicuro che non ne farai mai a nessuno>> <<come fai ad esserne certo>> <<perché ho visto come hai rinunciato al sangue di quell'umano>> <<eri qui?>> <<Sì, però mi dispiace non essere arrivato in tempo per salvarti dal lago ghiacciato>>. Lo stringo forte poggiando la testa sul suo torace e il ricordo di quel minuti spaventosi mi assale facendomi spalancare gli occhi <<oh, Alex! Fa schifo morire senza nessuno vicino>>. Lui mi culla ed io percepisco il suo tormento, si riflette sul mio stato d'animo. Dispiaciuta per averlo rattristito e immaginando il dolore che ha provato trovandomi morta gli dico <<ma nonostante tutto sono felice di essere qui tra le tue braccia>> lui mi sposta da se e fissando i suoi occhi nei miei <<tu non sarai mai più sola, hai me per l'eternità>> e mi bacia. Un bacio dolce ma che mi trasmette tutto il suo amore. <<Beh! Questo è il nutrimento più sensuale che ho visto>> esclama Eric ed io sorrido sulle labbra di Alex. Restando abbracciata a lui mi giro dietro di me e gli dico <<grazie Eric per essere accorso, sei davvero una brava persona>> <<davvero lo pensi? Ti svelo un altro segreto, ero qui per ucciderti se non avessi fatto la brava>>. Mi acciglio delusa e mi assale la furia. Eric guardandomi con severità mi tira dalle braccia di Alex <<vieni qui>> poi mi stringe a se <<benvenuta nella mia famiglia>> mi dice con dolcezza. Allungo la mano verso Alex, lui la prende ed io stringendola restando abbracciata al creatore del mio creatore mi sento veramente protetta, ben voluta e di far parte di una famiglia.

Ritornati a casa troviamo tutta la famiglia di Alex ad attenderci e il primo a venire verso di noi è Matteo esclamando <<Gesù! L'anticristo è qui>> si fa il segno della croce, poi si rivolge ad Albert <<padre devi applicare un esorcismo alla figlia di Satana>>. Albert si trattiene dal ridere, mentre a me saltano i nervi. Io la figlia di Satana? Glielo faccio vedere io Satana. Gli afferro un orecchio dicendogli <<brutto grillo parlante! Se non la smetti ti spezzo le zampe>> e dandogli un forte strattone all'orecchio lo spingo via. Lui vola andando a sbattere contro il tavolo. Accidenti! Che forza che ho. Matteo con le dita forma una croce e mostrandomela <<stai lontano. Tu sei davvero la figlia di Satana>>. Tutti scoppiano a ridere mentre io ho voglia di compiere una strage. Alex mi afferra per un braccio e in un attimo ci troviamo in camera davanti allo specchio. Lui sorridendo mi abbraccia da dietro <<Matteo ha ragione. Sembri davvero la figlia di Satana>>. Guardo scioccata l'immagine che riflette lo specchio. Ho i capelli arruffati, il volto e il corpo sporchi di vomito, sangue e terreno. Dio, che schifo! <<Vieni andiamo a darci una pulita>>. Entriamo nella doccia, Alex mi toglie la camicia di Eric ed apre il rubinetto. Il getto dell'acqua calda che mi scorre sul corpo è piacevole ma lo sguardo famelico di Alex m'impedisce di muovermi e mi accende un fuoco nel ventre. Appena lui mi accarezza una guancia gli salto addosso cingendogli i fianchi con le gambe e lo bacio divorandogli la bocca. Lui si spinge in me con forza sino all'elsa ed io urlo per l'invasione. <<Scusami, non ho saputo trattenermi mi sono fatto prendere dal desiderio>> mi dice spostandomi i capelli appiccicati al volto. Gli accarezzo la schiena <<non trattenerti>> <<non devo?>> mi chiede abbozzando un sorriso carico di promesse. Gli mordo piano le magnifiche labbra sussurrandogli <<no, perché io non lo farò>>. 

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