Capitolo 76
Roma, 23 dicembre.
Alex.
Il Cabaret è affollato. Tutti i nostri impiegati si divertono, mangiano e schiamazzano alla festa aziendale di fine anno che il mio creatore ha organizzato con tanto di regalo per ogni singola persona. Tra la folla, la vedo seduta al bar e resto senza fiato. Indossa un abito rosso di seta che le arriva al ginocchio, con trasparenze e luccichii sui fianchi ma. E i capelli neri e lucenti sono corti. Li ha tagliati! Sfiorano appena le spalle acconciati in morbide onde ribelli. Proprio come il suo carattere. Stupenda! <<Eccoti! Lei è seduta al bar, l'hai vista?>> mi chiede Matteo. <<Sì>> <<bene! Hai portato tutto?>> <<Cosa?>> gli domando distogliendo lo sguardo dalla schiena più sensuale che abbia mai baciato. <<Le palle! Immagino che tu le abbia con te, perciò usale>> mi da una pacca sulla spalla <<è arrabbiata, intrattabile. Io ho rischiato il linciaggio per portarla a questa festa! Buona fortuna>> e si allontana mischiandosi alla folla. Raggiunge lei che le domanda <<dov'eri finito? Non che m'interessi ma per curiosità>> <<sono andato a salutare una micia in calore che mi faceva le fusa da lontano. Farò sesso con lei, sei felice per me?>> <<che squallore che sei! Vado in bagno a dar di stomaco>> e scende dallo sgabello. Ci siamo! Coraggio Alex, devi solo lasciare che sia lei a gestire la situazione. Falle credere di avere il controllo e tutto andrà per il verso giusto. Facile a dirsi. Ho lo stomaco in subbuglio, mi sento ancora male. Traggo un respiro per calmare l'agitazione e obbligo le gambe a muoversi. Un passo alla volta, uno dietro l'altro e mi ritrovo davanti a lei, <<ciao>> le dico. Trasale, il labbro inferiore le trema e gli occhi sono pieni di tristezza. Poi raddrizza il busto e ritrova la sua stoica compostezza. La mia iceberg è ritornata. Mi darà filo spinato da torcere. Magnifico! Stringo i pugni nelle tasche per darmi coraggio e le domando <<hai voglia di bere qualcosa e parlare con me?>> <<No! Ho solo voglia di andarmene. Per me la festa finisce qui>>. E muove un piede ma io le sbarro il passo. Nello stesso tempo gli invitati alla festa si scatenano a ritmo di musica e qualcuno mi da uno spintone alle spalle facendomi finire verso di lei. <<Scusami bello>> mi dice Matteo mentre lei barcolla. Approfitto di questo momento e le metto una mano dietro la schiena e vedendo che siamo a centro della sala circondati da ballerini provetti mi viene un'idea <<vuoi ballare con me?>> <<No>> <<uno solo e poi andrai a casa>> le dico cingendola con un braccio. <<Ho detto no! Non crearmi imbarazzo, lasciami andare>> <<mi disprezzi fino al punto di non concedermi un ballo?>>. Un altro spintone di Matteo e ci ritroviamo corpo contro corpo. Una ventata di panico le attraversa il volto mentre mi dice <<ti prego non costringermi. Non so ballare>>. Questa è l'occasione, come dice Matteo, di cacciare le palle. Prendo la sua mano nella mia, la sollevo con un braccio in vita, la poggio sui miei piedi e la stringo incollandola al mio corpo. L'ho nuovamente tra le braccia. Non credo possa esistere sensazione più sublime di questa. Entrambi abbiamo il respiro accelerato dal contatto, lei invece mi guarda anche con occhi sbalorditi mentre io le dico <<vedi, c'è una soluzione ad ogni problema>>. Mi muovo ondeggiando e dicendole <<sei bellissima>> <<sei sparito e adesso mi fai un complimento?>> <<sono stato impegnato a fare i conti con le mie pene. E vorrei che tu mi dessi la possibilità di spiegare come stanno le cose>> <<a questo punto, nel posto e nella posizione in cui siamo credo di non avere altra scelta>> <<ne abbiamo sempre una Dalila>> <<Davvero?>> <<Sì! Però, qualche volta siamo anche costretti a certe scelte e bisogna accertarne le conseguenze. La donna con cui mi hai visto si chiama Emily ed è la moglie di mio padre. Quando l'ho conosciuta, per me era solo una preda con cui mi sarebbe piaciuto andare a letto, poi iniziai a frequentarla e mi resi conto che lei aveva tutto quello che un essere come me possa desiderare. Ho avuto persino l'occasione di stendere la mano e prendermi tutto, ma non sarebbe stato un sentimento naturale. Infatti, nonostante ci amassimo, lei scelse ancora mio padre ed era quello che io volevo che accadesse perché sapevo che al mondo prima o poi sarebbe esistita l'altra parte di me. L'unica! L'essere prezioso che mi avrebbe condotto alla redenzione. Nel frattempo scelsi di accettare di vivere in casa di mio padre. Avevo una famiglia! Una famiglia che rispettavo, specialmente lei. Per me il desiderio di possederla era scemato, la vedevo con altri occhi e andava tutto bene, finché il mio creatore mi ordinò di condividere, per una notte, sua moglie con me per esaudire un suo desiderio>> <<potevi rifiutarti poiché hai detto di non desiderala più>> <<lo feci, eccome se non lo feci, ma Eric era determinato a esaudire una fantasia della mogie e a quel punto mi ordinò di farlo e non ebbi più scelta. E così accadde, io, lui e lei. Le feci tutto quello che avevo immaginato nel tempo ma rispettandola per quello che rappresentava, ovvero la moglie di mio padre. Nel mentre, però, mi resi conto che sì traevo piacere da quel corpo, ma lei era uguale a qualsiasi altra donna con cui ero stato e da quel momento non l'ho più guardata con desiderio>>. Lei mi ha ascoltato senza mai distogliere l'attenzione mentre continuo a ondeggiare tenendola sui miei piedi. <<Da quello che hai detto deduco che se tuo padre si incapricciasse e ti ordinasse di voler fare sesso a tre con me, tu non avresti altra scelta>> <<mi auguro che non accada mai perché preferirei morire piuttosto che vederti a letto con un altro>>. Il solo immaginarlo mi fa ribollire di rabbia al punto di voler uccidere qualcuno. E quel qualcuno è Eric! La stringo con possessione, lei è mia. <<Mi stai facendo male>> allento un po' la presa <<scusami, ti ho stretta perché mi stavi scivolando via dai piedi>> <<bugiardo! Hai lo stesso sguardo assassino di quando i coreani mi insultarono>> <<è vero! Hai ragione. Adesso per calmarmi mi servirebbe un bacio come quello che hai visto tra me ed Emily>> <<posso chiedere a Matteo di portartela qui>> <<non è necessario! Nessuno della mia famiglia ha il potere che hai tu su di me. Baciarmi. Calmami! Fallo subito prima che ceda all'istinto di uccidere>> <<non posso>> mi dice guardansi intorno, notando che la maggior parte degli umani ci stanno guardando spettegolando sotto voce. <<Si che puoi!>> piego la testa e avvicinandomi alle sue labbra <<non ti curar di loro>> e finalmente la bacio. Delicatamente, quasi un soffio sulle sue labbra per sondare la sua reazione. Chiude gli occhi e aumenta la pressione delle nostre labbra e il bacio diventa assaggio, poi esplorativo, ed in fine passionale. Il frastuono, la musica il chiacchiericcio intorno a noi sparisce, solo i nostri respiri danzano portando il ritmo ed è poesia. Tutto ciò che voglio è lei nulla di più. E glielo trasmetto tramite il mio sangue che le scorre nelle vene. Le sfugge un gemito e si stacca dalle mie labbra. Mi guarda sbarrando gli occhi poi il suo sguardo vaga per il locale. Ci stanno fissando tutti e lei in un attimo ritrova la sua postura algida e si scioglie dal mio abbraccio. Capisco di averla messa in imbarazzo e di averla data in pasto ai pettegolezzi di chi non sa di noi. <<Non ti curar di loro>> le ripeto e lei con la furia negli occhi <<non rivolgermi più la parola>> e si avvia verso l'uscita. La rincorro <<dove vai Dalila?>> <<Lontano da te. A casa>>. Arriviamo in strada, le afferro un braccio <<aspetta è pericoloso per te. Lascia che ti accompagni>> <<meglio per te se non apri più bocca>>. Annuisco e la guido verso la mia auto. Viaggiamo tutto il tempo in silenzio ma ogni tanto le lancio uno sguardo, dall'espressione non trapela nulla ma io percepisco la sua furia mi entra dentro come l'aria che respiro. Maledizione! Arriviamo a casa sua, l'aiuto ad uscire dall'auto e l'accompagno sino alla porta <<adesso vattene>> mi dice entrando in casa. La seguo dentro supplicandola <<lasciami restare finché non arriva Matteo. Sono preoccupato per la tua incolumità>>. Mi volta le spalle, spegne le luci e si reca in camera chiudendosi la porta alle spalle. Segno che non vuole avere più a che fare con me. Mi tolgo la giacca e mi siedo sul divano maledicendomi. Non è andata come speravo ma io non mi arrendo. Il piano deve funzionare in un modo o nell'altro. Passa qualche ora mentre attendo il ritorno del mio complice, quando improvvisamente un urlo di terrore squarcia il silenzio della notte. Dalila! Scatto dal divano direttamente nella sua camera. La trovo seduta nel letto, ansimante, sudata e si tiene il petto con una mano. Vedendomi, esclama <<oddio! Un Vampiro mi stava staccando la carne dalle ossa a morsi. Che incubo>>. Le vado vicino e mi siedo sul bordo del letto chiedendole <<ero io quel Vampiro?>> scuote la testa <<no! La mia mente l'ha associato a quel tale che mi ha mandato le rose nere>> <<Ludovic!>> <<Sì! Non ricordavo il nome>>. Si passa la mano sul collo domandandomi <<quel tizio, credi davvero che potrebbe agire come nel sogno?>> <<Ne sono certo, ma prima di quello ti farebbe altre torture>> <<stai esagerando>>. Garbatamente le prendo una mano nella mia <<giudica tu stessa se esagero>>. Catturo il suo sguardo e le rifletto i miei ricordi: Adriana che viene massacrata dal demone e i suoi discepoli. Emily posseduta dal demone, le percosse subite e il corpo squartato. Irma sterminata dai mandanti di Ludovic ed io con il petto infilzato da una lama. Eric pugnalato al cure e trasformato in un mostro senza sentimenti. I suoi occhi si sono spalancati e il petto le si solleva velocemente per come le batte forte il cuore. Distolgo lo sguardo dai suoi occhi e lei poggiando la fronte sulla mia spalla esclama <<non condizionarmi ancora di più. Ho già abbastanza paura di lui>> <<te l'avevo detto! Esiste qualcosa che possa farti paura>> <<sì, ma non sei tu>>. Vorrei abbracciarla per tranquillizzarla, ma penso che sia una mossa sbagliata e resto immobile. Deve essere lei e non io a volere le cose. Trae un respiro e si lascia cadere distesa sul letto dicendomi <<ti vedo stanco. Stenditi anche tu>>. Lo faccio senza distogliere lo sguardo da lei, ogni sua immagine mi è preziosa. Disteso al suo fianco incrocio le mani sullo stomaco, giro il capo verso di lei e le dico con tono basso <<non sono stanco. Sono solo preoccupato per te. Qui non è per nulla sicuro. Vorrei portarti in una fortezza>> <<dove?>> <<Nel palazzo di Albert>> <<dove c'è lei!>> <<Anche lei>> <<ed è proprio quando dici "anche lei" che non sopporto. Per una volta nella vita ho creduto di avere qualcosa di solo mio e che non avrei mai condiviso con nessuno, ed invece era un'illusione perché non è così>> <<ti sbagli. Io sono solo tuo>> <<davvero Alex! Tu in qualche modo contorto la ami>> <<sì, ma come qualsiasi altro membro della famiglia>> <<certo, ma questo sentimento non implica certi rapporti. Alex, ti sei scopato la moglie di tuo padre. Ti rendi conto che quello è un atto immorale? Quella è la tua matrigna ed io non so come gestire tutta questa... non trovo la parola adatta>> <<merda?>> <<Esatto!>> <<Prova a vederla in questo modo, io non sono più quell'uomo>>. Si gira su un lato e si tira le gambe al petto tenendosele accerchiate con le braccia. In questa posizione mi sfiora il corpo abbastanza da avvertire il suo calore. Non distolgo lo sguardo e tanto meno sbatto le palpebre per non perdermi neanche un attimo di lei. <<Non accadrà mai che io possa vivere sotto lo stesso tetto della tua Barbie Vampira>> esclama con decisione, <<non è mia>> riesco a dirle trattenendomi dal ridere, non riesce proprio a pronunciare il nome di Emily ed anche perché tenta di mascherare la gelosia con lo sguardo altezzoso, ma io comunque la percepisco. Improvvisamente aggrotta la fronte <<devo dirti una cosa>> <<dimmi>> <<Eric mi ha baciato>>. Sono a conoscenza del fatto che mio padre questa mattina le ha parlato ed anche di questo particolare e fingendomi dispiaciuto le dico <<mi hai spezzato il cuore. Adesso dimmi, cosa ne devo fare di questo cuore spezzato!>> <<Qualcosa mi suggerisce di avere io la cura>> <<e quale sarebbe?>>. Proprio nel momento in cui lei si solleva sulle ginocchia sentiamo dei rumori fuori dalla camera. Balzo su dal letto mentre ci arriva il fracasso di mobili rotti <<cosa succede?>> mi domanda Dalila fissandomi con occhi spalancati. Mi fa tenerezza il suo sguardo, vorrei consolarla dicendole non temere è solo Matteo che mi sta aiutando, non è nulla di reale. Purtroppo se voglio arrivare al mio intendo devo stringere i denti e continuare questa commedia, <<sono arrivati i cattivi. I Vampiri di Ludovic sono entrati in casa per ucciderci ed è probabile che ci sia anche lui>>. Faccio un passo verso la porta e lei con tono isterico <<dove vai?>> <<ad affrontarli. Devono passare sul mio cadavere prima di mettere le grinfie su di te>>. Matteo ci da dentro a spaccare e frantumare il mobilio emettendo dei versi che fanno accapponare le pelle a Dalila, ma mentre faccio per muovermi lei mi afferra un braccio e in totale terrore mi dice <<non osare muoverti da qui>> <<tu vieni prima della mia vita>> e con uno strattone mi libero della sua mano mentre Matteo da dei colpi alla porta fingendo di volerla sfondare. Sfilo il pugnale dalla cinghia del pantalone mentre lei si copre la bocca con le mani per trattenere le urla. Stringo i denti e schizzo fuori dalla stanza. Ci sono anche i rinforzi, Carl che mi strizza l'occhio mentre sfascia una sedia nel frattempo Matteo mi versa in petto una secchiata di sangue animale poi osservandomi <<adesso tira fuori i canini e sarai perfetto. Forza vai>> e mi da un calcio in pieno petto facendomi volare nella camera di Dalila. Lei vedendomi in quello stato mostruoso balza giù dal letto con le lacrime che le rigano il volto mi urla <<andiamocene. Andiamo in un posto sicuro>> <<solo la casa di Albert lo è>> le dico sputando le parole <<allora andiamo da lui>>. Ho ottenuto parte di quello che volevo, portarla via con me e tenerla al sicuro. Le tolgo la mano dagli occhi mentre giungono il mio creatore e i suoi fratelli nello studio di Albert. Il supremo, anche lui complice del mio piano, si alza dalla scrivania dicendo <<figliolo cosa ti è successo?>> <<La sua casa è stata attaccata, non è più sicura, la città è piena di Vampiri che ci cercano. Confido nella tua ospitalità>> <<maledetti!>> impreca Albert, poi volgendo lo sguardo su Dalila <<cara stai tremando, ma non temere qui sarai al sicuro>>. Eric le poggia una coperta sulle spalle <<credo abbia bisogno di riposare. Portala in camera>> mi dice fingendosi preoccupato. Il mio creatore è un altro mio complice nella missione Dalila. Le poggio una mano sulla schiena rigida, ma lei si sottrae al mio tocco ed io abbasso il braccio. La reazione è normale. Secondo lei ho appena ucciso e chiunque non vorrebbe essere toccato da un assassino imbrattato di sangue. Mi metterei a saltare intorno a lei dalla felicità, ma non lo faccio perché siamo sotto gli occhi del mio creatore e del resto della famiglia e mi sfotterebbero per l'eternità. Il piano per metà è riuscito adesso mi tocca la parte facile, usare la seduzione. Lo so è un colpo meschino ma in amore tutto è concesso. Entriamo nella nostra camera ed io mi dirigo direttamente in bagno. Faccio una doccia veloce, poi mi avvolgo un telo sui fianchi e ritorno in camera. Lei è al centro della stanza e mi fissa con occhi stretti quasi a volermi incenerire con lo sguardo. Porco mondo! Non promette bene. <<Cosa c'è?>> le domando con un po' di titubanza. <<Tu eri troppo tranquillo per il tuo carattere. Per delle rose nere hai dato di matto, invece con dei Vampiri in casa non l'hai fatto>> mi dice incrociando le braccia sul petto e battendo un piede a terra. Deglutisco. Mi ha scoperto, è troppo perspicace per ingannarla. Porca puttana! Qui si mette male se non riesco a farmi credere. Le vado vicino dicendo <<sono restato calmo per non spaventarti ulteriormente. Ho cercato di mantenere un equilibrio tra l'uomo e il Vampiro>> <<qualcosa nel tuo sguardo mi dice che non devo crederti>> <<e quale sarebbe quel qualcosa?>> le domando fissando le sue labbra. Così arrabbiata mi manda fuori di testa. La desidero troppo. <<L'azzurro dei tuoi occhi è scintillante e questo significa che sei contento>> <<diciamo pure felice>> <<appunto. La cosa non quadra>> <<invece il quadro è chiaro. Ho ucciso i cattivi e adesso ti tengo qui tutta per me. Perdonami se non sono arrabbiato>> <<credo che tu debba chiedere perdono per altro>>. A un soffio dalle sue labbra le dico <<va bene. Perdonami per tutte le cose che ho fatto prima di conoscerti, anche per quel stramaledetto bacio e ti chiedo perdono anche per le cavolate che farò in futuro>> <<intendi farne ancora?>> <<No, ma nel dubbio ti chiedo perdono da adesso>>. Abbassa lo sguardo sul mio torace poi lo alza verso di me dicendo <<il tuo profumo è... >> e mi bacia. Le bocche si scontrano, le lingue danzano, le strappo il pigiama mentre lei mi tira via il telo dai fianchi. La stringo a me. Oddio! Le sue tette premute contro il mio petto mi mandano in tilt il cervello e la parte bassa del mio corpo. Lo stesso effetto credo l'abbia anche lei perché inizia ad ansimare. So che quando fa così vuole di più. Vuole che la faccia mia. Le afferro le cosce, la sollevo e la porto sul letto. Le afferro i polsi li metto sulla sua testa e mi spingo in lei ma no abbastanza ma quel tanto da sentirne la strettezza e la carne che mi avvolge e il calore. Il calore mi arriva alla testa, tra le sue cosce predo fuoco e quando lei incrocia le gambe sulla mia schiena perdo il controllo e affondo con forza sino all'elsa gemendo di piacere. Affondo più volte, deciso, implacabile verso l'obbiettivo. Il suo orgasmo arriva, lo sento, mi avvolge, mi stringe, mi risucchia, mi trattiene dentro di lei ed io abbasso lo sguardo sul suo volto e resto incantato, sopraffatto dall'emozione. I suoi occhi sono languidi fissi su di me mentre mi sussurra <<ti amo>> e il mio cuore già accelerato mi martella nel petto premuto contro il suo. Quando mi è mancato tutto questo. Dopo glielo dirò! Intreccio le mie dita alle sue e la bacio sulle labbra e mi spingo in lei come un dannato fino a quando non arrivo al culmine. Un ultimo colpo e mi lascio andare irrorandola mentre lei mi succhia io continuo a svuotarmi nel suo, nel mio posto felice, l'Eden che ha tra le cosce. Sfinito mi abbatto su di lei con il fiato corto e la vista annebbiata. Mai provato una cosa del genere con una donna, solo con lei. <<Alex, stai bene>> <<con te, sempre>> sollevo la testa dal suo petto e la guardo mentre lei mi dice <<credo che questa volta tu mi ci abbia infilato dentro anche i testicoli>> scuoto la testa <<no. Quelli li tieni in mano. Mi hai castrato del tutto. Io non funziono senza di te>> <<in questi giorni hai provato a fare sesso con un'altra e non ci sei riuscito>> mi domanda corrucciando la fronte. Le massaggio la piega tra le sopracciglia dicendole <<non ci ho pensato nemmeno lontanamente a fare una cosa del genere. Ti sto solo dicendo che sei la mia vita e che non valgo niente senza di te>> lei mi accarezza il volto poi mi attira verso il suo e fissandomi negli occhi <<io, tu e Barbie sotto lo stesso tesso. Prova solo a sfiorarla ed io giuro che getterò i tuoi testicoli nel fuoco e poi mi scoperò tuo padre e chiunque altro voglia unirsi mentre tu resterai a guardare impotente. Mi hai capito?>>. Il solo pensiero dei miei testicoli gettati nel fuoco mi fa rabbrividire ma immaginarla nelle mani di altri uomini mi fa impazzire e spingendomi in lei duro come il marmo mentre lei urla <<Aleeex>> per l'invasione, le dico <<adesso mi hai fatto proprio arrabbiare. Dei miei testicoli già ne fai quello che vuoi>> la accarezzo tra le cosce <<ma qui ci entrerò solo io>>. Il mio cervello incazzato mi suggerisce di farle cose indicibili per farle passare la voglia di andare con altri ma il mio cuore mi obbliga a rallentare il ritmo e gli do ascolto. La bacio, la venero e la faccio mia a lungo.
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L'amore ha il tuo nome.
VampireDopo il loro incontro, la vita non è più quella di prima, ma cosa accade quando la passione si tramuta in amore. Eric il Vampiro spietato, prepotente e lussurioso per amore cambia ma ha ancora un segreto che lo tormenta e decide di confessare non as...