Capitolo 59.

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"Dobbiamo farli parlare." disse Thomas sbattendomi violentemente fuori dai miei pensieri. "E in fretta, prima che arrivino i rinforzi." 
Tornare alla realtà fu abbastanza difficile, ma in un certo senso mi aiutò a distrarmi e a dimenticare ciò che era appena accaduto. Come avevo fatto a immaginarmi tutto? Non mi sarei mai perdonata per aver permesso alla mia mente di giocarmi uno scherzo così brutto, perché in un certo senso era come se mi stessi facendo del male da sola ed era ovvio che il dolore che provavo già fosse abbastanza.

Non avevo intenzione di ricadere in quell'oblio di tristezza.
Ne avevo parlato con Violet, Minho e persino con Stephen. Non era abbastanza? Pensavo di aver sfogato tutto aprendomi con gli altri, ma sembrava non essere mai abbastanza.
In fondo sapevo anche che non avrei dovuto rimanerci così male: dopo tutto quello che era successo con Newt era normale continuare ad aggrapparsi al suo ricordo e il dolore per la sua mancanza non sarebbe passato così semplicemente. Prima o poi mi ci sarei abituata e sarei riuscita a superarlo, ma mi serviva ancora un po' di tempo per elaborare tutto. Tanto tempo. Era successo tutto così in fretta che non ero ancora riuscita a riflettere su ogni avvenimento. Sapevo che Newt se n'era andato per sempre, eppure dentro di me risplendeva ancora la speranza che un giorno sarebbe tornato.

A mia discolpa dovevo anche ricordare che non avessi poi così tanto tempo per crogiolarmi nel dolore. Erano rimaste così tante cose in sospeso e i guai non sembravano volerci dare tregua, quindi forse era normale che le mie preoccupazioni e le mie ansie si riversassero su di me in maniera inconscia o sotto forma di allucinazioni.
In un certo senso preferivo pensarla così, piuttosto che credere che il dolore fosse così grande e pesante da aver preso il sopravvento sulla mia razionalità. Ma anche in questo caso, come potevo pretendere di dimenticare qualcuno che mi aveva dato così tanti motivi per cui ricordarlo? 

Insomma, la mia nuova vita, prima che iniziassi a recuperare la memoria, era iniziata con il volto di Newt. Era stato lui la prima persona che avevo visto dopo aver aperto gli occhi nella Scatola ed era stato lui il mio punto fermo nella Radura, il ragazzo adatto a cui rivolgersi in qualsiasi occasione. E ora a chi avrei chiesto aiuto? A chi avrei chiesto un abbraccio quando ne avessi avuto bisogno? Il problema era che Newt aveva sostenuto un ruolo così importante nella mia vita che era impossibile per chiunque altro sostituirlo. 
E forse la cosa più triste di tutte era il fatto che ben presto Newt sarebbe diventato solo una memoria, come una piccola goccia in un oceano. Non volevo che ciò accadesse, ma alla fine era inevitabile il fatto che, nonostante Newt mi avesse dato i migliori ricordi, alla fine sarebbe diventato uno di essi.

"Mettiti a sedere." mormorò Stephen, muovendosi vicino al muro e trascinandomi con sé, cercando costantemente di sostenermi. "Alle guardie ci pensiamo noi, non preoccuparti."
Annuii debolmente e mi lasciai trascinare delicatamente a terra. "Solo..." il ragazzo aggiunse, guardandomi attentamente dopo essersi distaccato. "Non ti addormentare, okay?" 
"Tranquillo, Steph. Starò bene e non perderò i sensi, se è questo che ti turba." spiegai al ragazzo, rivolgendogli un piccolo sorriso che per la seconda volta mi causò una piccola fitta sul volto.
"Sì, be' tu non chiudere comunque gli occhi." continuò lui allontanandosi lentamente e poi raggiungendo gli altri.

Rimasi a guardare la scena da lontano e decisi per una volta di non intervenire in nessun modo, fingendo semplicemente di non esistere e sperando che gli altri smettessero di fissarmi come se fossi una Spaccata oltre l'Andata.
Brenda aveva preso il lanciagranate e lo stava puntando contro i rapitori. La gente stava già trascinando le altre tre guardie per sistemarle sul pavimento accanto al loro compagno, mettendole tutte e quattro in fila sdraiate di schiena.
"Dovremmo sparargli in testa e basta!" urlò un uomo. "Sparargli e andarcene da qui."

Sì, certo. Così arriveranno altre dieci guardie ad ammazzarci. Pensai scuotendo la testa. Se proprio volevano ucciderli, tanto valeva interrogarli prima per maggiori dettagli.
Altri gridarono la loro approvazione. Thomas, forse improvvisamente allarmato, si alzò in piedi, raggiunse la donna con la pistola e la convinse a consegnargliela; poi si avvicinò al tipo che a quanto pareva mi aveva rifilato più di un solo pugno e gli appoggiò la pistola alla tempia. "Conterò fino a tre. O mi dici cosa intende fare la W.I.C.K.E.D. con noi e dove dovevate incontrarvi, o premerò il grilletto. Uno."
L'uomo non esitò. "La W.I.C.K.E.D.? Noi non abbiamo niente a che fare con la W.I.C.K.E.D."

The Maze Runner - RunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora