Capitolo 18 - Sangue

1.3K 115 46
                                    

Come la pioggia.

Come una singola goccia della stessa. Quella goccia che ti colpisce. La medesima che senti scendere tra i capelli. Fredda si fa largo tra essi, colpendo ogni terminazione nervosa, regalandoti palpiti non del tutto previsti e sicuramente poco piacevoli. La goccia che ti sveglia dall'agitazione dell'adrenalina e ti ricorda che lei, la pioggia, non lascia scampo.

Ma era diversa.

Quella volta la sensazione fu se possibile ancora meno piacevole. Non pioveva, o comunque non tra quei corridoi. Non era fredda. No, ma c'era.

Era una goccia calda. Sgorgava da qualche parte dietro la nuca. Si faceva strada. Ad ogni millimetro la consapevolezza che quella goccia era parte di lei e lasciava il suo corpo.

« Faith! Stai bene? »

Le parole di Nick erano subacquei rumori sommessi. Il terrore le attutiva.

Che dolore la testa!

Istintivamente portò la mano a quella calda sorgente.

Cazzo!

Le dita tremanti di fronte ai suoi occhi così che il cervello potesse capire cosa gli era capitato.

Quella goccia era rossa. Quella goccia era foriera di molte altre ed ora le macchiavano la mano ed i suoi capelli di sangue.

« Nick... »

« Tranquilla! Ti porto in infermeria! »

La sollevò facendosi cingere le spalle dal braccio sinistro di Faith.

« Riesci a camminare? » le chiese.

« C... credo di sì anche se mi gira la testa! »

La mano destra di Nick la sorresse per il fianco mentre la sinistra strinse il polso sulla spalla.

Faith percepì quella forza sorreggerla, a tratti trascinarla lungo quei deserti corridoi e silenziose svolte.

In fondo al lungo corridoio sette una grossa croce rossa su una porta a vetri indicava l'infermeria. Era lontana, in un ala dell'edificio che ospitava solo uffici dei docenti ovviamente impegnati nelle loro lezioni.

Il mondo vorticoso accelerò riuscendole a far dimenticare come si camminava. Inciampò.

Prima che potesse perdere l'equilibrio Nick la strinse ancora più saldamente a sé sollevandola di peso.

« Forza Faith! Siamo quasi arrivati! »

Chi è questo ragazzo?

Ad ogni pensiero il sangue scorreva più copioso lungo i capelli e si spandeva al contato con la camicetta madida di sudore.

Ma mancavano pochi metri. Pochi passi poi qualcuno l'avrebbe aiutata.

« Eccoci! » informò Nick.

Bussò.

Il silenzio interrotto solo dalle paure delle terribili conseguenze di quella caduta.

Bussò nuovamente. Nessuna risposta.

« Nick... e ora? » chiese Faith impegnata a costatare la mole di sangue che la camicetta non riusciva più a trattenere

« Permetti? » chiese Nick sfilandole il maglione che aveva legato in vita.

« C... cosa... »

Lo vide avvolgerlo attorno alla mano prima di sferrare un colpo al vetro. Quando i cocci toccarono terra anche Faith perse i sensi.

« Ben svegliata, bella addormentata! » esordì Nick con le mani macchiate del suo sangue.

« Q... quanto sono rimasta... » bofonchiò sdraiata su una lettiga.

« Non parlare! Va tutto bene! Sei svenuta giusto il tempo necessario perché io fermassi il sangue. Penso tre o quattro minuti, nulla più. Ora guarda me! » spiegò accendendo una piccola torcia e puntandogliela negli occhi.

La luce accecò prima l'occhio destro poi il sinistro convincendo Faith di essere caduta in un girone infernale.

« Che cavolo fai Nick? »

« Apri gli occhi! Devo assicurarmi tu non abbia un trauma cranico! »

Che idiota Faith!

« S... scusa! »

« Ora apri gli occhi! »

Nuovo bagliore. Vecchie domande.

Chi è questo ragazzo?

« Cosa ho in testa? » chiese Faith.

« Non toccare! Ti ho cucito la ferita con due punti! Vedi di non riaprirla! »

« Cosa? »

« Tranquilla! Sono bravo e poi non era neppure la peggiore ferita che avessi visto nella mia vita! »

« C... cosa? Ma chi sei tu? »

« Non dirmi che hai problemi di memoria! » si preoccupò Nick.

« No! Intendo: chi sei? Da dove vieni? Come fai a sapere tutte queste cosa? E soprattutto chi ripagherà il vetro? »

Nick si sedette in fondo alla lettiga.

« Fammi capire: Savannah ti stava massacrando, ti ho salvata, ho sfondato una porta per non farti dissanguare, ti ho richiuso la ferita e la tua preoccupazione sono i cocci a terra? » chiese enumerando le sue imprese con le dita.

« N... no! Hai ragione. Perdonami. Se non fosse stato per te sarebbe finita male. Gra... »

« Non ringraziarmi! Mi basta sapere che stai bene! »  

© G.

Angolo dell'autore:
Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

TWO | Prima StesuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora