L'amore ha il tuo nome. Capitolo 19 Tom Tanya e Letizia Bilmar.

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Emily.

Isse, detto da Eric: l'apocalittico in fatto di sterminio, ci sta dando la caccia. Ludovic il vendicativo, adesso più di prima, ci vuole morte. Letizia è diventata una Bilmar ed è anche una mia parente di sangue e per questi motivi è anche lei nel mirino della morte. Mi assale una paura nauseante. Questo è un incubo che non finirà mai! Ho un nodo che mi serra la gola, mi bruciano gli occhi e sento il sapore della bile in bocca. Vedo Irma che mormora qualcosa nel suo telefono, per non farsi sentire dagli altri, guardando in strada dalla finestra, poi riattacca e mi dice <<sta salendo Alex. Eric è in strada e mi ha detto di riferirti che per il bene dei tuoi amici ti conviene non fare storie per la sua presenza in casa>>. Se ha mandato anche un altro suo figlio, vuol dire che la situazione sta diventando pericolosa per tutti. Annuisco! Mi ci vuole qualcosa da bere per rilassarmi! Mi verso del vino rosso facendolo schizzare sul tavolo. Mi trema la mano! <<Tutto bene farfallina, ho l'impressione che tu sia spaventata>> mi domanda Matteo. Mi conosce troppo bene per non accorgersi del mio umore. Un altro po' di vino! Riempio il bicchiere fino all'orlo, sorrido rassicurante al mio amico e lo butto giù tutto d'un fiato per non dirgli: probabilmente prima dell'alba moriremo tutti, perché Ludovic voleva già ucciderci qualche giorno fa, ma Eric gli ha dato fuoco e adesso lui è davvero incazzato e ha mandato Isse che sgozza gli umani e poi li fa a pezzi! Sì, hai ragione, sono terribilmente spaventata! Ci vuole altro vino.

Non sopporto più Irma. Ieri sera ero troppo preoccupata per quello che sarebbe potuto succedere per colpa di Ludovic e per questo non ho dato troppo peso alla sua presenza e a quell'atteggiamento di fastidio che ha nei miei confronti. Durante la cena di sua iniziativa ha annunciato a Matteo che l'indomani io sarei partita con il resto della famiglia per trascorrere le vacanze di Natale in Francia. Il mio amico è sembrato sinceramente contento di questo mio viaggio, tanto che per un attimo ho pensato che fosse contento che mi togliessi davanti ai piedi per un po' ma in realtà lo era solo perché ha pensato al tempo che trascorrerò con mia nipote. Io, invece, mi sono arrabbiata perché spettava a me, non a lei, dare la notizia a Matteo ma ho tenuto la lingua a freno e ho continuato a buttare giù altro vino che Alex mi versava appena vedeva il mio bicchiere vuoto e lei non ha mancato persino di rimproverarmi dicendomi <<stai bevendo troppo stupida>>. Poiché eravamo sotto gli occhi di tutti, ho mantenuto la calma e lanciandole un finto sguardo socievole, le ho detto <<temi che mi si sciolga la lingua e racconti di te?>> e dandole un colpetto sulla testa <<fai la brava stronzetta?>>. Da quel momento è ritornata, più salda di prima, la sua antipatia nei miei confronti, e sapesse quando me ne importa. Lei è rimasta anche dopo l'alba con la scusa di aver bevuto troppo per guidare e il buon Matteo le ha creduto facendola dormire in camera con me. Io invece avevo il sospetto che lei fosse rimasta per accertarsi che il giorno dopo fossi veramente partita con loro. Sospetto confermato appena ho aperto gli occhi, l'ho trovata con i miei bagagli già pronti e questa iniziativa mi ha infastidito, non aveva diritto di mettere le mani nelle mie cose. Poi mi è stata con il fiato sul collo mentre mi preparavo, cosa che ho fatto con molta calma, e ha sbuffato tutto il tempo della colazione. Adesso è seduta al mio fianco nell'auto guidata da Alex diretti a Fiumicino. Sulla pista c'è un jet privato e appena Alex ferma l'auto Eric mi apre lo sportello. Nel vedermi il suo sguardo s'illumina e porgendomi la mano <<finalmente sei qui>>, ma io lo ignoro e sorrido a Letizia che mi corre incontro urlando <<ziettaaa! Zietta mia>> la accolgo tra le braccia e dopo esserci sbaciucchiate, per il bene della bambina, saluto il resto della famiglia fingendo come loro di essere contenta di vederli. Eric invece mi lancia un'occhiata torva, poi volta le spalle e si avvia alla scaletta. Chi se ne frega del suo umore, faccio questo viaggio per mia nipote non per lui ed è bene che lo capisca subito. Il jet è a dieci posti, un'hostess molto graziosa ci da il benvenuto. Ci accomodiamo io e Tanya con la bambina seduta in mezzo, Felicia, Carl e Irma sulle poltrone di fronte a noi mentre Eric e Tom scelgono di mettersi sull'altra fila. Il decollo è sempre traumatico per me e prego tenendomi con una mano al sediolino e l'altra stretta a quella di Letizia che non sembra per nulla spaventata. Beata lei! Durante il volo chiacchiero con la bambina che è felice di raccontarmi dei suoi progressi alla scuola di danza e dei suoi nuovi amici e Eric dall'altra fila ogni tanto ci lancia uno sguardo poi torna a leggere un quotidiano. L'hostess si avvicina con un carrello e ci chiede <<gradite qualcosa da bere>> accetto volentieri un succo di frutta, mentre gli altri la ringraziano rifiutando. Lo divido con Letizia che lo beve sotto mia insistenza contro voglia, Eric all'ennesimo sguardo posa il giornale e guardandoci dice <<Carl, credo che la scimmia non si senta bene>>. La bambina non reagisce alla sua provocazione e poggia la testa sul mio torace. Eric continua a guardarla attentamente, Tom rivolge anche lui la sua attenzione sulla bambina e gli tende le braccia. Lei si alza dal sediolino fa pochi passi poi rimane ferma nel corridoio. Tom la incoraggia ad andare da lui, dicendole <<dal mio posto si vedono le nuvole>>. Lei fa un passo incerto nella sua direzione e vomita. Eric balza dal sediolino, ritrovandosi con i pantaloni sporchi. Tutti noi scoppiamo a ridere notando la sua espressione torva mentre lui sbraita <<brutta scimmia, ora ti tollero meno di prima!>> Tanya che nel frattempo si è precipitata a prendere la piccola gli lancia uno sguardo fulminante e lui ancora <<e tu non difenderla, poteva girarsi anche dall'altro lato!>>

<<Cattivo! Io non mi sentivo bene. >> <<Sì ma potevi comunque vomitare altrove!>> <<Dai Eric, infondo ti donano quelle chiazze a mo' di toppe sulle ginocchia>> sdrammatizza Tom. Lui innervosito dal nostro atteggiamento si reca dall'hostess facendo il carino e chiedendole di portargli il ricambio che loro tengono a bordo. Mentre lui si cambia, il pilota c'informa che siamo in fase di atterraggio e si raccomanda di stare seduti perché saremmo presto atterrati all'aeroporto di Le Bourget. Altra tensione e questa volta prego che non sia io a vomitare. Quando il portellone si apre, Eric è alle mie spalle poggiandomi una mano sulla schiena, ma la toglie subito quando gli dico <<non mi toccare>>. In macchina mi accomodo dietro, al fianco di Felicia, lui prende posto alla guida, attende che il fratello salisse al suo fianco e parte seguito dall'auto di Tom. Lasciato l'aeroporto, arriviamo nella residenza di Rose sulle colline di Montmartre. La sua villa ma che dico, il palazzo a tre piani, immerso nel verde, in arte barocca con un giardino ricco di decorazioni floreali, sminuisce la bellezza delle case dei Bilmar, tanto è imponente. Al nostro arrivo un domestico ci da il benvenuto prendendo i nostri cappotti e facendoci accomodare in un salone arredato in stile Luigi XV, con un albero di Natale decorato in oro e bronzo che s'intona con i colori della stanza. Letizia si guarda intorno, stupefatta, Eric si tiene a distanza, giacché gli mostro indifferenza, guarda fuori da una finestra dandomi le spalle. Rose ci raggiunge, bella e aggraziata come sempre seguita da Albert e dopo averci dato il benvenuto, ci invita ad accomodarci in salotto dove si siede accanto a me sul divano, mentre Albert di fianco ad Eric lo fissa negli occhi. Rose chiede come fosse andato, il viaggio e Letizia le racconta del suo malore e lei abbracciandola <<mi dispiace piccolina>> poi arriva un domestico annunciandoci che il pranzo è pronto. A tavola converso con Albert seduto al mio fianco e con Rose al seguito mentre Eric seduto sulla mia destra pasticcia con il suo pranzo senza toccarlo. Al dolce, Letizia lo nota e non trattenendosi si porge sul tavolo nella sua direzione e con tono di rimprovero <<mamma dice che non si fa questo>>. Lui alza gli occhi su di lei e arrabbiato la provoca, <<scimmia linguacciuta, stai zitta>>. Poi si alza da tavola ma la bambina si solleva sulla sedia, probabilmente per sembrare più grande dicendogli <<mamma dice anche che bisogna chiedere il permesso prima di alzarsi da tavola>> <<ti ho detto zitta! Impara a parlare solo se ti è chiesto>>. Oh mamma! Questa discussione non finirà bene. Letizia stringendo le mani sulla spalliera della sedia alza la testa per guardarlo negli occhi, e gli urla <<io non sto zitta e tu sei un maleducato e cattivo!>> poi perde l'equilibrio. Succede tutto al tempo di un battito di ciglia tanto avviene veloce la scena; Letizia si capovolge con la sedia, Eric scatta in avanti e nel medesimo istante afferra lei con un braccio, mentre con l'altro regge la sedia rimettendola a posto. La bambina lo guarda sorpresa, lui la rimette a terra e tenendola per le braccia, tra i denti le dice <<sei una scimmia con la lingua da serpente, e l'idea di averti tra i piedi nei prossimi giorni rende felice me, quanto te. Prova a dire ancora un'altra parola e ti farò vedere quanto so essere cattivo>>. La lascia in lacrime e si gira verso di noi che lì guardiamo ammutoliti. Tanya stringe a se la bambina per calmarla, dicendo <<Eric, sei incorreggibile>>. Io, invece, lo strozzerei con le mie mani.                                                  

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