L'amore ha il tuo nome. Capitolo 57

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Eric.

Nei sui primi minuti di vita, mio figlio, incanta e commuove tutti nella stanza. Commuove per la gioia della sua venuta al mondo e incanta perché nonostante i suoi vagiti disperati, con incertezza e dopo vari tentativi riesce ad alzare la testa e a incontrare le labbra di Emily con le sue. Quel contatto di infinita tenerezza con la madre lo calma e sui nostri volti lascia un sorriso ebete. Mi accorgo che la mia mano é rimasta sospesa e tremante per l'incanto e con molta cautela, per timore di fargli del male con la mia forza, poggio il palmo sulla sua testa e muovo il pollice accarezzando la sua fronte liscia. Mio figlio è qui ed è vivo! Sofia lo prende dal petto di Emily e lo sottrae dalla mia mano con giusta protesta del piccolo che ricomincia a piangere e mentre bacio la donna che mi ha reso padre non perdo d'occhio quello che stanno facendo a mio figlio. Sofia recide il cordone ombelicale poi passa il piccolo nelle mani di Rose, alquanto commossa, che inizia a lavarlo sotto lo sguardo vigile di Carl. Rivolgo la mia attenzione su Emily dicendole <<grazie per avermi reso padre>> poi mi mordo il polso e porgendoglielo <<sei pronta?>> lei solleva la testa dal cuscino e poggia le labbra sulla mia ferita prendendo un'abbondante quantità di sangue. Rinuncio, per il momento, a prendere il suo perché ne ha perso abbastanza durante il parto ma la tengo stretta a me e affondo il volto nei suoi capelli inebriandomi del suo odore. <<Eric, vieni>> mi chiama Carl. Interrompo la donazione di sangue a Emily che inizia ad andare in panico ma Felicia prende in mano la situazione cercando di tranquillizzarla, e vado da mio fratello che sta visitando mio figlio che ha tramutato il pianto in urla disperate. <<Cosa c'è che non va?>> <<Nulla, è sano>> poi parlando a bassa voce <<ma credo che un rinforzo al suo sistema immunitario sia opportuno>>. Capisco cosa intende mio fratello e prendo delle forbici poi affondo le punta nel mio indice. Poggio il dito sulle labbra di mio figlio e lui subito si calma e inizia a succhiare <<ti piace vero?>> gli sussurro e lui come se avesse capito la mia domanda apre gli occhi e il suo colore lascia senza fiato. Gli occhi di mio figlio sono grigio con delle sfumature viola e spiccano sul colorito chiaro della sua pelle. <<Eric, che succede. Sta bene?>> mi domanda Emily con la voce rotta dal pianto. Tolgo il dito dalle labbra di mio figlio che protesta con un vagito ma si calma subito quando lo prendo tra le braccia e l'emozione di questo momento non ha eguali, poggiando le labbra al suo orecchio gli sussurro <<non dovrai mai temere nulla. Ci penso io a te>>. Muovendomi come se avessi il più fragile e prezioso dei cristalli tra le mani lo porto da Emily che ci guarda come se avesse visto la cosa più bella del mondo. Mi siedo sul bordo del letto al suo fianco e le dico <<nostro figlio sta benissimo>> <<è umano o ha le zannette pure lui? Perché in tal caso non lo allatterò>>. Sorrido e poggiandoglielo tra le braccia <<è sdentato per il momento ed è umano e credo che abbia fame>>. Emily si scopre un seno e il piccolo subito si attacca al petto della madre succhiando con vigore. Emily lo accarezza guardandolo incantata e dicendo <<è perfetto, non avrei saputo fare di meglio>> poi alzando lo sguardo languido su di me <<allora, che nome gli diamo>> <<a te la scelta anche perché credo tu abbia gia deciso>> lei mi sorride poi dice <<Michael>> <<come l'angelo di Dio, quindi un nome biblico>> <<sì! Michael Bilmar de Fornier, suona bene>> <<e sia per Michael>>. Tutto quello che vuole perché lei è la donna che mi ha trascinato fuori dalle tenebre. Lei è quella che ha frantumato la mia corazza. Lei è quella che ha risvegliato i sentimenti buoni. Lei mi ha insegnato ad amare e mi ha reso padre. Lei per me è l'unica e quindi se avesse chiesto di chiamare nostro figlio Pistacchio io avrei esaudito anche questo suo desiderio. Emily è pallida e trema mentre allatta nostro figlio ma non rinuncia a nutrirlo finché lui non decide di essere sazio a quel punto lei abbandona la testa sul cuscino. Faccio per prendere mio figlio dalle sue braccia, ma Felicia mi anticipa e a mani giunte le dice carica di entusiasmo <<ti prego! Ti prego, posso tenerlo un po' io>> Emily, stremata annuisce abbozzando un lieve sorriso e glielo porge. Felicia con un sorriso che le arriva da un orecchio all'altro culla Michael tra le braccia dicendogli <<ciao, ma che bel bimbo che sei. Io sono zia Felicia e ti vizierò tantissimo, litigherò molto pure con i tuoi genitori perché te le darò tutte vinte, ma chi se ne importa>> e continua a cullarlo cantandogli una ninnananna che concilia anche il sonno ad Emily. Rose la copre con la premura di una madre poi si gira verso di me e mi abbraccia <<congratulazioni! Sono sinceramente felice per te mio amor>> la stringo appena dicendole <<lo so, lo sento e ti ringrazio per l'aiuto che ci hai dato>> lei solleva la testa dal mio petto e guardandomi <<era il minimo che potessi fare per la mia enfant e per vous. Noi siamo una famiglia e ci si aiuta l'uno con l'altro come abbiamo sempre fatto. E a proposito di famiglia credo che tu debba dare la notizia ad Albert>>. Lascio mia moglie e mio figlio nelle loro mani sicuro che non gli faranno del male ed esco dalla stanza blindata. Mio padre salta su dalla poltrona chiedendomi <<allora?>> <<Sono padre di un maschio, Michael>> <<oh, Signore!>> esclama con gli occhi rivolti al cielo poi scoppia in una risata e di slancio mi abbraccia dandomi delle pacche sulla schiena <<finalmente una gioia figlio mio, felicitazioni>> poi ricomponendosi <<gli hai dato un bellissimo nome! Ora bisogna che io provveda a molte cose. La prima che farò è dare la notizia a tutti i nostri alleati>> <<e dimmi, per caso mio nipote ha le palle mosce come le tue>> esclama con tono derisorio quel moscerino fastidioso di fratello che mi ritrovo. Solo lui riesce ad innervosirmi anche in una situazione felice come questa e ad avere la sfrontatezza di parlarmi in quel modo d'avanti a tutti, ma questa condizione deve cambiare. Lui deve portarmi il dovuto rispetto. Afferrandolo per il petto gli do una testata in faccia dicendogli <<ho due palle di ferro che tu sei riuscito a frantumare>> con uno scatto fulmineo gli affondo una mano nel petto facendolo boccheggiare dal dolore, poi continuo <<non te lo ripeterò più perciò ascoltami bene, ti strapperò il cuore se ancora una volta usciranno dalla tua bocca parole irrispettose nei mie confronti>> ritiro la mano dalla sua carne e mentre Alex lo sorregge io mi avvio in cucina per lavarmi le mani sentendo Albert che gli ordina <<esigo rispetto per Eric, mi hai capito?>>. Il mio creatore mi raggiunge dicendomi <<ci vediamo con il sorgere del sole così mi presenterai tuo figlio. Ora vado a dare l'ordine di rinforzare la sorveglianza>> e sparisce. Anche il resto delle streghe con le loro famiglie, che si erano intrattenuti in attesa della lieta notizia, dopo essersi congratulati lasciano la mia casa con la promessa di rivederci presto. Tom e Tanya decidono di andare anche loro per mettere a letto la bambina che era crollata. Ritorno nel mio studio ed Alex mi porge un bicchiere di nutrimento, lo prendo e mi lascio cadere nella poltrona avvertendo solo adesso l'indebolimento per aver assorbito tutto quel dolore da Emily.

<<Credo sia giunta l'ora che io vada a riprendere la mia missione>> mi comunica Alex. L'alba è ancora lontana dal sorgere e ci sono ancora lunghe ore a disposizione di Ludovic per attaccarci se gli dovesse giungere in qualche modo la notizia della nascita di mio figlio e nonostante il mio creatore abbia schierato tutto il suo esercito a protezione della mia casa e della città per me non è abbastanza. Inoltre c'è anche quella maledetta lista dalla quale non riusciamo a capire se i nomi codificati sono solo di notturni o anche di Vampiri nostri che potrebbero attaccarci per rapire Emily con la convinzione di ingravidarla non capendo che il concepimento di mio figlio è stato un fatto unico e irripetibile. Per questi ovvi motivi ho bisogno di persone di cui mi fido a protezione della mia famiglia e uno di questi è Alex. Lui ama Emily ed ho la certezza che non le farebbe del male perché fu Alex, che io stesso misi come guardia del corpo della mia donna, a salvarla in più circostanze, specialmente dalle mie grinfie quando lei mi sfilò il pugnale stregato dal cuore e il mio cervello la riconobbe solo come una preda da violare il corpo e di cui nutrirsi. In seguito Alex ha curato il suo corpo, la sua anima e gli è stato sempre vicino finché io non lo spedii in Antartide per togliermelo dai piedi ed anche perché ero geloso dell'affetto di Emily nei suo confronti. Ora è arrivato il momento di mettere da parte la mia gelosia e di scendere a patti con me stesso sul fatto che lui ama la mia Emily perché ho bisogno della sua presenza qui e del suo talento. <<Ti sollevo dall'incarico Alex>> gli dico facendo ruotare il sangue nel bicchiere <<non sei soddisfatto di me?>> <<Certo che lo sono! E ti sono anche grato perché è anche grazie a te se oggi mio figlio è nato e mia moglie è viva ed è per questo che ti rivoglio a Roma con me per le tue competenze e nella mia famiglia come guardia del corpo di Emily in mia assenza. Dimmi, ti va questo nuovo incarico?>>. Lui si piega su un ginocchio al mio fianco e abbassando la testa <<sono felice e onorato di servirti padre>>. Mi alzo dalla poltrona e mi metto nella sua stessa posizione <<sono io che mi inginocchio a te per la tua lealtà Alexander>> lui solleva il capo e mi fissa con occhi sbarrati nel vedermi in questa posizione di sottomissione. <<Ehi, anch'io sono stato utile, mi sono preso cura di Emy e ho combattuto con te per liberarla quando l'hanno rapita quei Vampiri e in più ti ho donato il mio sangue quando ti hanno avvelenato e in cambio, invece della gratitudine, da te ho ricevuto solo maltrattamenti, non è giusto!>> Alex ed io scattiamo in piedi come fossimo stati colti con le dita nella marmellata e fissiamo il moscerino seduto sul divano con aria imbronciata e giurerei prossimo alle lacrime. Mi sono completamente dimenticato della sua presenza, ma in fondo ha ragione la sua lamentela non fa una piega. Lui, più di tutti, era pronto a morire per salvare mia moglie e mio figlio. <<Lo ripeto non è giusto che tu mi maltratti solo perché qualche volta ti chiamo palle mosce>> e lacrime rosate gli rigano il volto. Non ci posso credere sta piangendo sul serio! <<Ora sembra davvero il Vampiro scemo della famiglia>> mi sussurra Alex. Scoppiamo a ridere e lui indignato della nostra ilarità si alza dal divano dicendoci <<le mie azione verso te ed Emy sono sempre state buone, ma è ovvio che non sarò mai apprezzato da te>> mi dice ancora più imbronciato e a testa bassa ci gira le spalle per andarsene. Ha nuovamente ragione e non è nemmeno giusto che ridiamo della sua sensibilità e gli dico <<ti sbagli Matteo. Io ti apprezzo molto e se a te fa piacere vorrei darti lo stesso incarico di Alex>> improvvisamente la sua espressione cambia e inizia a battere le mani saltando di felicità, poi di colpo me lo ritrovo addosso che mi stringe in un abbraccio <<grazie fratello, non te ne farò pentire>>. Lui, nella sua vita umana ha sofferto molto subendo angherie e specialmente il rifiuto, ora nell'eternità cerca solo l'accettazione e di far parte di una famiglia ed è quello che avrà da parte mia come fratello maggiore Avverto il suo bisogno di affetto e ricambio il suo abbraccio.


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