L'amore ha il tuo nome. Capitolo 24

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Emily.

Il cuore mi batte all'impazzata. Corro nel giardino affondando i piedi nella neve, nel tentativo di cancellare l'odore del sangue che colava dal braccio di quella Vampira. Stremata crollo sulle ginocchia e mi rannicchio su me stessa poggiando la guancia sulla neve ansimando in cerca di respiro, col petto scosso dai singhiozzi e dal mio battito furioso. Ho male al petto, alla gola e ancora la sensazione di quegli artigli sulla pelle. Devo muovermi. Ne sento il bisogno. Raccolgo le forze e mi sollevo sulle ginocchia strofinandomi il polso come una forsennata per cancellare dalla mia pelle il segno delle dita che mi ha lasciato la Vampira. Un braccio possente mi cinge le spalle <<ehi! Va tutto bene>>. Mi lascio confortare da quell'abbraccio mentre dal petto mi sale un grido di dolore fino a liberarsi nell'aria. Nulla andava bene, la mia vita era un disastro sconvolta dalle persone che più avevo amato al mondo. <<Stai gelando è meglio rientrare in casa>> mi dice mentre mi sorregge per rimettermi in piedi. Il solo pensiero di mettere nuovamente piede in quella casa insanguinata mi fa attorcigliare lo stomaco e divincolandomi delle sue mani faccio in tempo a voltarmi e vomito sulla neve. Lui mi regge i capelli e mi sorregge la fronte con una mano finché i conati non cessano. Pulendomi la bocca con il fazzoletto che lui mi aveva passato, gli dico, con isterismo <<devo allontanarmi da qui>> <<sì! Sì, certo>> il tempo di essere colta da una folata di vento che lui è nuovamente al mio fianco e mi aiuta a mettermi il cappotto poi m'infila un cappello di lana e infine mi annoda una sciarpa al collo <<fatto! Andiamo>>. Percorsi pochi mentre dalla casa, diretti verso il centro di Montmartre, sorretta in vita dal suo braccio perché si è accorto che non sono stabile sulle gambe, lui mi dice <<quello che è successo era prevedibile, anzi inevitabile quindi nessuno te ne farà una colpa perciò non darti pena e poi la Emily cazzuta a me è piaciuta>>.

Ci sediamo su una panchina nel giardino pubblico e restiamo in silenzio. L'aria fredda ha spazzato via l'odore del sangue dal mio naso facendomi passare la nausea ma le lacrime non cessano. Ho ottenuto quello che volevo la verità su Adriana. Ho creduto di aver ritrovato mia sorella invece mi sono ritrovata con una Vampira piena di astio. Come può farmene una colpa di quello che le è successo? Non si rende ancora conto che avevamo un nemico che ci voleva morte da prima che nascessimo? Mi distraggo dai miei pensieri avendo una percezione, mi guardo intorno finché non lo scorgo tra i passanti, diretto nella nostra direzione. Si avvicina tenendo gli occhi puntati su di me, <<a più tardi splendore>> mi dice Alex alzandosi. Annuisco ma volgo lo sguardo nel vuoto, pronta ad affrontarlo. Si accomoda al mio fianco e mi dice <<comportarsi in quel modo quando si diventa Vampiro è del tutto naturale. Lei non voleva essere cattiva con te, il problema è che deve ancora imparare a gestire le emozioni, ma ti assicuro che tua sorella ti vuole bene>>. Bene! Ha deciso di affrontare per prima la parte più dolorosa dei nostri problemi. Per cercare di mantenere la calma, lentamente volgo la testa verso di lui dicendogli con rabbia <<lei non è più mia sorella ora è tutta tua. Siete fatti della stessa pasta perciò torna da lei>> <<non è di lei che ho bisogno ma di te>> <<per cosa? Per continuare a mentire e scoparti lei?>>. Lui abbassa lo sguardo, poggia i gomiti sulle ginocchia e stringe un pugno nella mano <<per la prima volta mi vergogno delle mie azioni. Darei qualsiasi cosa per cambiare il passato>>. Scioccante! Lui prova vergogna? Mostrandomi distaccata, gli rispondo <<purtroppo non è possibile>> <<lo so però se avessi questa possibilità, cambierei tante cose, me ne fregherei delle promesse fatte a Mary, degli ordini di Rose e di mio padre. Penserei di più a te. Ti direi subito le tue origini e da chi discendi. Ti eviterei il dolore del lutto dicendoti la verità. Scatenerei una guerra in famiglia ridandoti Letizia, perché tu saresti un'ottima madre per lei e mi riempie di tristezza per avermi precluso di essere di nuovo padre. Principalmente non commetterei il più grave dei miei errori andando a letto con tua sorella. Se può servire a mia discolpa, ti dico che quella notte non ero in me. Era il Vampiro arrabbiato ed egoista ad agire che non ha pensato al male che ti stava facendo. Ho sbagliato tutto>> si volta verso di me, poggia una mano sulla mia e stringendola garbatamente <<ti chiedo perdono. Ti prego non ripudiarmi. Io ho bisogno di te Emily perché ti amo>>. Sento la rabbia che si dissolve, il cuore mi palpita suggerendomi di accantonare tutto e di ricominciare ma il cervello resta lucido: tutto questo non è reale. Lui mi sta circuendo con la sua voce suadente. Con uno scatto mi libero la mano, mi alzo e m'incammino verso un sentiero di cespugli innevati: devo allontanarmi dal Vampiro. Lui mi raggiunge e parandosi davanti <<Emily ti prego>>. Le lacrime mi colano giù di nuovo urlandogli <<tu menti ancora. Io ho visto che vi amate>> <<non come pensi tu. Ti giuro che da quella notte non l'ho più toccata. Adesso Mary per me è una figlia. La amo come amo il resto della mia progenie. Nulla di più!>> mi stringe nelle sue braccia <<dimmi come posso rimediare. Dimmi tu cosa devo fare>> <<io non riesco a perdonarti. Il pensiero mi opprime l'anima>> <<dammi una possibilità>>. Con il volto schiacciato sul suo petto inalo il suo profumo è sempre lo stesso, ambra con quella nota di terra fresca e incenso, e mi tramortisce i sensi. Il calore del suo corpo possente mi riscalda e il suo abbraccio mi conforta dandomi quel senso di protezione a me tanto familiare: tutto questo non è reale.

Eric.

Il suo corpo s'irrigidisce tra le mie braccia. Sento di averla persa irrimediabilmente. Rivedo l'essere che ero prima di lei fatto di dissolutezza e solitudine e un brivido di paura, come se stessi vivendo un incubo a occhi aperti, mi attraversa le ossa. Io non voglio più essere solo. Ho atteso così a lungo lei, l'altra parte di me che immaginare adesso un'esistenza senza la mia Emily sento il cuore stringersi in una morsa. Lei è convinta che io la stia circuendo, che ciò che proviamo l'uno per l'altro non sia reale ed è questo il problema che non le fa superare tutto. Tento ancora di convincerla dicendole <<usa la magia. Fonditi con me. Qui. Adesso. Guarda la verità su Mary>> <<mi faresti vedere solo ciò che ti è comodo. Tu sei abile a nascondere le cose>>. Disperato perché non vedo più uno spiraglio per noi, poggio la fronte sulla sua <<ti supplico Emily>>.

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