Capitolo 34.

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{Leggete l'angolo scrittrice, per favore!}

Continuammo ad avanzare silenziosamente, tutti con il fiato in sospeso e il cuore in gola. Io ero rimasta attaccata al braccio di Minho e per fortuna il ragazzo non mi aveva detto nulla per farmi distaccare da lui. Forse gli stavo dando fastidio, e molto probabilmente, gli stavo fermando la circolazione sanguigna, ma finché l'asiatico non mi avesse detto qualcosa, io sarei rimasta in quella posizione.

Avanzammo nel buio, illuminati solo dalle luci di emergenza rosse, che non facevano altro che rendere il tutto ancora più inquietante di quanto in realtà fosse. Più ci avvicinavamo alla stanza con il vetro rotto, più i rumori si facevano chiari. Se prima potevo sperare di avere solo le allucinazioni, ora era chiaro che non stavo sognando.
Mi ricordava quasi i versi che facevano i ragazzi nel Casolare quando cercavano disperatamente di risvegliarsi da un incubo terribile. A ogni passo, potevo sentire l'apprensione e la paura aumentare in me. Ero terrorizzata al pensiero di ciò che stavamo per scoprire. 

E se i ragazzi avessero ragione riguardo agli Spaccati?
Magari quei lamenti provenivano da una guardia ferita... O peggio: da uno dei nostri amici.
Eppure sembrava quasi che fosse un verso soffocato, come se qualcuno stesse cercando di parlare, ma la sua voce fosse attutita da una mano sulla bocca.
Minho si fermò con la schiena contro il muro, subito prima dell'intelaiatura vuota e io feci lo stesso, felice di potermi finalmente fermare per concedere al mio tremore di sfogarsi per un attimo.

La porta della stanza oltre la vetrata era chiusa. Ovviamente qualcuno aveva preferito rompere la finestra per passare piuttosto che cercare di abbattere la porta.
"Al mio via." sussurrò Minho.
Cosa? Pensai terrorizzata. Cosa diamine devo fare al via?
Prima ancora che potessi chiederlo al ragazzo, lui aveva parlato. "Adesso." bisbiglio, poi si girò su sé stesso e puntò il lanciagranate nella stanza buia.
Presa alla sprovvista afferrai con mano tremante il lanciagranate e imitai Minho.

Vidi Thomas posizionarsi alla mia sinistra e Brenda alla mia destra, con le armi pronte a sparare. Newt ci copriva le spalle assieme a Stephen, che aveva appoggiato la sorellina a terra e con una mano la teneva dietro di sé. Hailie si stava stringendo alle gambe del fratello, come un piccolo koala impaurito. Se non altro Stephen avrebbe potuto usare l'arma senza problemi, ma per quanto riguardava i movimenti, il ragazzo era praticamente impossibilitato.

Avevo il dito poggiato sul grilletto, pronta a premerlo al minimo segnale di pericolo, ma grazie al cielo non si mosse una foglia. Anche i rumori sembravano essersi attutiti, perciò decisi di concentrarmi su ciò che riuscivo a scorgere tra tutto quel buio.
Il bagliore rosso delle luci di emergenza non rivelava molto, ma tutto il pavimento sembrava coperto di mucchietti scuri. Che si muovevano lentamente. A poco a poco miei occhi si abituarono al buio e cominciai a distinguere delle sagome e dei vestiti neri. E delle corde.

"Sono guardie!" disse Brenda, squarciando il silenzio e togliendomi le parole di bocca. Ansiti soffocati risuonarono nella stanza, come rianimati dalla voce della ragazza, e finalmente riuscii a vedere i visi, molti visi. Bocche imbavagliate e occhi spalancati pieni di panico. Le guardie erano legate dalla testa ai piedi e sdraiate a terra, l'una accanto all'altra, e ricoprivano l'intero pavimento. Alcune erano immobili, ma la maggior parte si agitava cercando di liberarsi. 

Mi ritrovai a fissarle incredula, con il lanciagranate abbassato e la bocca spalancata. Sembrava quasi che stessero cercando di dirci qualcosa, ma per quanto mi riguardava tutto pareva essere una brutta scena dei film horror, dove la vittima si ritrovava a parlare con qualcuno di imbavagliato. La cosa che mi ricordavo da quel tipo di film era che chi si fermava troppo in un luogo, soprattutto a fissare qualcuno che era stato imbavagliato, moriva.
"Dunque è qui che sono tutte." disse Minho sottovoce. Quel suono mi fece rabbrividire lentamente.

The Maze Runner - RunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora