Capitolo 42.

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Indietreggiai di qualche passo e presi un profondo respiro che mi aiutò a calmarmi e a ricacciare nel buio i miei sentimenti. Mi guardai attorno nell'appartamento, cercando di distrarmi un po' per evitare di scoppiare nuovamente a piangere per l'emozione nel rivedere Gally vivo.
Eravamo in una stanza buia, ma ordinata, senza mobili, e c'era odore di bacon. Una coperta gialla, appesa davanti a una grande finestra, gettava su quel luogo una luce sinistra.
"Sedetevi." disse Gally imbarazzato dopo essersi schiarito la voce.
Mi guardai attorno alla ricerca di qualche sedia o poltrona e non trovando niente mi lasciai cadere sul pavimento, seguita a ruota dagli altri.

Mi morsi il labbro e scambiai diversi sguardi con gli altri ragazzi. Ero sicura che stessero tutti pensando a come aveva fatto il Braccio Destro a sapere che ci trovavamo a Denver e cosa voleva da noi, eppure nessuno sembrava voler fare quella domanda.
Quando incrociai lo sguardo di Stephen lo vidi per nulla imbarazzato, come se si sentisse perfettamente a suo agio, ma nonostante questo stava lanciando diverse occhiate di circospezione a Gally. Sapevo che quel suo sguardo poteva stare a significare solo una cosa: Stephen non si fidava di lui, oppure semplicemente era geloso.

Scossi la testa e puntai la mia attenzione su Hailie che nel frattempo si era accucciata tra le gambe del fratellone, ciucciandosi il pollice e fissando con occhi spalancati e terrorizzati il ragazzo che era rimasto in piedi davanti a noi.
Mi schiarii la voce, poi decisi di prendere la parola. "Ehm, Gally..." mormorai distogliendo l'attenzione da Hailie e puntandola su di lui. "Non so se conosci Stephen, ma lui è stato nel Labir..."

"Sì, lo conosco. Ma mi sembrava che fosse morto." disse con tanta leggerezza, cosa che mi fece capire che tra i due ragazzi non ci dovesse essere un buon legame. Ma chi, dopotutto, riusciva a farsi amico una persona con un caratteraccio scorbutico ed egocentrico come quello di Stephen? D'altra parte anche Gally era parecchio testardo e si intrometteva spesso in affari che non lo riguardavano. Sicuramente due personalità non compatibili.
"Sì, come vedi sono vivo e vegeto." mormorò Stephen con freddezza.

"Ehm, sì... dicevo..." mormorai cercando di smorzare la brutta atmosfera che si stava creando. "Lei si chiama Hailie." spiegai indicando la bambina che sentendomi pronunciare il suo nome mi rivolse un sorrisetto divertito, come se l'avessi nominata in modo buffo. "Mentre loro sono Brenda e Jorge. Lavorano per la W.I.C.K.E.D."
"Conosco anche loro." constatò il ragazzo, parlando nella penombra. Il suo viso era terribile nella luce fioca. 

Il suo sguardo poi si concentrò su Minho. "Ehi, mi fa piacere rivederti Minho." disse in modo freddo, quasi sibilando tra i denti. "Tu sei stato molto carino con me durante la nostra ultima Adunanza. Ti ringrazio." il suo tono ora era decisamente sarcastico.
Lì per lì non capii a cosa il ragazzo si stesse riferendo, poi però mi rivenne in mente il giorno in cui i Radurai avevano indetto un'Adunanza a cui io non ero stata invitata. Ciò ovviamente non mi aveva impedito però di origliare le loro discussioni e di capire che quel giorno Minho e Gally se le fossero date di santa ragione. Era incredibile il modo in cui Gally si legasse al dito avvenimenti accaduti mesi prima, io me ne ero completamente dimenticata.

"Avevo avuto una brutta giornata." replicò Minho, senza che dalla sua espressione si capisse se era serio o minimamente dispiaciuto.
"Già, be'," disse Gally. "buttiamoci il passato alle spalle, giusto?"
Ma dal suo sorrisetto era chiaro che non la pensava affatto così.
Per la prima volta dopo tanto, sentii la voce di Thomas interrompere quella conversazione che si stava facendo via via più pesante. Per un attimo gli fui anche grata per il suo intervento, ma dopo essere rimasta a sentire l'argomento di conversazione, cambiai completamente idea. "Mi dispiace per quello che ho fatto, Gally." mormorò il ragazzo, mordendosi il labbro e guardandolo dritto negli occhi, come se stesse cercando di ignorare le ferite sul volto del ragazzo per paura di ricordarsi che fosse stato proprio lui l'artefice.

The Maze Runner - RunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora