Capitolo 52.

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Sentendo le parole del ragazzo rimasi stupita dalla cattiveria con cui Newt pronunciò quella frase. Qual era la causa di quelle brutte parole? Non feci nemmeno in tempo a chiedere spiegazioni a Thomas che sentii una mano sfiorami il collo e accarezzarmi i capelli.
"Finalmente ti ho trovata di nuovo, tesorino." mi sussurrò una voce rauca nell'orecchio. Spalancai gli occhi e mi irrigidii sul posto, sentendo un brivido percorrermi la schiena. Il mio pensiero andò subito all'uomo che mi aveva pedinata quando ero accanto a Minho e l'attimo seguente mi ritrovai a sperare che non fosse veramente lui a parlarmi.

Poi tutto accadde velocemente. Prima che potessi girarmi per capire chi fosse stato a parlarmi, sentii l'uomo infetto muoversi velocemente dietro di me e afferrarmi il collo con una mano in modo molto brusco, stritolandomi e obbligandomi ad appiattirmi a lui per non soffocare.
Portai subito le mani sul suo braccio con l'intento di cercare di liberarmi, ma nel momento in cui le mie mani entrarono in contatto con le sue, sentii una forte fitta sul palmo destro che mi obbligò a ritirare la mano con un urletto soffocato. Osservai il mio palmo colorarsi di rosso e gocciolare sangue a terra, ma non ebbi nemmeno il tempo di mugugnare per il dolore che percepii la punta di qualcosa di freddo e affilato appoggiarsi sul mio collo.

"Ops..." mormorò l'uomo dietro di me, inondandomi con il suo alito fetido e facendomi rabbrividire. Poi sentii il suo volto muoversi e il suo mento appoggiarsi sulla mia spalla, premendo e appiccicando la sua tempia alla mia guancia. "Sai chi sono?" sussurrò con un tono totalmente divertito, come se stesse facendo la cosa più buffa della sua vita. Con la coda dell'occhio riuscii a mettere a fuoco la sagoma del volto dell'uomo e non appena vidi la grossa macchia di sangue sul suo viso, lo riconobbi all'istante. Incapace di parlare per via della sua stretta ferrea sulla mia gola, mi limitai a scuotere la testa debolmente.

"Ma come?" domandò lui con un tono deluso. "Prima non riuscivi a togliermi gli occhi di dosso, tesorino!" concluse con una risata malata ed eccessivamente acuta. "Be' se le cose stanno così, lascia che sia io a dirti cosa sarai tu per me."
"Lasciala andare!" sentii Newt urlare, con un tono chiaro e arrabbiato.
"Tu per me sarai il biglietto di uscita da questo posto." continuò l'uomo infetto, ridacchiando e ignorando completamente le parole del biondino.
"Ehi! Dico a te!" gridò nuovamente Newt, agitando il suo lanciagranate. "Lasciala andare."

"Sennò cosa succede?" gridò di rimando l'uomo, strattonandomi all'indietro per i capelli e aumentando la stretta sulla mia gola, che ora aveva iniziato a bruciare. "Se spari potresti per sbaglio beccare la tua amichetta."
"Lei è la mia ragazza. Non ti devi azzardare a toccarla." sibilò il ragazzo tra i denti, avanzando a falcate verso di me.
"Io non lo farei se fossi in te." borbottò ridacchiando l'uomo, staccando la mano dai miei capelli e portandola davanti ai miei occhi. Solo in quel momento notai il lungo pezzo di vetro affilato che l'uomo teneva talmente stretto nel pugno che dalle sue dita colava del sangue. L'infetto fece oscillare quell'arma improvvisata come se la stesse esponendo con fierezza. "Sono io quello con il coltello dalla parte del manico." continuò l'uomo, diventando improvvisamente serio e inquietante.

Newt si fermò improvvisamente, passando lo sguardo terrorizzato e preoccupato da me al vetro in mano all'uomo. "Ho detto coltello?" chiese l'uomo tornando a ridacchiare. "Ops, volevo dire vetro." mormorò sputacchiando qua e là e puntandomi nuovamente l'arma al collo. "In ogni caso, se ti avvicini ancora taglio la gola alla tua ragazza. Capito?"
Vidi Newt serrare la mascella e rivolgermi uno sguardo attento e preoccupato, come se stesse riflettendo sul da farsi.
"Capito?" gridò ancora più forte l'uomo, sempre più arrabbiato e fuori di sé. In meno di un secondo sentii le sue dita stringersi sempre di più alla mia gola, facendomi male e impedendomi definitivamente di respirare.

Quando Newt non rispose, l'uomo andò su tutte le furie e lanciò un grido talmente acuto che mi perforò il timpano. "Hai capito, razza di stupido ragazzino?" sbraitò scuotendomi in malo modo e facendomi mugugnare, sia per il dolore che per la paura.
"Ho capito, diamine! Ho capito!" urlò Newt di rimando.
Sentii l'uomo irrigidirsi improvvisamente, poi dal nulla scoppiò in una risata rauca e fastidiosa, allentando la presa sul mio collo e lasciandomi finalmente respirare. 
"Cosa vuoi da lei?" domandò Minho facendo un passo avanti ed entrando nel mio campo visivo. Il ragazzo era serio e stava guardando con un'espressione totalmente infuriata l'uomo infetto, che ancora si stava sbellicando dalle risate.

The Maze Runner - RunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora