Capitolo 56.

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L'Adunanza che io e Minho avevamo convocato si era rivelata abbastanza tranquilla. Sia io che il Velocista avevamo esposto la nostra necessità di dover uscire da quelle mura e solo all'inizio Jorge e Brenda contestarono, entrambi sostenendo che ci serviva riposo. Dopo diverse obiezioni avevo deciso di prendere quella conversazione in mano e di spiegare chiaramente che non erano obbligati ad accettare, ma che se restavano sulla Berga allora io non sarei rimasta con loro. Che senso aveva sprecare un altro giorno? Tutti avevamo dormito e mangiato, se proprio volevano prendersela comoda io e Minho potevamo anche aspettare che si facessero una doccia, un riposino o uno spuntino, ma di certo non avremmo aspettato un altro giorno.

Finalmente, dopo aver convinto tutti, iniziammo a raccogliere informazioni su ciò che dovevamo fare in ordine di importanza. Nessuno di noi sapeva molto della città né aveva dei veri e propri contatti, ma alla fine le nostre conversazioni tornavano sempre su Gally e il Braccio Destro. Il Braccio Destro voleva fermare la W.I.C.K.E.D. E se era vero che la W.I.C.K.E.D. stava per ricominciare da capo le Prove con nuovi immuni, allora noi tutti avevamo gli stessi obiettivi del Braccio Destro.
Gally. Dovevamo tornare da Gally.

Scelto ciò, decidemmo di aspettare due ore precise, in modo che ognuno potesse usare quel tempo a disposizione in modo saggio. Io, ad esempio, ne approfittai facendomi una doccia e mangiando – o meglio buttando giù del cibo a fatica, dato che la fame non sembrava ancora essermi tornata.
Passate velocemente quelle due ore, iniziammo a muoverci.
Il piano era di recarci nell'appartamento di Gally e da lì decidere il da farsi. Quello che aveva detto Newt – che alcuni Spaccati stavano progettando di scappare dal Palazzo e andare a Denver – aveva sollevato qualche preoccupazione, dopo che io stessa lo avevo annunciato al gruppo, ma mentre eravamo in volo non avevamo visto nessuno.

Quando fummo tutti pronti ci radunammo davanti al portellone.
"Lasciate sempre che sia io a parlare" disse Jorge. Brenda annuì e così l'uomo continuò: "E una volta entrati, prenderemo un taxi."
"Bene così." mormorò Minho. "Adesso basta con tutte queste chiacchiere del caspio. Andiamo."
Jorge premette un pulsante e l'enorme rampa cominciò ad abbassarsi. Il portellone si era aperto solo a metà quando vidi tre persone proprio fuori dalla Berga. Neanche il tempo che la rampa toccasse terra con un tonfo che sentii nell'aria odore di guai. Guai belli grossi.

Due uomini. Una donna. Indossavano le stesse maschere metalliche di protezione dell'agente con la camicia rossa del bar. Gli uomini avevano una pistola e la donna un lanciagranate. I loro visi erano sporchi di terra e sudati, e sui vestiti c'erano degli strappi, come se avessero dovuto lottare contro un esercito per arrivare lì.
"Che storia è questa?" chiese Jorge, visibilmente sorpreso come tutti noi.
"Chiudi il becco, Mune." disse uno dei due tizi, con quella voce meccanica che rese le sue parole ancora più sinistre. "Adesso scendete lentamente, o le conseguenze non vi piaceranno. Non ci provate."

Per un attimo mi venne la brillante idea di guardare oltre le spalle dei nostri aggressori, ma quello che vidi mi bastò per capire che quelle guardie stessero facendo sul serio: entrambi i cancelli per entrare a Denver erano spalancati e nel corridoio stretto che portava in città c'erano due persone riverse a terra senza vita.
Jorge fu il primo a rispondere. "Spara con quell'affare, hermano, e ci scaraventeremo su di te come delle sanguisughe. Forse riuscirai a colpire uno di noi, ma noi vi colpiremo tutti e tre, razza di idioti."
Immediatamente pensai che quella fosse la minaccia più stupida che avessi mai sentito. Era vero, eravamo in maggioranza, ma quelle persone avevano delle armi e ciò significava che ci avrebbero stesi in un batter di ciglia.

"Non abbiamo niente da perdere." rispose l'uomo. "Provaci. Sono abbastanza sicuro di riuscire a beccare due di voi prima che possiate fare un solo passo."
Sollevò la pistola di qualche centimetro e la puntò al viso di Jorge. "E va bene" mormorò quest'ultimo, prima di alzare le mani in segno di resa. "Avete vinto voi, per adesso."
Minho grugnì. "Sei proprio un duro, testa puzzona."
Inizialmente temetti che il ragazzo avesse voglia di causare altri guai, ma alla fine sollevò anche lui le mani. Io e Stephen seguimmo l'esempio di Minho, mentre Hailie si limitò a nascondersi dietro la gamba del fratellone, tenendosi a lui con il terrore visibile sul volto. Fortunatamente le guardie non sembrarono fare caso a lei, o più probabilmente la ignorarono, non ritenendola un soggetto pericoloso.

The Maze Runner - RunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora