Capitolo 5 - Avvisaglie

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« Piacere! Mi chiamo Faith » si affrettò a dire stringendogli la mano.

Quanto di una persona si può capire da una stretta? La sua raccontava di una vigorosa gentilezza.

« Come ha già detto Tuck mi chiamo Nicholas, ma tu se vuoi puoi chiamarmi Nick! » suggerì il nuovo collega con fare malizioso.

« Va bene, Nicholas! »

Voleva mantenere le distanze ben definite. In fondo il ricordo di Harry al suo posto era ancora fresco e pulsante nella sua memoria e Cameron nella sala accanto la stava attendendo.

« Va bene ragazzi! Ora però al lavoro! »

Lo vide allontanarsi verso i fornelli, virare bruscamente ed infilarsi all'interno della dispensa. La stessa dispensa dove Harry...

Faith! Concentrati.

Una volta tornato alla sua postazione ebbe modo di studiarlo meglio.

Un metro e ottanta all'incirca ed un fisico asciutto e slanciato. Su tutto predominavano la spalle che, larghe, gli conferivano una postura quasi autoritaria. I capelli corvini di un nero così profondo da possedere riflessi turchini, erano mossi da morbide curve che si apprezzavano maggiormente sulle ciocche che si sovrapponevano sulle orecchie e quelle che gli coprivano la fronte.

Al di sotto di essa, vispi occhi cerulei la osservavano, studiavano ogni movimento di Faith intenta a guardarlo senza farsi accorgere.

Un ovale gentile e tondeggiante conteneva la sua piccola bocca che carnosa trovava il suo punto di forza nel labbro inferiore.

« Faith! Muoviti! » esortò Tuck.

« Un attimo! Sto raccogliendo i menù! »

Il rapporto con Tuck era migliorato via via nel corso del tempo a, anche se a volte risultava brusco, ciò avveniva solo durante gli orari di punta quando l'isteria è massima come l'afflusso di clienti. A seguito del licenziamento di Harry l'aveva consolata, giurato che quella era stata l'unica soluzione per salvarla e presa sotto la sua ala protettiva.

Tuck non era tipo da avere preferenze. Nel corso degli anni si erano alternati tanti di quegli studenti da poter mettere sù un annuario tutto suo. Eppure per Faith aveva fatto un'eccezione. Conosceva bene la sua situazione economica, la sua intelligenza e la sua insicurezza e forse tutte queste caratteristiche erano riuscite a farla apprezzare più degli altri.

« Allora? » chiese Tuck vedendola tergiversare.

« Vado! Vado! »

La sala era gremita. Altri studenti si affacciavano sulla soglia cercando, e non trovando, un posto libero.

Cameron la osservava. Il suo tavolo nove era l'ultimo dalla parte opposta del North. Avrebbe dovuto attendere.

Distribuì i menu.

Tavolo tre... tavolo quattro...

« Eccola qui! »

« Ciao... Destiny! Ciao ragazze! »

Non era alta. Non era muscolosa. Non era neppure bellissima. Ma era potente. Afroamericana, ventun'anni, capelli lunghi con più di qualche colpo di sole, occhi nocciola e labbra carnose. Non era tanto il suo aspetto quanto il suo ruolo: capo delle cheerlearders e leader alla Beta Chi.

« Faith De Nisio! Ancora in giro? Quante amiche hai tradito stamattina? »

Le voci corrono. E nessuno più di Destiny Campbell le sapeva far girare.

« Non temere Destiny! Con te non c'è questo rischio! Non desidero affatto diventare tua amica! »

« Grazie Faith! Grazie di cuore! Non sai quanto temessi te e la tua capacità di far suicidare le persone! »

Questa colpì nel segno mentre le altre cheerleaders sottolineavano lo smacco con una risata.

« Non so cosa Savannah ti abbia detto e non mi interessa! »

« Dimmi la verità: ci hai provato gusto a tradirla? »

Era davvero troppo.

Avrebbe dovuto ribattere fino alla fine, avere l'ultima parola ma il lavoro chiamava e le prime avvisaglie delle lacrime suggerivano una rapida ritirata.

« Destiny! » esclamò Cameron afferrando Faith per un braccio e trattenendola sul posto. « Come stai? Come sta tuo padre? So che è ancora in carcere. A quanto pare hanno trovato altre prove che lo inchiodano. Non smette di truffare la gente neppure da una cella. »

« Come... »

« E tu Avril? So che tua madre va ancora in cura dal dottor Novinsky per quel problema di sdoppiamento della personalità. Falle i miei più cari auguri quando torna in sé. E poi c'è la nostra cara Alice. Fa tanto male? Posso solo immaginare quanto sia fastidiosa la gonorrea! Rimettiti presto e mi raccomando non andare con chi capita! Detto ciò spero di rivedervi presto! » urlò in modo che tutti sentissero.

Cameron si allontanò facendo strada a Faith che lo seguì.

Aveva ribattuto pesantemente e forse aveva iniziato una dura guerra che poneva Faith in prima linea e a cui spettava combattere.

« Grazie Cameron... grazie davvero! »

« Per quello? Ma figurati! Lo so bene io come sono quel tipo di persone! Piuttosto... parliamo di te! »

« Di cosa vuoi parlare? »

« Chi era quello in cucina a cui ti sei presentata? »

© G.

Angolo dell'autore:
Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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