Capitolo 7.

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Trascorremmo i seguenti minuti a parlare e a coccolarci tra di noi, cercando di riempire la mancanza di contatto che entrambi sentivamo ormai pulsare nelle vene da giorni.
Poi, lentamente, la stanza iniziò a riempirsi di persone e la nostra privacy venne bruscamente invasa. La maggior parte della gente seduta e accomodata ai tavoli era principalmente del Gruppo B, quindi essendo quasi tutte ragazze, nella stanza volava un assordante brusio acuto, non privo di risatine e mormorii probabilmente riguardo ai test appena completati.
Se fossi stata sola sarei sicuramente morta di vergogna, sentendomi fuori luogo dato che, essendo circondata da persone che sono amiche tra loro da anni, non conoscevo praticamente nessuno. Per di più le ragazze del Gruppo B mi avevano marchiata come 'la ragazza fredda e acida che cerca di uccidere i propri amici' e le loro occhiate costanti non facevano altro che ricordarmelo. 

Invece fortunatamente ero con Newt, che nonostante gli sguardi e i bisbigli rivolti probabilmente a noi, non intendeva lasciarmi fuggir via dalle sue braccia. Il tavolo a cui sedevamo era rimasto vuoto perché le altre ragazze sicuramente avevano preferito andare a sparlare su di noi il più lontano possibile dai diretti interessati, perciò io mi ero stravaccata sulle sedie davanti a me, occupandole con le mie gambe, mentre il resto del corpo era praticamente appiccicato all'addome di Newt, che mi circondava il busto con le braccia e giocherellava costantemente con l'orlo della mia maglietta bianca.

Finalmente arrivarono anche alcuni Radurai e fui più che felice di tornare a occupare solo la mia sedia per far sì che si accomodassero al nostro tavolo, soprattutto dato che tra di loro c'era anche Minho. Quando arrivò verso la nostra postazione aveva un'aria piuttosto allegra e spavalda. Sperai che fosse dovuto al fatto che il suo esperimento fosse stato leggero e facile da superare.
Quando il ragazzo ci notò alzò un braccio in aria in segno di saluto e si avvicinò con un sorriso spontaneo e sollevato.

"Ehi, piccioncini." ci salutò, facendo un cenno con il mento verso Newt e dandogli una pacca sulla spalla. "Anche voi avete dovuto affrontare dei caspio di Dolenti?" chiese, sedendosi vicino a me.
Guardai Newt, sperando che fosse lui a rispondere, ma – come d'altronde mi aspettavo – non intendeva spiccicare una parola in merito al suo esperimento, così parlai io: "Ehm, no... Nessun Dolente."
Minho inarcò all'insù un sopracciglio e mi guardò in attesa di spiegazioni, ma fortunatamente uno dei Radurai seduto al nostro tavolo – che tra l'altro non sapevo neanche chi fosse – si intromise nel discorso, permettendomi di archiviare la questione che probabilmente Minho mi avrebbe costretta ad affrontare. "Hai dovuto combattere contro un Dolente?" chiese sinceramente stupito. "Un vero Dolente? Come quelli del Labirinto?"

"No, faccia di caspio. Mi hanno solo legato a una sedia e mi hanno rasato i capelli a zero per vedere se ero capace di vivere senza quelli." spiegò Minho, visibilmente sarcastico e scocciato per la domanda stupida. "Ma certo che era un Dolente! Solo che ero in una caspio di simulazione, come se fossi in un videogioco. Devo dire che però era parecchio realistico, con tanto di dolore e fiatone incorporato."
Risi alla sua affermazione: mi erano mancati Minho e le sue battute sarcastiche.

Mi girai verso di Newt, ma lui era completamente distante da tutto quello che lo circondava. Aveva le mani raccolte insieme a sorreggere il mento; lo sguardo fisso in avanti che pendeva nel vuoto; il corpo immobile, ma non per questo meno rigido e ingobbito. Solo ora mi accorgevo che sembrasse parecchio turbato e stanco: sotto gli occhi aveva delle profonde occhiaie e continuava a mangiucchiarsi il labbro, ormai diventato rosso.

"Be', mi fa piacere vedervi tutti sani e salvi." disse spostando lo sguardo da me a Newt. "Ma a quanto pare qualcuno ha deciso di rovinare la festa con il suo muso lungo. Ehi, Newt! Ci sei? La tua ansia arriva fino a qui e sta iniziando a inglobare anche me. Si può sapere che hai, amico?"
Newt parve riemergere violentemente dai suoi pensieri, tanto che fece un sussulto sulla sedia e ci guardò con aria spaesata e confusa. "Eh? Cosa?"
"Inizi veramente a preoccuparmi." ammise Minho. "A meno che non stavi pensando alla nostra Fagiolina... Magari prima che arrivassimo stavate facendo qualcosa?" chiese alzando e abbassando le sopracciglia e guardandomi in tono scherzoso.

The Maze Runner - RunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora