Capitolo 23.

4.1K 194 97
                                    

Un suono acuto mi fece scattare a sedere sul lettino dell'infermeria e ancora prima di riuscire a realizzare da dove provenisse mi guardai attorno spaesata. Nella stanza era ancora tutto buio ovviamente, ma dato che ogni stanza della W.I.C.K.E.D. era priva di finestre era impossibile capire se fosse giorno o notte. Ancora assonnata e spaesata, mi girai verso destra e feci appena in tempo a sentire il mio equilibrio mancare, percependo il vuoto sotto di me, che due mani mi afferrarono saldamente in vita, tirandomi all'indietro e risparmiandomi quella che sarebbe stata una caduta dolorosa. "Ehi, vacci piano."

Se non avessi riconosciuto quel profumo inconfondibile e la sua voce probabilmente avrei urlato spaventata. In meno di un secondo la mia mente ricordò cosa fosse successo prima di addormentarmi e sorrisi imbarazzata al pensiero di essere ancora completamente nuda.
Feci per rimettermi a dormire dato che avevo ancora sonno e che quel rumore che mi aveva svegliato aveva finalmente taciuto, poi però mi ricordai di dove ci trovassimo e spalancai gli occhi preoccupata.

"Newt!" lo chiamai. "Dobbiamo andarcene prima che arrivi qualcuno!"
"Lo so." constatò il ragazzo con tono divertito. "Ho messo la sveglia apposta."
Oh, ecco cos'era quel suono. Pensai portandomi una mano sulla fronte e scuotendo la testa. 
"Bene così, allora sbrighiamoci a rivestirci." proposi scendendo dal lettino e chinandomi a terra alla ricerca dei miei indumenti. Forse lasciarli sparpagliati per la stanza non era stata un'ottima idea.

Iniziai a gattonare per terra, sempre tastando il pavimento con le mani e assicurandomi di non andare a sbattere contro nulla che potesse produrre rumore. Continuai a girare per la stanza e ogni volta che le mie ginocchia toccavano il pavimento freddo e duro, un brivido mi percorreva la schiena. Eppure non era così freddo quando io e Newt eravamo entrati il giorno precedente... forse semplicemente mi ero abituata a stare attaccata al corpo del ragazzo che per tutta la notte mi aveva scaldato con il suo tepore, e invece ora che mi ero allontanata tutto sembrava più freddo.

Con mio sollievo le mie dita toccarono qualcosa di soffice e di una forma strana per essere una maglietta o un pantalone, poi mi accorsi che in effetti dovevano essere delle mutande ed essendo troppo piccole per essere quelle di Newt le indossai senza pensarci due volte.
"Eli?" mi chiamò Newt da chissà che parte della stanza. 
"Sì?" risposi alzandomi in piedi e girando la mia testa sia a destra che a sinistra nella speranza di notare la sua sagoma tra le ombre.
"Credo di aver trovato il tuo... non mi ricordo come si chiama." ammise il ragazzo ridacchiando.
"Reggiseno?" domandai imbarazzata.

"Esattamente quello." concordò il ragazzo trattenendo una risatina imbarazzata.
"Okay... muoviti verso... Ehm..." mi interruppi non sapendo neanche io cosa prendere come punto di riferimento per incontrarci. "Muoviti verso il lettino, almeno ci incontriamo e me lo dai."
Sentii il ragazzo mugugnare un 'sì' e poi sentii il fruscio dei suoi pantaloni attraverso la stanza, segno che almeno lui era riuscito a trovare la metà dei suoi indumenti. Presi anche io a camminare titubante verso quella che mi sembrava la via giusta per arrivare al lettino, ma quando diedi una testata contro l'armadio di ferro capii subito di essermi sbagliata.
Un frastuono si proruppe per la stanza, seguito subito dopo dai miei lamenti sia di dolore che di frustrazione.

Subito dopo sentii una mano scivolare delicatamente sulla mia schiena, fino a fermarsi su un fianco. "Stai bene?" mi chiese Newt sussurrando.
"Mh, sì." borbottai attaccandomi al suo braccio per evitare di perderlo di nuovo tra le ombre. 
"E così oltre agli alberi ti piace anche abbracciare gli armadi." disse lui cercando di trattenere una risata. "Me lo devo annotare."
Lì per lì non capii di cosa stesse parlando, ma dopo poco mi rivenne in mente quella volta in cui andai a sbattere contro un albero e per non fare la figura della solita ragazza impacciata, trovai subito dopo la scusa che lo stessi solamente abbracciando. Era incredibile di come Newt si ricordasse di quel piccolo particolare a distanza di così tanto tempo.

The Maze Runner - RunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora