Le guardie si girarono decise e varcarono l'arco. Presi un bel respiro e mi lasciai trascinare da Minho, che non sembrava minimamente intenzionato a sciogliere le nostre mani ancora incrociate l'una all'altra. Seguimmo le guardie attraverso l'arco ed entrammo nella Zona Centrale, poi queste si fermarono un attimo per guardarsi in giro.
Colsi quell'occasione di pausa per guardarmi attorno e subito desiderai di non averlo fatto: c'erano Spaccati ovunque. Vagavano senza meta in un'area circolare di qualche centinaio di metri delimitata da quelli che un tempo dovevano essere negozi, ristoranti e teatri, quasi tutti chiusi e in uno stato di abbandono.La maggior parte degli infetti non sembrava proprio andata quanto il tizio con i capelli arruffati che avevamo visto prima, ma quei gruppi di persone avevano un'aria concitata, un misto fra eccitazione, affanno e agitazione, dato che ognuno stava camminando in modo frenetico, facendo risultare ogni movimento esagerato. Alcuni ridevano in modo isterico con una luce folle negli occhi, mentre si davano pesanti pacche sulle spalle a vicenda. Altri piangevano a dirotto, singhiozzando da soli per terra o mentre camminavano in cerchio, con il viso tra le mani. Altri ancora – proprio come avevamo visto negli anelli più esterni – erano annebbiati dagli effetti del Nirvana, seduti o sdraiati per terra, sorridenti e ignari del caos.
Ovunque erano scoppiate piccole risse, e qua e là c'erano uomini e donne fermi in piedi che gridavano a squarciagola, con il viso rosso e le vene fuori dal collo. C'era anche chi si stringeva in gruppo, con le braccia incrociate e la testa che scattava a destra e sinistra come per paura di essere attaccato da un momento all'altro. Qualche guardia girava con le armi pronte a sparare, ma erano decisamente in minoranza.
"Ricordami di non acquistare nessun immobile da queste parti." disse Minho dandomi un colpetto sulla spalla e scuotendo la mia mano. Probabilmente il ragazzo aveva notato la mia espressione spaventata e aveva cercato di distrarmi in qualche modo, tuttavia senza riuscirci. Ammiravo i suoi sforzi per farmi sorridere, solo che in quel momento non ci riuscivo proprio. Se quel posto aveva avuto un tale effetto su di me in così poco tempo, non volevo immaginarmi come si sentisse Newt dopo averci vissuto per diversi giorni.Nonostante tutti i miei sforzi per rimanere calma e rilassata, quella vista mi aveva fatta agitare irrimediabilmente, facendomi desiderare di raggiungere Newt e andarmene da lì il prima possibile.
"Dov'è la sala da bowling?" chiese Thomas, con fare agitato.
"Da questa parte." rispose la guardia più bassa, poi si diresse a sinistra, restando vicino al muro mentre noi altri lo seguivamo. La maggior parte degli Spaccati, vedendoci passare, interruppe la propria attività frenetica e si mise a fissarci, facendomi sentire sempre più vulnerabile e in pericolo. Era una sensazione terribile avere i loro sguardi puntati su di noi e per quanto mi obbligassi a rimanere il più rigida possibile, evitando ogni piccolo movimento che avrebbe potuto farli innervosire o dargli l'occasione di attaccarci improvvisamente, il mio corpo stava tremando.I miei occhi tuttavia non riuscirono a rimanere altrettanto fermi e lentamente iniziarono a distaccarsi dal suolo, puntandosi in modo indiscreto sugli infetti che ci osservavano in modo curioso. Tutto il coraggio e la forza che avevo cercato di dimostrare fino a quel punto cessarono nell'istante in cui per sbaglio incrociai lo sguardo di un uomo malconcio: aveva i capelli tutti arruffati, sporchi e con tracce di sangue secco qua e là; la sua pelle – specialmente quella del viso – era ricoperta di graffi, lividi e ferite che mi sembrarono anche abbastanza gravi e, visto l'igiene di quel posto, inevitabilmente infettate; i suoi occhi rossi e quasi fuori dalle orbite, prima di incrociare il mio sguardo, si erano mossi frenetici, passando di persona in persona come impazziti; la sua bocca tremava visibilmente, come se l'uomo stesse sussurrando qualcosa, ed era sporca di sangue – inutile dire che speravo di non scoprire mai se quel sangue fosse il suo o appartenesse a qualcun altro, senz'altro sfortunato.
Non avrei nemmeno voluto incrociare il suo sguardo e di certo se per sbaglio fosse capitato lo avrei distolto subito, ma proprio quando fui sul punto di tornarmene a fissare il pavimento un dettaglio sul volto dell'uomo catturò la mia attenzione, rendendomi persino impossibile sbattere le palpebre.
Proprio nel centro del suo volto, nel punto in cui avrebbe dovuto esserci il naso dell'uomo, era situata una grossa macchia rossa e nera di sangue grumoso che contornava e riempiva in modo disgustoso un profondo taglio. Inizialmente pensai di aver visto male, ma dopo una seconda profonda occhiata constatai la cosa più orribile che mi fosse mai apparsa di vedere: quell'uomo non aveva un naso, o perlomeno gli era stato tagliato via in malo modo.
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The Maze Runner - Run
Fanfiction{Threequel di The Maze Runner - Remember} I Radurai sono riusciti a sopravvivere anche alla Zona Bruciata e hanno conseguito il loro obbiettivo: raggiungere il Porto Sicuro entro due settimane per trovare la cura all'Eruzione, lo spietato morbo che...