Mi aggrappai ancora di più a Minho e sentii il ragazzo irrigidirsi. I muscoli delle sue braccia guizzarono e lo sentii aumentare la presa sulla mia vita per sorreggermi. "Forza!" gridò il ragazzo, riprendendo a camminare più veloce di prima e trascinandomi dietro di lui.
Strinsi i denti e feci tutto il possibile per stargli dietro e non essere totalmente un peso.
Minho mi condusse verso l'uscita e subito imboccò un corridoio, continuando a camminare senza esitazione. Nel frattempo, nella mia testa stava accadendo di tutto: sembrava che qualcuno si divertisse ad accendere e spegnere l'interruttore della mia mente, lasciandomi vedere ciò che stava succedendo solo a pezzi. Le mie palpebre si erano fatte molto pesanti e ogni volta che le chiudevo dovevo tirare fuori tutta la mia forza d'animo per riaprirle e quando finalmente ci riuscivo tutto intorno a me era cambiato, come se fosse passata un'eternità e il mondo attorno a me fosse mutato.Sentii il mio respiro farsi sempre più calmo e lento, come se il mio corpo stesse dormendo e la mia mente fosse prossima ad accompagnarlo nel sonno. Percepivo il fiato calarmi in gola, caldo e rilassante, per poi arrivare ai miei polmoni.
Mi sentivo come avessi potuto spiccare il volo da un momento all'altro, se solo la mia testa e i miei arti non fossero stati così pesanti da sostenere. Appoggiai una tempia alla spalla di Minho e continuai a trascinare i miei piedi all'avanti, stanca come se avessi corso una maratona.
Il Velocista urlò qualcosa e all'improvviso mi sentii sollevare da terra. Terrorizzata spalancai gli occhi, ma il corridoio che stavamo percorrendo era ancora più buio di prima, le poche luci funzionanti erano fioche e andavano a intermittenza.Portai una mano davanti a me e tastai qualcosa di duro, caldo e bagnato.
"Resisti ancora un pochino, okay?" sentii Minho parlare con una voce affannata. Non lo avevo mai sentito così affaticato, ma ben presto capii che era colpa mia se il ragazzo stava sprecando tutte le sue ultime forze: il ballonzolare del mio corpo tra le braccia del ragazzo era il chiaro segno che il Velocista stesse salendo delle scale e dire che stesse correndo era forse limitativo.
La gente che superavamo era accaldata e in panico, ma tutti sembravano essersi calmati da quando erano usciti dal Labirinto. Nessuno gridava più, nessuno piangeva. Tutti si erano limitati a prendere per mano gli amici o i propri cari e a correre in silenzio, seguendo i miei amici come se fossero il loro unico punto di riferimento.Quel silenzio, per quanto mi fosse d'aiuto, non aveva fatto altro che aumentare il mio senso di smarrimento. Mi sentivo chiusa in una sfera di vetro, isolata dal mondo e dai suoi suoni.
Ma ben presto, anche la mia piccola bolla di vetro si ruppe, quando, in lontananza, si sentì un altro scoppio rimbombare nell'aria e l'edificio tremò. Le esplosioni sembravano ancora abbastanza distanti, ma non seppi dire se fosse per le mie orecchie tappate o se fosse realmente così. Appoggiai la testa sul petto di Minho, sudato e ansimante come non mai. Poi il ragazzo si fermò e mi appoggiò delicatamente a terra, nel tentativo di riacquistare le energie e le forze.Un'altra figura si mosse veloce al mio fianco e mi si parò davanti, iniziando a parlare con Minho.
"Lascia che la porti io, adesso." mormorò una voce.
Gally. Pensai senza avere dei dubbi al riguardo.
"Non ci penso nemmeno, amico." bofonchiò scocciato Minho, attirandomi ancora di più a sé. Puntai una mano sulla spalla del Velocista e feci per replicare, ma dalla mia gola uscì solo un suono rauco. Tossii e parlai di nuovo. "Posso camminare da sola." mormorai stanca, muovendo un passo avanti e sentendomi alquanto instabile. Cosa mi stava succedendo?
Se guardavo in basso potevo vedere i miei piedi diventare improvvisamente quattro e poi sei. Le mattonelle bianche del pavimento erano alquanto sfocate e ogni cosa sembra confondersi con le altre, diventando sfocata e traballante.Strinsi con la mia mano la spalla di Minho e non appena riuscii ad avanzare di un altro passo, mi sentii cadere. Mi accorsi che fosse solo una sensazione nel momento in cui mi trovai tra le braccia di qualcuno, salda, stretta e soprattutto non a terra.
"Quante sono?" domandò Gally, alzandomi una mano davanti al volto e sollevando quattro dita.
Scossi la testa e aggrottai le sopracciglia. "Quattro." constatai, confusa per la domanda del ragazzo che, alla mia risposta, aumentò la presa sulla mia schiena.
"Ehm, sì." borbottò abbastanza preoccupato. Poi si voltò verso di Minho e gli rivolse un sorriso di vittoria. "Ho vinto la scommessa, tocca a me."
Sentii il Velocista brontolare, ma non capii nemmeno una delle sue parole. In meno di un secondo mi ritrovai tra le braccia di Gally.
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The Maze Runner - Run
Fanfiction{Threequel di The Maze Runner - Remember} I Radurai sono riusciti a sopravvivere anche alla Zona Bruciata e hanno conseguito il loro obbiettivo: raggiungere il Porto Sicuro entro due settimane per trovare la cura all'Eruzione, lo spietato morbo che...