Capitolo 75.

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Riuscii miracolosamente a rimanere in piedi, nonostante quella serie di esplosioni, vicine come non mai, stesse facendo tremare tutto. La maggior parte degli scaffali si rovesciò e diversi oggetti volarono da una parte all'altra del magazzino. Vidi Thomas schivare un pezzo di legno appuntito, poi saltò per evitare l'ingranaggio rotondo di una macchina che passò sotto di lui.
Puntai la mia attenzione nuovamente su Gally, che mi era accanto, e gli feci un cenno con la testa. Il ragazzo annuì e fece un passo avanti, ma nel momento in cui io feci lo stesso, appoggiai un piede su un tubo mezzo rotto e caddi a terra con un tonfo.

Gally velocemente si piegò verso di me e, nonostante fosse anche lui alquanto instabile, riuscì a tirarmi in piedi senza cadere. I miei amici si erano già scagliati contro le guardie come la prima linea di soldati in un'antica battaglia e io non avevo intenzione di inciampare qua e là per tutto il tempo. Io e Gally non potevamo permetterci di perdere ancora tempo, così lo ringraziai per avermi aiutata e lo spronai a continuare ad avanzare.
Il ragazzo mise un passo davanti all'altro e io rimasi sempre al riparo dietro di lui. Lo sentii muoversi in fretta nel momento in cui una guardia gli si piazzò davanti e cercò di attaccarlo, ma il ragazzo fu più veloce e con un solo colpo al mento lo atterrò.

Continuammo ad avanzare, sempre più vicini a Stephen e al mio arco. Schivai un paio di guardie intente a combattere contro i miei amici e Gally colpì un'altra guardia, spingendola tra le braccia di Minho che, senza fare troppe domande, iniziò ad assestargli diversi colpi.
Eravamo ormai sul punto di raggiungere i prigionieri quando, senza che nessuno dei due se ne accorgesse, un uomo armato di coltello si fiondò su Gally, atterrandolo e iniziando a cercare di pugnalarlo. Spalancai gli occhi e feci per gettarmi sull'uomo, ma Gally, dopo avergli afferrato il polso e aver impedito che la lama entrasse nel suo petto, mi urlò chiaramente di continuare ad avanzare. Dovetti impiegare tutta la mia forza di volontà per voltare le spalle a un amico in difficoltà e, quando lo feci, mi sentii subito un verme.

Zoppicando ed evitando di inciampare nuovamente sugli oggetti sparsi qua e là continuai ad avanzare, con lo sguardo sempre fisso sul mio arco. Schivai una donna intenta a lottare insieme a un'altra guardia contro Brenda e, proprio quando pensai di essere passata inosservata, sentii qualcuno gettarsi su di me.
Gridai più per la sorpresa che per il dolore e subito iniziai a divincolarmi per riuscire a girarmi a pancia in su e combattere faccia a faccia col mio aggressore.
Feci appena in tempo a fare ciò che sentii la lama fendere l'aria dritta verso la mia testa. Mossa più dall'istinto che dai miei riflessi, feci scattare la testa di lato, evitando per un pelo la punta del coltello e facendola conficcare per terra, tra i miei capelli.

Spalancai la bocca non appena notai che la donna sopra di me mi avesse tagliato una grossa ciocca nera. "Brutta testa di..." sibilai tra i denti, voltandomi immediatamente verso la donna e dandole una gomitata nello stomaco. Nel momento in cui questa crollò su di me, mollando la presa sul coltello, afferrai l'arma vicino alla mia testa e gliela conficcai sulla schiena. Spostai il suo corpo da sopra di me e subito strisciai a terra, intenta a raggiungere l'arco ormai a pochi centimetri dalle mie dita.
Riuscii a toccarlo con appena due polpastrelli quando, la guardia a cui era stato affidato il pieno controllo di Stephen, calò un piede sul mio palmo, spiaccicandolo senza pietà e godendosi i miei strilli di dolore. Stephen subito sembrò animarsi e, nonostante fosse tenuto stretto dalla guardia, iniziò a calciare la caviglia dell'uomo nel tentativo di liberare la mia mano dalla sua presa. 

La guardia subito si attivò per far cessare quella ribellione da parte del ragazzo e, approfittando della sua temporanea distrazione, allungai il braccio libero dietro la schiena, arrivando ad afferrare una freccia dalla faretra. Una volta sfilata, non esitai: con tutta la forza che avevo in corpo conficcai la punta dell'arma sul polpaccio dell'uomo, causando in lui grida di angoscia e sorpresa e liberando finalmente la mia povera mano e in parte anche Stephen.
Quest'ultima, sebbene tremante e ancora rigida per colpa del dolore, si affrettò a estrarre un'altra freccia e a caricarla sull'arco. Mi voltai immediatamente a pancia in su e, dopo aver preso la mira, lasciai la presa sulla corda, vedendo la mia freccia conficcarsi proprio sotto il mento dell'uomo e perforargli il cranio dal basso.

The Maze Runner - RunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora